SOGNARE È VIVERE di Natalie Portman. Con Natalie Portman, Gilad Kahana, Amir Tessler. Usa 2015. Durata: 92’ Voto 2,5/5 (DT)
Il debutto alla regia (e alla sceneggiatura in solitaria) dell’intraprendente Natalie Portman arriva con un biopic su Amos Oz, tratto dal romanzo scritto da Oz stesso del 2002 (Una storia di amore e di tenebra, uno dei libri tra i più venduti in Israele) dove lo scrittore racconta la sua infanzia a Gerusalemme dalla fine del mandato britannico della Palestina e ai primi anni dello Stato di Israele. Voce fuori campo, e apparizioni, dello protagonista/scrittore anziano; messa in scena della vita del piccolo Amos in una famiglia proveniente dall’Europa Orientale sempre avvolta in un’aura angosciante e chiusa, inabissata tra i fondali di muri, legni e pietre della loro abitazione; focus sulla figura della madre (interpretata dalla Portman), spesso in campo con la sua dolorosa e triste resilienza allo scorrere degli eventi fino alla sua tragica fine, Sognare è vivere è film che non primeggia certo per guizzi visivi, tutto avviluppato narrativamente alla biografia del protagonista e ai punti di fuga di parecchi flashback onirici che bucano cromaticamente la cripta in cui il racconto è sepolto. Tremolante e riverente sembra essere l’ammirazione della Portman verso l’immensa ombra letteraria e storica di Oz, tanto da portare l’attrice a far prevalere una temuta e ossessiva “tenebra” del passato rispetto ad un qualsivoglia intimo atto d’ “amore”.