“La Regione favorirà l’apertura del Museo Nazionale di archeologia subacquea dell’Alto Adriatico, in quanto rappresenta lo strumento essenziale per valorizzare i resti della nave romana Julia Felix e costituisce nel contempo un valore aggiunto per l’offerta culturale e turistica di Grado e dell’intero Friuli Venezia Giulia”. Per l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, che alla metà di marzo é intervenuto a Grado ad un incontro organizzato per sollecitare l’apertura di una struttura della quale si parla da quasi 25 anni, problemi non ce ne saranno più. Alla fine di maggio Luca Caburlotto, direttore del Polo museale Fvg ha spiegato che “Entro l’autunno potremmo aprire una prima parte dell’edificio, per organizzarvi appuntamenti di presentazione dei contenuti scientifici del Museo”.
Una promessa, supportata dall’accordo di valorizzazione firmato insieme all’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale e al comune di Grado, che ha avuto in consegna la struttura dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dopo la mancata risposta del Mibact alla lettera nella quale l’ex commissario Claudio Kovatsch aveva chiesto la restituzione della struttura o l’indicazione di una data per l’apertura. Un accordo nato, quindi, da “maleducazione istituzionale dello Stato che non risponde a una lettera di un’altra istituzione pubblica”, ma che dovrebbe permettere l’accesso a fondi del Mibact, oltre che a fondi comunitari del progetto INTERREG Italia-Croazia. Risorse necessarie al completamento della struttura e alla catalogazione dei materiali archeologici.
Insomma potrebbe essere prossima l’apertura del museo, nell’ex scuola “Scaramuzza” sul Lungomare Nazario Sauro. Uno spazio al quale si è cominciato a pensare dopo il ritrovamento del relitto della nave del III secolo d. C., al largo delle coste gradesi, nel 1986. Nave il cui successivo scavo ha permesso il recupero dello scafo e del carico, a partire dalle anfore per il trasporto di olio, vino e pesce. Ma non solo questo, anche materiali provenienti da altri rinvenimenti. Un’esposizione che avrebbe dovuto offrire uno sguardo sull’archeologia subacquea alto adriatica, ma anche uno spazio di lavoro. Con una biblioteca specialistica di archeologia subacquea e navale, una sala riunioni, un archivio dei dati archeologici delle aree umido-subacquee del FVG, gli uffici degli archeologi, un’aula per il primo trattamento dei reperti umido/subacquei recuperati, un magazzino, una foresteria per gli studiosi e gli studenti.
Nel 1992, inizia la procedura con la quale il Comune di Grado destina al Ministero dei Beni Culturali in comodato gratuito per 99 anni, rinnovabili per altri 99, l’edificio della ex scuola, al fine di realizzare il Museo nazionale di archeologia subacquea detto anche Museo del mare. Finalmente nel 1995 il passaggio viene ufficializzato. Secondo uno degli interventi dell’Accordo di programma quadro in materia di beni culturali per il territorio della Regione Friuli Venezia Giulia, stipulato tra Ministero dell’Economia e delle Finanze, Mibac e Regione del 2000, vennero stanziati ingenti fondi statali e CIPE per l’adeguamento dell’edificio scolastico alla funzione museale. Sembra una pura formalità vedere realizzato quello spazio museale. Non lo é.
La decisione del Mibac di procedere ad alcuni cambiamenti progettuali contribuisce al rallentamento dei lavori. Senza contare che la sistemazione definitiva prevedeva la sistemazione dello scafo della nave in un locale esterno all’edificio, chiuso con una tettoia ma completamente privo di impianto di climitazzizzazione. Circostanza questa che ha determinato il deterioramento dello scafo ligneo anche a seguito delle infiltrazioni d’acqua dal tetto, come ha documentato una perizia del 2009. D’altra parte problematica risulta la collocazione dello scafo all’interno del Museo dal momento che le dimensioni della sala preposta risultano solo di poco superiori. Nel frattempo il costo complessivo dell’operazione archeologia subacquea e ristrutturazione museo, ha raggiunto i 10 milioni di euro come ha sottolineato il senatore già in scelta civica Maran in un’interrogazione del 2014 al ministro Franceschini.
