Due buste bomba sono state recapitate oggi, al Palazzo di Giustizia di Torino, a due pm, Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna. Sul posto è subito intervenuta la squadra di artificieri dei Carabinieri. Dentro le buste c’erano fili elettrici, polvere da sparo e una batteria. Ordigni artigianali ma che potevano esplodere, come hanno appurato i militari dell’Arma. Dopo il ritrovamento delle buste sospette e durante le operazioni di bonifica, l’area interna del Palazzo di Giustizia è stata chiusa al pubblico. Anche l’ingresso principale è stato chiuso, ma l’edificio non è stato evacuato e le udienze sono regolarmente proseguite. L’indagine sarà condotta dalla Procura di Milano competente per reati commessi ai danni di magistrati di Torino.
Sparagna e Rinaudo sono i pubblici ministeri che si sono occupati di inchieste su fenomeni eversivi o di rilievo politico: il primo ha condotto l’indagine Scripta Manent su una serie di attentati dinamitardi della Fai (la Federazione Anarchica Informale), il secondo è titolare dei fascicoli delle indagini sui No Tav. E proprio nei giorni scorsi la Digos – come riporta La Stampa – aveva acquisito un documento dalla Federazione anarchica informale che, alla luce di fatti di oggi, potrebbe apparire come una rivendicazione: “È una vera gioia vedere saltare in aria caserme, tribunali, rappresentanti del potere…il sistema e le sue strutture non sono astratte e i responsabili hanno nomi e cognomi sono facilmente individuabili…”. L’esplosivo era polvere pirotecnica e il circuito viene considerato semplice: un piccolo contenitore era collegato con un filo al lembo di ciascuna delle due busta: l’apertura avrebbe quindi chiuso il circuito e provocato l’esplosione. Gli artificieri hanno lavorato nel cortile dell’edificio dove è stata scaricata tutta la strumentazione necessaria per procedere al disinnesco. Le operazione è durata un’ora.
L’invio di due buste contenenti un congegno che se azionato da uno strappo potevano esplodere “è un fatto grave” dice all’Adnkronos il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo che precisa: “Non ci sono elementi allo stato per fare ipotesi su chi possano essere gli autori, certo non è un bel segnale perché le buste erano indirizzate a due magistrati che si occupano di due aree separate ma contigue del mondo anarchico. Dopo i primi accertamenti sarà la procura di Milano a condurre le indagini. Vedremo”.