Società

Golf for charity Italia, tanta beneficenza contro la povertà educativa

Rifletto su uno dei problemi che affliggono l’Italia. La povertà educativa. Sabato 17 giugno uno sport di solito percepito “per ricchi” diventerà uno strumento per raccogliere fondi per aiutare gli italiani meno abbienti.

L’idea nasce da Andrea Bricchi, manager piacentino con la passione per il golf, che organizza una gara molto speciale. La sua onlus “Pierluigi Bricchi per i bambini”, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, di Confindustria Piacenza e della Fondazione di Piacenza e Vigevano, organizza una gara di golf e una cena di gala, per beneficenza, presso il circolo golf di Castell’Arquato, nel Piacentino.

Il ricavato di gara, cena e asta di beneficenza, al netto delle spese, sarà devoluto a Save The Children, per la campagna “Illuminiamo il futuro”. I soldi raccolti andranno a confluire in un progetto che ha l’obiettivo di contrastare la povertà educativa in Italia, offrendo ai bambini delle periferie italiane più carenti di servizi per l’infanzia il sostegno dopo-scolastico, la possibilità di praticare uno sport, suonare uno strumento musicale, leggere, visitare un museo e di giocare in uno spazio sicuro.

Mi spiega Andrea che “si giocherà a golf o, semplicemente, si partirà dalle cinque del pomeriggio, come per le corride, con un aperitivo speciale, che proseguirà con una cena di gala in cui i protagonisti saranno i piatti della tradizione piacentina e molto altro. Ci saranno lo chef Vissani, Ivan Zazzaroni, Sebastiano Barisoni, Alessandro Plateroti, Gennaro di Napoli, Tiziano Crudeli, Luca Talotta, Massimo Giovannelli, Jonatan Binotto e moltissimi altri amici. Leo Messi ci ha dato la sua maglia autografata, così come Dybala, Marchisio, Belotti, Hart, il Pocho Lavezzi, lo chef Antonino Cannavacciuolo, Valentina Vezzali, Gennaro Gattuso, Matteo Manassero un sand e un cappellino e poi molti altri ci stanno mandando cimeli e oggetti personali. Sarà una giornata fantastica, di sport e beneficenza”.

La famosa “provincia” che nell’immaginario collettivo viene spesso descritta come carente di opportunità culturali, gretta, volta alla sola generazione di ricchezza (magari sfruttando anche il lavoro nero) viene rilanciata con questo evento unico per Piacenza. Una possibile spinta anche al turismo di qualità, quel tipo di turismo di cui in Italia tutti parlano ma crearlo e valorizzarlo è tutta un’altra storia.

Il mondo, le persone, oggi più che mai, hanno bisogno di bellezza. Il progresso, per quanto si tenda a vederne sempre l’aspetto negativo, è evidente. Rispetto al passato oggi si sta meglio, la qualità della vita, rispetto a 50 anni fa, è drasticamente migliorata. Però il prezzo da pagare è sempre estetico. Nessuno perde più tempo a costruire una cattedrale. Sarebbe scarsamente profittevole. Nel 1300 un signorotto molto ricco avrebbe speso una fortuna per costruire una chiesa che avrebbero visto solo i suoi pronipoti. Oggi si vuole tutto e subito. Il prezzo del progresso è questo. Vivere meglio, con meno poesia. E siccome non si può forzare un meccanismo come questo, si deve cercare di aggiungere lirica dove possibile, di costruire una giornata, un’ora, un minuto di bellezza spicciola. E di serenità! Perché l’altra moneta con cui si paga un po’ di benessere in più, è l’alienazione, la misantropia, il populismo.

Un progetto di charity come questo, mi rendo conto, non muterà le sorti del mondo, non rilancerà il turismo a Piacenza, ne cambierà la vita a milioni di giovani con poche risorse economiche. Ma se, nel piccolo, potrà raccogliere fondi per far sì che le nuove generazioni, le cui famiglie sono duramente colpite dalla crisi, possano avere una formazione migliore, vale la pena parlarne.

Le piccole azioni per rimettere in piedi l’Italia partono anche da queste iniziative.

@enricoverga