Arriverà ufficialmente a luglio il nuovo modello dello sport utility compatto Jeep, destinato a sostituire anche la "vecchia" Patriot. Il dna è quello del fuoristrada (quasi) puro mentre il look è molto ispirato alla ammiraglia Grand Cherokee. I listini sono compresi tra 25 e 40 mila euro
Qualcuno già la chiama la “piccola” Grand Cherokee. Non un’idea peregrina, visto che la nuova Compass esteticamente fa il verso più alla top di gamma Jeep, piuttosto che ai due modelli in cui va a piazzarsi in mezzo: Renegade, di cui condivide la piattaforma costruttiva, e Cherokee.
Del resto quello dei suv compatti, e la Compass lo è a pieno titolo visti i suoi 4,40 metri di lunghezza, è il comparto che “tira” di più sia Europa (1,6 milioni di mezzi in circolazione, che diventeranno 2 mln nel 2020) che in Italia (42% sulle vendite totali di sport utility). Logico dunque attendersi un’attenzione particolare, come appunto quella di donarle uno stile simile a quello della Jeep più “preziosa” di tutte.
E poi c’è la concorrenza da tenere sempre sott’occhio, che nella fattispecie si chiama Volkswagen Tiguan o Nissan Qashqai: non esattamente le ultime arrivate. Motivo in più per giocarsi tutte le carte a disposizione. Compresa quella del look, per così dire, altolocato.
Non tralasciando, poi, una scelta strategica nel posizionamento rispetto a quella stessa concorrenza: a metà strada tra i marchi generalisti e quelli premium, proprio nel cuore del mercato, con un listino “ampio” compreso tra 25 mila e 40 mila euro. Anche se, come sempre, se si vogliono le versioni più ricche ci si sposta fatalmente nella forbice alta di prezzo.
Ma questa Compass, in definitiva, può contare su qualcosa in più: il suo dna, indiscutibilmente Jeep, che le regala uno spirito da off-road autentica. Un qualcosa a cui i tempi in cui viviamo, ovvero l’età aurea dei crossover, ci avevano disabituato. Poi per carità, anche lei strizza l’occhio alle best seller del momento visto che ad esempio nelle versioni d’ingresso benzina e diesel (1.4 Multiair e 1.6 Multijet da 140 e 120 cavalli) la trazione è anteriore.
Man mano che si sale di cilindrata e/o cavalleria, tuttavia, cresce anche il piglio offroad: i due sistemi 4×4 Active Drive e Active Drive Low si possono gestire dal un selettore che permette di scegliere (in tre decimi di secondo) la modalità (Auto, Snow, Sand e Mud) più adeguata alle superfici che si stanno affrontando, potendo contare sempre sulla performance più efficiente visto che il sistema è in grado di trasferire anche il 100% della coppia là dove serve. E ai nostalgici dei differenziali meccanici, come chi scrive, diciamo che l’elettronica fa in pieno il suo dovere…
Si accennava ai motori. La Compass ne conta tre, un benzina e due diesel, con diversi livelli di potenza: Multiair 1.4 da 140 e 170 Cv, Multijet II 1.6 da 120 Cv e 2.0 nelle due varianti da 140 e 170 Cv. Quest’ultimo equipaggia il top di gamma, la Trailhawk, che si differenzia dagli altri allestimenti (Sport, Longitude, Limited e Business) per disporre di “strumenti” specificamente off-road, tipo un’altezza da terra maggiore di due centimetri e mezzo, come pure angoli d’attacco (30°) e d’uscita (33,6°) più adeguati al fuoristrada.
Ma la sensazione di guida, dall’entry level fino al top, è la stessa: il telaio è rigido, l’agilità nei cambiamenti di direzione è convincente e il pacchetto motori-trasmissione appare ben dimensionato, così come il sistema frenante. Unica nota stonata lo sterzo: è poco diretto e offre troppo “gioco”. La posizione di guida è particolarmente alta, e l’abitacolo spazioso anche nelle sedute posteriori, pur non sacrificando più di tanto il bagagliaio: grazie soprattutto all’allungamento del passo di ben 8 cm, rispetto alla Renegade.
Sul fronte sicurezza, sono più di 70 i sistemi di assistenza alla guida presenti sulla Compass. Dunque è difficile citarli uno per uno. Su tutti, però, giova ricordare il Forward Collision e il Lane Departure Warning: mettendo insieme radar e telecamere, il mezzo riconosce le potenziali collisioni e scongiura l’eventuale impatto avvertendo il guidatore attraverso segnali acustici, visivi e tattili.
Ultima nota riguardo all’infotainment: sono disponibili tre nuovi sistemi Uconnect (5.0, 7.0 o 8.4 NAV) in grado di soddisfare le esigenze di navigazione, intrattenimento e comunicazione. Tramite il touch screen, poi, ci si può interfacciare con il proprio smartphone (Apple CarPlay, Android Auto) e utilizzare gli Jeep Skills: una serie di informazioni “tecniche” sullo stato dell’auto.
Esigenze ormai ineludibili, quelle high-tech. Soprattutto su una world car come questa, che deve soddisfare le richieste di tutti i mercati in cui Jeep (al settimo anno consecutivo di crescita) è presente e anche per questo viene prodotta un pò ovunque nel mondo: Brasile, Cina, India e anche Messico, da dove arriveranno le Compass destinate al mercato europeo.
JEEP COMPASS – LA SCHEDA
Il modello: è la vettura compatta destinata a sostituire sia la “vecchia” Compass che la Patriot, nella gamma degli sport utility Jeep. E’ già in fase di prevendita e le prime auto stanno cominciando ad arrivare nelle concessionarie, ma l’open week end ufficiale di lancio è previsto solo nella prima metà di luglio
Dimensioni: lunghezza 4,40 m, larghezza 1,82 m (compresi specchietti), altezza 1,67 m
Motori: benzina 1.4 da 140 e 170 Cv, diesel 1.6 da 120 Cv e 2.0 da 140 e 170 Cv
Consumi omologati nel ciclo misto: da 4,4 a 6,2 l/100 km
Emissioni di CO2: da 117 a 148 g/km di anidride carbonica
Prezzo: da 25.000 a 40.000 euro
Ci piace: il design, molto equilibrato e d’effetto
Non ci piace: lo sterzo poco diretto