La parlamentare, secondo quanto si legge nel documento pubblicato sul sito internet del Senato (disponibile qui), avrebbe favorito, "in cambio di denaro e altre utilità", con interventi legislativi e organizzando incontri con "vertici istituzionali" Gaetano Zoccattelli, direttore generale del Consorzio Energia Veneto
Vacanze in costa Smeralda, un’assunzione e quattromila euro di contributo elettorale per un candidato da lei appoggiato. In cambio aveva ottenuto l’approvazione di un emendamento a favore del Consorzio Energia Veneto, un’aggregazione di enti pubblici. Sono le accuse mosse dalla procura di Verona nei confronti di Cinzia Bonfrisco, storica senatrice berlusconiana, ora nel gruppo parlamentare Federazione delle Libertà. Per questo motivo la gip di Verona, Giuliana Franciosi, ha inviato alla Giunta per le Immunità del Senato la richiesta all’uso delle intercettazioni della senatrice , accusata di corruzione e associazione a delinquere.
La parlamentare, secondo quanto si legge nel documento pubblicato sul sito internet del Senato (disponibile qui), avrebbe favorito, “in cambio di denaro e altre utilità“, con interventi legislativi e organizzando incontri con “vertici istituzionali” Gaetano Zoccattelli, direttore generale del Consorzio Energia Veneto. In particolare, secondo la ricostruzione dei magistrati veneti, la Bonfrisco, “indebitamente riceveva“: il pagamento di “un soggiorno in Costa Smeralda per lei e altre tre persone”; l’assunzione di una persona “dietro sua richiesta presso la E-Global Service Spa il cui legale rappresentante era Gaetano Zocatelli”; la corresponsione “dietro sua richiesta di un bonifico pari a 4.000 euro disposto il 26 maggio 2015 da Zocatelli per finanziare la campagna elettorale di Davide Bendinelli alle elezioni amministrative per il Consiglio regionale del Veneto”, definito negli atti “il delfino” della parlamentare.
In cambio Bonfrisco avrebbe garantito – sempre secondo le accuse – il suo “concreto interessamento” all’iter legislativo che consentiva al Cev di “rientrare tra i 35 soggetti aggregatori a livello nazionale”, cioè le 35 grandi stazioni appaltanti, “presentando un emendamento a sua firma” e “parlando personalmente con la relatrice del disegno di legge in questione Raffaella Mariani, al fine di garantire le modifiche favorevoli al CEV” e alle società “Global Power Spa e E-Global Service Spa”, riconducibili sempre allo Zocatelli. Un emendamento che alla fine era stato approvato.
“Con tale condotta -scrive il giudice – la senatrice promuoveva il sodalizio criminoso fornendo un contributo decisivo allo sviluppo del CEV e alla sua espansione”. La Bonfrisco, inoltre, secondo la sintesi delle intercettazioni che viene fornita dal tribunale di Verona, si sarebbe anche adoperata a far “incontrare Zocatelli con Raffaele Fitto” e altri vertici istituzionali considerati utili dall’imprenditore.