L’ex governatore lombardo e senatore di Ap, già condannato a 6 anni per corruzione per il caso Maugeri, è accusato di corruzione per i suoi rapporti con il presunto intermediario ed ex consigliere lombardo Massimo Gianluca Guarischi, al quale sono già stati inflitti 5 anni in primo grado e in appello per il presunto giro di mazzette nella sanità lombarda
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex governatore lombardo e senatore di Ap Roberto Formigoni, già condannato a 6 anni per corruzione per il caso Maugeri, e accusato sempre di corruzione per i suoi rapporti con il presunto intermediario ed ex consigliere lombardo Massimo Gianluca Guarischi, al quale sono già stati inflitti 5 anni in primo grado e in appello per il presunto giro di mazzette nella sanità lombarda. Il pm Eugenio Fusco ha inoltrato al gup Alessandra Del Corvo la richiesta di processo (dovrà essere valutata in udienza preliminare) per Formigoni e per altre persone, tra cui anche Paolo Alli, ex sottosegretario alla Presidenza della Regione. Chiesta l’archiviazione per l’ex assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani. Stando all’avviso di chiusura indagini del maggio 2015, Formigoni avrebbe ricevuto oltre 400mila euro, tra contanti, orologi, spese per viaggi tra il Sudafrica e la Croazia e il noleggio di jet e barche da Guarischi, per conto di un imprenditore, in cambio dello sblocco di stanziamenti.
Stando agli atti dell’inchiesta, che venne chiusa più di due anni fa e coordinata allora dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio (poi passati in altre sedi giudiziarie), Formigoni avrebbe ottenuto da Guarischi una serie di utilità, tra cui il pagamento di vacanze in Sudafrica e in Croazia, somme in contanti, il noleggio di un aereo privato per raggiungere Olbia e di un elicottero per volare a Saint Moritz e l’acquisto di “un orologio da uomo in acciaio Bulgari dal valore di 3.530 euro”. E ciò, secondo l’accusa, per garantire un “trattamento preferenziale” alla Hermex Italia dell’imprenditore Giuseppe Lo Presti nelle gare per la fornitura di apparecchiature mediche in alcuni ospedali, dandosi da fare per sbloccare gli stanziamenti regionali nel 2012. Al centro dell’indagine, in particolare, due forniture “dell’apparecchiatura diagnostica acceleratore lineare ‘Vero'” all’ospedale di Cremona e all’Istituto dei Tumori (quest’ultima non andò in porto). Tra gli indagati oltre a Formigoni, Alli e Lo Presti, anche l’ex dg della sanità lombarda Carlo Lucchina e Simona Mariani, ex dg dell’ospedale di Cremona.