Ma la lunga storia del Museo che non esiste é contrassegnata anche da un susseguirsi di annunci, come quello del Presidente della Regione di FI Renzo Tondo che ad ottobre 2002 dava come scadenza la primavera 2003, passando per quella del Soprintendente Luigi Fozzati che nel gennaio 2013 contava “di aprire la struttura entro la fine dell’anno”. E non mancano le inaugurazioni. Come quella dell’area operativa nell’ottobre 2014, alla presenza del Soprintendente per i beni archeologici del FVG Luigi Fozzati, del Direttore del Museo e del parco archeologico subacqueo del FVG, Domenico Marino, del sindaco di Grado, Edoardo Maricchio, del consigliere provinciale del Pd, Elisabetta Medeot, oltre che di Capitaneria di Porto, Carabinieri, Guardia di Finanza e di monsignor Armando Zorzin.
Inaugurazione in occasione della quale veniva anche annunciato che il Nucleo di Archeologia Umido subacquea Italia Centro Alto Adriatico si sarebbe trasferito come sede da Venezia a Grado. Ma già nell’aprile 2008 le porte dello spazio museale si erano aperte. In occasione dell’inaugurazione della mostra “Terre di mare”, é stata aperta una piccola sezione dedicata al relitto di Grado, dal titolo “Storie di mare. L’ultimo viaggio della Iulia Felix”. Cerimonia presenziata anche questa volta dalle autorità locali, a partire dal sindaco Silvana Olivotto.
Del Museo si sono variamente occupati in tanti, non solo “Striscia la notizia”, ma anche i Sindaci di Grado, i Presidenti di Regione e i Soprintendenti che si sono succeduti dagli anni Novanta. C’é stata persino la visita del ministro dei Beni culturali del II Governo Berlusconi, Giuliano Urbani. Recentemente il consigliere comunale del Pd, Luciano Cicogna sostiene di averne parlato con Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Hanno cercato di sollecitarne l’apertura anche la rete di cittadini, di rappresentanti delle istituzioni e di figure professionali costituitisi nel 2014 in un comitato. Ma per ora il Museo esiste solo per il sito del Mibact dove sono riportati anche giorni e orari di apertura. Ma andarci é inutile, “é sempre chiuso”. Non rimane che aspettare, ma fino a quando?
Cronaca
Musei, il fantasma di quello dell’archeologia subacquea a Grado: dopo 25 anni è solo sul sito
Se ne parla da un quarto di secolo ed è stato pure inaugurato. Ma erano solo promesse. Un nuovo accordo tra istituzioni ora promette di posare la prima pietra del Museo che a Grado vedrà sorgere il Museo Nazionale di archeologia subacquea dell’Alto Adriatico. Che ad oggi esiste soltanto sulla pagina online del Mibact. "Ma andarci è inutile, è sempre chiuso"
“La Regione favorirà l’apertura del Museo Nazionale di archeologia subacquea dell’Alto Adriatico, in quanto rappresenta lo strumento essenziale per valorizzare i resti della nave romana Julia Felix e costituisce nel contempo un valore aggiunto per l’offerta culturale e turistica di Grado e dell’intero Friuli Venezia Giulia”. Per l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, che alla metà di marzo é intervenuto a Grado ad un incontro organizzato per sollecitare l’apertura di una struttura della quale si parla da quasi 25 anni, problemi non ce ne saranno più. Alla fine di maggio Luca Caburlotto, direttore del Polo museale Fvg ha spiegato che “Entro l’autunno potremmo aprire una prima parte dell’edificio, per organizzarvi appuntamenti di presentazione dei contenuti scientifici del Museo”.
