Il percorso della legge elettorale frutto del patto tra i 4 Grandi è iniziato con un brivido: il ritorno dei franchi tiratori. Sono stati 66 i voti mancanti quando sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità. “Vi ricordo cosa accadde quando furono 101…” dice sibillino il capogruppo del Pd Ettore Rosato. E l’iter della riforma rischia di avere una fine da thriller: quando saranno terminate le votazioni sugli emendamenti, infatti, il M5s – uno dei contraenti dell’accordo sul sistema di voto – sottoporrà il testo ai propri iscritti online. Per questo motivo i Cinquestelle hanno chiesto e ottenuto dal Pd di spostare l’approvazione finale della legge a martedì. Tra i primi emendamenti votati, intanto, anche uno di Mdp che riproponeva il Mattarellum: è stato bocciato.
Ma è nel merito della legge in discussione il punto dello scontro tra Pd e M5s. Da una parte il M5s ha confermato che presenterà i suoi emendamenti su voto disgiunto e preferenze cercando alleati tra Mdp, Sinistra Italiana e alfaniani. Dall’altra parte il Pd ha ribadito che disgiunto e preferenze non fanno parte dell’accordo e quindi se passano, salta l’accordo “e se salta l’accordo, la legge è morta”, aggiunge Rosato. Una situazione di incertezza che fa dire al capogruppo Mdp Francesco Laforgia, che il Parlamento “è ostaggio dell’accordone“. Sarebbe già pronto il piano B, comunque: il Rosatellum, che aveva ricevuto il no in commissione sia del M5s sia di Forza Italia. Matteo Renzi prende la palla al balzo: “Vedete? In due giorni il M5s ha già cambiato idea”. “Vogliamo legge elettorale e elezioni” replica Beppe Grillo. “Nessuna giravolta – conferma Danilo Toninelli – ma Renzi terrà i suoi nel voto segreto o tornano i 101?”. “Anche in Aula – riprende Girllo cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità – scrive Grillo sul blog – Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi”. Se gli emendamenti M5s non passano bisognerà capire cosa decideranno gli attivisti sul blog di Grillo. Tensioni che permettono ora agli orlandiani di tenersi le mani libere: se gli emendamenti non li ritira il M5s, non li ritiriamo nemmeno noi.
In mattinata erano stati gli ex M5s ad attaccare gli ex colleghi di partito. Riuniti in una stessa conferenza stampa Walter Rizzetto (ora Fdi), Cristian Iannuzzi (Misto), Massimo Artini e Tancredi Turco (entrambi nel Misto, anche se riuniti in Alternativa Libera). “Gridiamo all’inciucio di 4 forze politiche su una legge fondamentale che invece andrebbe condivisa” dice Rizzetto. Secondo gli ex grillini è “un tradimento” dei valori contenuti nel documento dell’8 settembre 2007, quello del V-Day, in cui “c’era l’elezione diretta e il voto di preferenza”.
CRONACA ORA PER ORA DELLE VOTAZIONI ALLA CAMERA
20.59 – Voto finale alla Camera marte dalle 10.30
Si terrà martedì 13 giugno ad ora di pranzo il voto finale sulla legge elettorale. Lo ha deciso la conferenza dei Capigruppo di Montecitorio. Le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 10:30 e saranno trasmesse in diretta tv. Soddisfatto Maurizio Lupi di Ap, che aveva chiesto la convocazione della conferenza dei capigruppo, che ha manifestato apprezzamento alla presidente Laura Boldrini. In conseguenza a quanto stabilito dai capigruppo, le votazioni sugli emendamenti al testo andranno avanti nelle giornate di domani, per concludersi entro dopodomani. Martedì mattina, dalle 9, si esamineranno gli ordini del giorno.
20.20 – Aula sospesa per la capigruppo, si riprende domani alle 9,30
20.10 – Superato secondo voto segreto: il patto a 4 regge
Regge il patto Pd-M5S-Fi-Lega sulla legge elettorale al secondo voto segreto nell’aula della Camera. L’emendamento a firma Domenico Menorello (Civici e innovatori) sui collegi è stato bocciato con 317 no, 210 sì e un astenuto. Sulle pregiudiziali di costituzionalità, anche questo a scrutinio segreto, i sì erano stati 182, 310 i no e un astenuto, con un numero di “franchi tiratori” fermo a 66. In questa ultima votazione quindi aumentano i voti mancanti.
19.32 – No dell’Aula al voto disgiunto, il M5s si astiene
L’aula della Camera ha bocciato un emendamento di Mdp alla legge elettorale che avrebbe introdotto il voto disgiunto e le preferenze. M5s si è astenuto, provocando polemiche da parte dei gruppi che hanno sostenuto l’emendamento. “M5s è a favore del voto disgiunto ma non di emendamenti fatti per affossare tutto”, ha spiegato Toninelli, che ha osservato come l’emendamento Mdp introduceva anche altri elementi nel testo. I no sono stati 322, i sì 124 e gli astenuti 82. Peraltro, com’è evidente, i no sarebbero stati superiori anche con il contributo dei voti del M5s.
19.17 – Fico: “Se gli iscritti votano sì, votiamo la legge”
“Se iscritti votano sì, voteremo la legge. Nessuna giravolta. Invece Renzi terrà i suoi nel voto segreto o torneranno i franchi tiratori?”. Lo scrive il capogruppo M5s alla Camera, Roberto Fico, su Twitter.
19.13 – Il ministro Costa vota dal suo banco
Enrico Costa vota nell’Aula della Camera sulla legge elettorale non dai banchi del governo, come dovrebbe visto che è ministro, ma da quelli di Ap, il suo gruppo parlamentare che è duramente critico rispetto alla riforma. Il solo ministro in Aula a votare è Marianna Madia; davanti a lei siede una folta pattuglia di sottosegretari.
18.53 – Emendamento per riportare il Mattarellum: bocciato
Primo voto con polemica per gli emendamenti alla legge elettorale. A provocare lo scontro tra Mpd e Pd è stato un emendamento – bocciato – del primo che avrebbe riportato in vita il Mattarellum come modello elettorale. Per il Pd prima Roberto Giachetti e poi Francesco Sanna hanno ricordato che Mdp non ha sostenuto il Mattarellum quando il Pd negli scorsi mesi lo ha proposto: “quando ci sono le condizioni politiche per approvare una cosa – ha detto Giachetti – allora non la si appoggia, salvo riproporla quando non ci sono più le condizioni politiche”. L’emendamento è stato respinto con 446 no, 69 sì e 10 astenuti.
18.41 – Il governo si rimette all’Aula sugli emendamenti
Il Governo si rimette all’Aula sugli emendamenti alla legge elettorale. Lo ha comunicato all’Assemblea di Montecitorio il sottosegretario agli Interni Giampiero Bocci.
18.40 – Anche Boschi in Aula
C’è anche l’ex ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, in Aula alla Camera, dove si esaminano gli emendamenti alla legge elettorale. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è giunta alla fine di una lunga fase dei lavori, quella in cui il relatore Emanuele Fiano e i quattro colleghi di minoranza, hanno espresso i pareri su tutti gli emendamenti all’articolo 1. Ora iniziano la discussione e il voto dei singoli emendamenti.