Willie Walsh, amministratore delegato di International Airlines Group, a un summit sull'aviazione in Messico ha parlato di "macchinari ricollegati in modo errato". La compagnia risarcirà i passeggeri, rimborsando anche le notti passate in hotel
Due aeroporti bloccati, centinaia di voli cancellati, 75mila persone a terra: dietro il guasto informatico che dieci giorni fa ha paralizzato per 48 ore la compagnia di bandiera britannica potrebbe esserci, un errore umano sul ripristino della corrente. Lo riferisce il Telegraph, citando le spiegazioni fornite da Willie Walsh, amministratore delegato di International Airlines Group, società che controlla la British Airways, parlando a un summit sull’aviazione in Messico. Altro che cyberattacco: la compagnia parla di “errore umano“, forse di qualcuno che ha scollegato involontariamente e poi riattivato senza rispettare le procedure l’alimentazione elettrica di un centro dati di British Airway nei pressi dell’aeroporto di Heathrow.
Walsh ha detto che è in corso un’indagine indipendente sull’incidente, che ha procurato un grave danno d’immagine alla compagnia, oltre a quello economico: alla fine i risultati saranno resi pubblici. Secondo una prima ricostruzione “i server sono stati scollegati dall’alimentazione, ma quest’errore da solo non può essere la ragione del caos che ne è seguito”. Infatti, continua Walsh: “A causare il danno è stato il ripristino della corrente in modo incontrollato e non autorizzato”. Ad ogni modo, assicura che i computer non hanno subito “alcuna perdita o corruzione dei dati”. Il Times pochi giorni fa aveva scritto che la compagnia britannica dovrà rimborsare direttamente i 75mila passeggeri rimasti a terra per l’avaria informatica: British Airways non solo elargirà una somma di 525 sterline a passeggero, come previsto dai regolamenti europei, ma rimborserà loro le notti che hanno trascorso in hotel, pasti inclusi.