Il processo per Enrico Coscioni inizierà il 6 ottobre. Lo ha deciso oggi il gup del Tribunale di Napoli Federica Colucci che ha accolto la richiesta del pm Giancarlo Novelli, titolare dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Il presidente De Luca: "Non sono abituato a commentare queste vicende, piena fiducia nella magistratura. Nessun problema"
Enrico Coscioni, consigliere del presidente della Regione Campania nel settore sanità, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di tentata concussione. Lo ha deciso oggi il gup del Tribunale di Napoli Federica Colucci che ha accolto la richiesta del pm Giancarlo Novelli, titolare dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Il processo comincerà il 6 ottobre prossimo.
Secondo la procura Coscioni sarebbe stato protagonista di indebite pressioni nei confronti di alcuni dirigenti di aziende ospedaliere perché rinunciassero all’incarico per fare posto ad altri. L’indagine fu avviata lo scorso anno e portò a diverse perquisizioni eseguite dalla Guardia di Finanza.
Agli atti dell’inchiesta anche un appunto che Coscioni avrebbe consegnato a un collaboratore di De Luca su cui erano annotati una serie di nomi di persone che si intendeva nominare manager di Asl. “Non sono abituato a commentare queste vicende, piena fiducia nella magistratura. Nessun problema”: così Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, in merito al rinvio a giudizio per tentata concussione di Enrico Coscioni, suo consigliere per la sanità, con l’accusa di aver fatto pressioni in materia di nomine nel settore.
Il pm Giancarlo Novelli e il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino accusano il cardiochirurgo salernitano di tentata concussione ai danni di tre ex commissari di Asl e ospedali pubblici. Fatti risalenti al periodo dal settembre al dicembre 2015, commissari designati dalla giunta Caldoro che Coscioni, una sorta di assessore ombra alla Sanità con carta bianca per mettere ordine negli equilibri politici delle nomine, avrebbe provato a ‘sloggiare’. Invitandoli a dimettersi con le buone o con le cattive, per far posto a persone di gradimento della nuova maggioranza di centrosinistra. “L’onda è partita verrete sostituiti tutti”, la frase clou di Coscioni secondo la Procura.
L’inchiesta era partita dopo un esposto di una delle ‘vittime’, Salvatore Panaro, l’ex commissario dell’Asl Napoli 3, che ricopre l’area della provincia vesuviana e stabiese. Assistito dall’avvocato Fabio Carbonelli, Panaro aveva fatto un ricorso al Tar contro il suo avvicendamento e poi ha messo nero su bianco accuse precise che il pm ha così riassunto nel capo d’imputazione: Coscioni avrebbe invitato Panaro a rassegnare le dimissioni “per evitare un contenzioso. Panaro si è costituito parte civile.