Una promessa, supportata dall’accordo di valorizzazione firmato insieme all’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale e al comune di Grado, che ha avuto in consegna la struttura dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dopo la mancata risposta del Mibact alla lettera nella quale l’ex commissario Claudio Kovatsch aveva chiesto la restituzione della struttura o l’indicazione di una data per l’apertura. Un accordo nato, quindi, da “maleducazione istituzionale dello Stato che non risponde a una lettera di un’altra istituzione pubblica”, ma che dovrebbe permettere l’accesso a fondi del Mibact, oltre che a fondi comunitari del progetto INTERREG Italia-Croazia. Risorse necessarie al completamento della struttura e alla catalogazione dei materiali archeologici.
Insomma potrebbe essere prossima l’apertura del museo, nell’ex scuola “Scaramuzza” sul Lungomare Nazario Sauro. Uno spazio al quale si è cominciato a pensare dopo il ritrovamento del relitto della nave del III secolo d. C., al largo delle coste gradesi, nel 1986. Nave il cui successivo scavo ha permesso il recupero dello scafo e del carico, a partire dalle anfore per il trasporto di olio, vino e pesce. Ma non solo questo, anche materiali provenienti da altri rinvenimenti. Un’esposizione che avrebbe dovuto offrire uno sguardo sull’archeologia subacquea alto adriatica, ma anche uno spazio di lavoro. Con una biblioteca specialistica di archeologia subacquea e navale, una sala riunioni, un archivio dei dati archeologici delle aree umido-subacquee del FVG, gli uffici degli archeologi, un’aula per il primo trattamento dei reperti umido/subacquei recuperati, un magazzino, una foresteria per gli studiosi e gli studenti.
Nel 1992, inizia la procedura con la quale il Comune di Grado destina al Ministero dei Beni Culturali in comodato gratuito per 99 anni, rinnovabili per altri 99, l’edificio della ex scuola, al fine di realizzare il Museo nazionale di archeologia subacquea detto anche Museo del mare. Finalmente nel 1995 il passaggio viene ufficializzato. Secondo uno degli interventi dell’Accordo di programma quadro in materia di beni culturali per il territorio della Regione Friuli Venezia Giulia, stipulato tra Ministero dell’Economia e delle Finanze, Mibac e Regione del 2000, vennero stanziati ingenti fondi statali e CIPE per l’adeguamento dell’edificio scolastico alla funzione museale. Sembra una pura formalità vedere realizzato quello spazio museale. Non lo é.
La decisione del Mibac di procedere ad alcuni cambiamenti progettuali contribuisce al rallentamento dei lavori. Senza contare che la sistemazione definitiva prevedeva la sistemazione dello scafo della nave in un locale esterno all’edificio, chiuso con una tettoia ma completamente privo di impianto di climitazzizzazione. Circostanza questa che ha determinato il deterioramento dello scafo ligneo anche a seguito delle infiltrazioni d’acqua dal tetto, come ha documentato una perizia del 2009. D’altra parte problematica risulta la collocazione dello scafo all’interno del Museo dal momento che le dimensioni della sala preposta risultano solo di poco superiori. Nel frattempo il costo complessivo dell’operazione archeologia subacquea e ristrutturazione museo, ha raggiunto i 10 milioni di euro come ha sottolineato il senatore già in scelta civica Maran in un’interrogazione del 2014 al ministro Franceschini.
Ma la lunga storia del Museo che non esiste é contrassegnata anche da un susseguirsi di annunci, come quello del Presidente della Regione di FI Renzo Tondo che ad ottobre 2002 dava come scadenza la primavera 2003, passando per quella del Soprintendente Luigi Fozzati che nel gennaio 2013 contava “di aprire la struttura entro la fine dell’anno”. E non mancano le inaugurazioni. Come quella dell’area operativa nell’ottobre 2014, alla presenza del Soprintendente per i beni archeologici del FVG Luigi Fozzati, del Direttore del Museo e del parco archeologico subacqueo del FVG, Domenico Marino, del sindaco di Grado, Edoardo Maricchio, del consigliere provinciale del Pd, Elisabetta Medeot, oltre che di Capitaneria di Porto, Carabinieri, Guardia di Finanza e di monsignor Armando Zorzin.
