Dai consigli pratici del Ministero della Salute ai ritrovati tecnologici, come app e sensori che aiutano a non dimenticare i propri figli piccoli in macchina sotto al sole condannandoli a una morte atroce. Come nel caso della bimba di Arezzo
Quello dei genitori che dimenticano in auto i propri figli piccoli (o piccolissimi) è un fenomeno tristemente frequente e che genera le nefaste conseguenze che finiscono sulle pagine dei quotidiani: l’ultimo episodio, in ordine di tempo, e si è verificato poche ore fa in provincia di Arezzo. Purtroppo l’arrivo del caldo estivo abbassa al minimo le possibilità di sopravvivenza dei bambini lasciati per ore in una gabbia di ferro con i finestrini chiusi, magari sotto un fortissimo sole a trasformare l’abitacolo in un vero e proprio forno: la temperatura all’interno di un’automobile può salire da 10° a 15°C ogni 15 minuti – situazione che cambia poco coi finestrini aperti o nei mesi primaverili – causando al piccolo una morte bruttissima, che sopraggiunge per disidratazione e conseguente deficit cardiocircolatorio dopo un paio d’ore di agonia.
Una ricerca condotta da Gene Weingarten, giornalista del Washington Post, spiega che questo tipo di misfatti sono aumentati dagli anni ’90 (dal 1998 a oggi più di 600 piccole vittime nel mondo, il 90% sotto i 3 anni di età): da quando la diffusione dell’airbag anteriore lato passeggero – che oggigiorno è disattivabile sulla maggior parte delle auto – ha spinto gli automobilisti a posizionare i seggiolini dei propri pargoli sul divanetto posteriore della vettura, spesso al di fuori del campo visivo del genitore. Ad aggravare la situazione ci sono anche altri fattori di rischio, come il bambino che si addormenta e “sparisce” acusticamente dall’attenzione di genitori sempre più alle prese con le frenesie, gli stress e la mancanza di riposo tipici della società moderna. Amnesia dissociativa, dicono gli esperti.
Per aiutare i genitori più distratti a scongiurare ogni pericolo, il Ministero della Salute suggerisce di lasciare sempre i propri effetti personali, la giacca o la borsa vicino al seggiolino del bimbo o gli accessori di quest’ultimo – pannolini, biberon, giocattoli – sul sedile anteriore del passeggero: accorgimenti che, perlomeno in linea teorica, dovrebbero aiutare chi è alla guida a “non dimenticare nulla in auto”. Aiuta anche annotare sulla propria agenda del computer o del telefonino un promemoria o un allarme che ricordi o chieda conferma al genitore di aver accompagnato il figlio a scuola o dai nonni prima di andare al lavoro. Mentre per chiunque dovesse accorgersi di un bambino lasciato solo in una macchina parcheggiata l’obbligo è quello di allertare le Forze dell’Ordine.
Contro gli abbandoni involontari viene in aiuto anche la tecnologia: proprio recentemente l’app per smartphone di “Waze”, il GPS social di Google (studiato per evitare il traffico grazie ai feedback della comunità di utenti più numerosa al mondo), è stata arricchita di una funzione gratuita di “Promemoria bimbo in auto”; si tratta di una notifica accompagnata da un segnale sonoro che ricorda al guidatore di controllare con cura l’abitacolo una volta giunti a destinazione. Il suo obiettivo è quello di sostituirsi idealmente alla voce di chi sta dormendo o giocando nel seggiolino posteriore (ma è utile anche per salvaguardare gli animali). Per usufruirne è sufficiente abilitare la ricezione dei promemoria nel menù delle impostazioni (impostazioni, impostazioni avanzate, generale, promemoria bimbo in auto).
Tuttavia la prima applicazione al mondo nata per aiutare i genitori a scongiurare il suddetto pericolo si chiama “Infant Reminder” ed è stata ideata dal messinese Giuseppe Ferrito: è totalmente gratuita e, oltre a funzioni simili a quelle di Waze, permette anche di inviare SMS e email di promemoria precedentemente memorizzati oltreché allarmi sonori e visivi durante il tragitto pianificato col GPS e all’arrivo a destinazione. “Kars4Kids Safety” invece collega lo smartphone al sistema infotelematico dell’auto e lancia un avviso sonoro quando la connessione si interrompe per ricordare a chi sta scendendo dall’auto il prezioso carico sul divanetto posteriore.
Più analogico ma decisamente più visibile “RemoVe Before Landing”: è un nastro rosso spesso 3 mm, largo 2,5 cm e lungo 2 metri disponibile in 2 kit con prezzi da 25 euro; il primo prevede un portachiavi e nastro di sicurezza che collega la cintura di sicurezza, la leva del cambio o la chiave di accensione dell’auto direttamente alla base del seggiolino. Mentre il secondo connette il seggiolino alla portiera dell’auto, lato guidatore. Infine c’è Remmy, sistema composto da un sensore di peso collegato al seggiolino e da un cicalino sonoro collegabile all’accendisigari: non appena spegne il motore, il guidatore viene avvisato della presenza del bimbo in auto. Costa circa 60 euro.