Inaugurazione in occasione della quale veniva anche annunciato che il Nucleo di Archeologia Umido subacquea Italia Centro Alto Adriatico si sarebbe trasferito come sede da Venezia a Grado. Ma già nell’aprile 2008 le porte dello spazio museale si erano aperte. In occasione dell’inaugurazione della mostra “Terre di mare”, é stata aperta una piccola sezione dedicata al relitto di Grado, dal titolo “Storie di mare. L’ultimo viaggio della Iulia Felix”. Cerimonia presenziata anche questa volta dalle autorità locali, a partire dal sindaco Silvana Olivotto.
Del Museo si sono variamente occupati in tanti, non solo “Striscia la notizia”, ma anche i Sindaci di Grado, i Presidenti di Regione e i Soprintendenti che si sono succeduti dagli anni Novanta. C’é stata persino la visita del ministro dei Beni culturali del II Governo Berlusconi, Giuliano Urbani. Recentemente il consigliere comunale del Pd, Luciano Cicogna sostiene di averne parlato con Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Hanno cercato di sollecitarne l’apertura anche la rete di cittadini, di rappresentanti delle istituzioni e di figure professionali costituitisi nel 2014 in un comitato. Ma per ora il Museo esiste solo per il sito del Mibact dove sono riportati anche giorni e orari di apertura. Ma andarci é inutile, “é sempre chiuso”. Non rimane che aspettare, ma fino a quando?
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Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "I numeri non sono né di destra né di sinistra. Nel 2024 la pressione fiscale è salita al 42,6% e la crescita si è fermata a un misero 0,7%, smentendo le previsioni del governo e del ministro Giorgetti. Meloni aveva promesso meno tasse e invece la pressione fiscale è aumentata. Le persone hanno meno soldi in tasca, bollette più care, rincari. E come se non bastasse il governo taglia sulla sanità pubblica e sui trasferimenti agli enti locali, mettendoli in grande difficoltà. Bisogna fare in fretta a costruire l’alternativa". Lo scrive Stefano Bonaccini sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.
(Adnkronos) - Il colosso della tecnologia HONOR ha fatto una mossa significativa nel settore degli smartphone annunciando che fornirà sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza per la sua serie di punta, HONOR Magic, iniziando dall'Unione Europea. Questo annuncio, parte integrante del HONOR ALPHA PLAN, segna un impegno importante verso la sostenibilità e la sicurezza del cliente, posizionando HONOR tra i primi tre marchi globali a offrire un supporto così esteso.
HONOR non solo si impegna a mantenere i dispositivi aggiornati con le ultime funzionalità e protezioni di sicurezza ma promuove anche una maggiore longevità dei dispositivi, riducendo i rifiuti elettronici e allineandosi agli standard di sostenibilità ambientale. La serie HONOR Magic, notoriamente conosciuta per le sue avanzate capacità AI e prestazioni elevate, beneficerà enormemente di questa estensione, garantendo agli utenti un'esperienza all'avanguardia per un periodo più lungo.
L'HONOR ALPHA PLAN, annunciato come una strategia trasformativa per l'azienda, intende spostare il focus di HONOR dalla produzione di smartphone a leader globale nell'ecosistema dei dispositivi AI. Il piano è strutturato in tre fasi e mira a creare un mondo più intelligente, invitando l'intero settore a collaborare in un ecosistema aperto e orientato alla condivisione del valore. Questo impegno di HONOR non solo migliorerà la sicurezza e le prestazioni dei dispositivi ma si propone anche di massimizzare il potenziale umano a beneficio di tutti.
"HONOR ALPHA PLAN pone una forte enfasi su un approccio incentrato sul consumatore per i nostri prodotti futuri. Il nostro obiettivo è fornire dispositivi e servizi che soddisfino e superino le aspettative dei consumatori, oggi e in futuro. Per questo motivo, HONOR ha deciso di offrire sette anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e di sicurezza alla serie HONOR Magic, inclusi il nostro smartphone di punta e il nostro smartphone pieghevole. Questo impegno inizia con HONOR Magic7 Pro e siamo entusiasti di metterlo a disposizione dei nostri clienti”, ha dichiarato James Li, CEO di HONOR.
Gli utenti del HONOR Magic7 Pro nell'UE saranno i primi a godere di questi aggiornamenti estesi. In futuro, questo supporto sarà esteso ad altri modelli di punta dell'azienda, inclusi i dispositivi pieghevoli, garantendo che un numero maggiore di consumatori possa beneficiare delle ultime innovazioni tecnologiche e mantenere i loro dispositivi protetti contro le minacce emergenti per un periodo prolungato.
(Adnkronos) - In risposta alla crescente minaccia dei contenuti deepfake, HONOR ha annunciato il lancio globale della sua innovativa funzione AI Deepfake Detection a partire da aprile 2025. Questa tecnologia all'avanguardia è progettata per combattere l'espansione dei deepfake, offrendo agli utenti una protezione proattiva attraverso l'analisi in tempo reale di video e immagini.
L'ascesa dell'intelligenza artificiale ha portato progressi significativi in numerosi settori, ma ha anche introdotto nuove sfide, come la proliferazione di deepfake avanzati. Questi contenuti manipolati, che includono immagini, registrazioni audio e video, stanno diventando sempre più difficili da riconoscere. Uno studio recente del 2024 da Deloitte ha evidenziato che il 59% degli intervistati fatica a distinguere i contenuti autentici da quelli generati dall'IA, nonostante l'84% ritenga necessaria la loro segnalazione.
HONOR ha adottato un approccio proattivo, sviluppando la tecnologia proprietaria AI Deepfake Detection che è stata presentata per la prima volta a IFA 2024. Questa funzione analizza le sottili incongruenze spesso invisibili all'occhio umano, come imperfezioni sintetiche a livello di pixel e artefatti di composizione dei bordi, offrendo avvisi immediati quando rileva contenuti manipolati.
Come sottolinea Marco Kamiya, Rappresentante UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale)"nell'attuale ondata di digitalizzazione, la sicurezza della privacy è diventata una delle principali preoccupazioni e priorità della nostra vita quotidiana. Con l'intreccio sempre più profondo con il mondo digitale, una grande quantità di informazioni private - dai nostri spostamenti quotidiani alle informazioni finanziarie, dalle relazioni sociali alle nostre preferenze personali - viene archiviata nello spazio digitale".
In quanto elemento centrale della nostra vita e costantemente connesso, gli smartphone contengono una quantità sorprendente di dati personali. Li usiamo per comunicare, per i pagamenti mobili e per registrare i momenti della vita quotidiana. Ogni chiamata, ogni messaggio di testo e ogni transazione online lascia una traccia sul dispositivo, che memorizza non solo le informazioni di contatto, ma anche foto, video e persino la maggior parte delle password dei nostri account.
In quest'ottica, conclude Kamiya, "l'uso dell'AI Deepfake Detection sui dispositivi mobili è un'arma potente per combattere i deepfake, in grado di rilevare difetti nei contenuti deepfake che potrebbero passare inosservati all'occhio umano, come il contatto visivo, l'illuminazione, la nitidezza dell'immagine e la riproduzione del video, dissuadendo le persone dal continuare a impegnarsi con il potenziale rischio per la loro sicurezza".