Esattamente 30 anni fa, una domanda ha dato vita ad una storia tutta da raccontare: come fare per dare un aiuto immediato, concreto e sicuro basato su professionalità e sensibilità, a tutti quei bambini che, nel silenzio, subiscono abusi e violenze? La risposta concreta è stata la fondazione dell’Associazione SOS Il Telefono Azzurro da parte di Ernesto Caffo Professore ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università di Modena e Reggio Emilia. Nei suoi primi trent’anni di vita, l’associazione ha aiutato più di 72.000 bambini e adolescenti, in media 2.400 ogni anno. Un progetto nato e durato nel tempo grazie anche alla partecipazione di diversi attori: innanzitutto lo straordinario lavoro dei volontari (oltre 520 nel 2016) e poi le scuole e le istituzioni che hanno rafforzato una rete di ascolto, dialogo e intervento a difesa dei diritti dei minori. Oggi Telefono Azzurro spegne 30 candeline e celebra il suo anniversario anche con una rivisitazione del logo progettato da Italdesign e che ricorda all’Italia il lungo e costante impegno dell’Associazione fatto di ascolto, intervento, supporto psicologico e molto altro.

LE ORIGINI – Era l’8 giugno 1987, i telefoni erano a tastiera circolare, come si vede nel carosello di vecchi spot diffuso da un’Associazione che ha dovuto cambiare ed evolversi rapidamente nel tempo, al passo con una società che corre e con le nuove tecnologie a dare vita a nuove minacce per i più piccoli. Prima il solo telefono, oggi ascolto e intervento basati su una comunicazione multicanale. La storica linea 1.96.96 ha retto nel tempo lasciando però spazio anche ad altri strumenti, come la chat, il web e i social, ormai fondamentale per l’operato dell’Associazione. Se la prima generazione di bambini e adolescenti chiedeva aiuto per situazioni di violenza e abusi (le percosse e i maltrattamenti fisici rappresentavano il 10% circa delle chiamate dei primi 7 anni), oltre che per problematiche legate alle relazioni con adulti o coetanei (circa il 45% dei casi gestiti tra 1987 e 1994), oggi sempre più le richieste di aiuto si legano ad un aumento della violenza tra coetanei: bullismo (nelle sue diverse componenti) e dating violence ne sono esempio. Solo nel 2016 rappresentano circa il 10% delle richieste di aiuto.

IL CAMBIAMENTO – Ma la vita dei bambini corre sempre più online: nativi digitali, vivono in case high-tech, dove le stanze sono stazioni ad alto contenuto tecnologico. Non stupisce quindi che le richieste di aiuto riguardino anche gli aspetti della loro “crescita digitale”: dipendenza dal web, invio e condivisione di immagini e video sessualmente espliciti autoprodotti (sexting), ricatti legati a questi invii (sextortion), così come adescamenti di minori ad opera di sconosciuti (grooming). I dati di Telefono Azzurro parlano a questo proposito di un trend in aumento costante negli ultimi anni e che oggi si attesta attorno al 6% del totale delle consulenze che vengono offerte ogni anno dal numero gratuito 1.96.96 e dalla chat.

LA STORIA – La storia di Telefono Azzurro è segnata da una serie di passaggi che ne riconoscono l’assoluto valore oltre che un posizionamento che ne fa un punto di riferimento unico per ascolto, intervento e supporto psicologico. Il 18 Dicembre 1990, con decreto del Presidente della Repubblica, Telefono Azzurro diviene Ente Morale. Nello stesso anno viene attivata la prima linea gratuita per i bambini fino ai 14 anni: è il numero 1.96.96, oggi accessibile anche agli adulti, attivo su tutto il territorio nazionale 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno. Segnale tangibile per garantire il “diritto all’ascolto”, riconosciuto al bambino dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia firmata dalle Nazioni Unite l’anno precedente.

Telefono Azzurro ha contribuito a livello internazionale al dibattito sul tema dei diritti dell’infanzia, favorendo la diffusione della conoscenza della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia firmata nel 1989 dalle Nazioni Unite – e ratificata dallo Stato Italiano nel 1991 – e della Convenzione Europea di Strasburgo, firmata nel 1996. Nel febbraio 2003 a Telefono Azzurro è affidata la gestione per la fase sperimentale del Servizio Emergenza Infanzia 114, frutto dell’accordo tra i Ministeri di Comunicazioni, Pari Opportunità e Lavoro e Politiche Sociali. In seguito alla firma di un Protocollo di Intesa con il Ministero dell’Interno, inoltre, dal maggio 2009 Telefono Azzurro gestisce il 116.000, linea diretta per i bambini scomparsi.

L’EVOLUZIONE – L’attività di prevenzione e ascolto di Telefono Azzurro si intensifica e si specializza sempre più. Gli operatori vengono formati sulla base delle esperienze raccolte ma anche grazie ad un confronto costruttivo e strategico con altri paesi europei. Gli strumenti di lavoro, informatici e tecnologici, si evolvono sulle base dei tanti casi trattati e sulla loro diversità. Il Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro è oggi un call center con 30 linee telefoniche, 40 operatori specializzati, centinaia di volontari. All’ascolto telefonico, Telefono Azzurro associa inoltre nuove iniziative tese a favorire la diffusione di una cultura di intervento preventivo nelle situazioni di disagio, maltrattamento e abuso.

Negli anni, l’impegno di Telefono Azzurro è emerso anche in occasione di appuntamenti come le Giornate Nazionali contro la Pedofilia e la pedopornografia, bullismo e cyberbullismo, violenza sui minori. Tra gli ultimi, lodevoli progetti dell’Associazione fondata e presieduta dal Prof. Caffo, spicca “Bambini e Carceri”, che ha come obiettivo quello di fornire supporto psicologico ai piccoli figli di detenuti che vivono situazioni di dolore e fragilità. Attualmente il progetto è attivo in 14 città (Bologna, Chiavari, Firenze, Massa Carrara, Milano, Monza, Napoli, Padova, Palermo, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Roma, Torino) ed è in avvio anche a Livorno, grazie all’impegno di 225 volontari. E come dimenticare l’impegno di Telefono Azzurro attraverso la presenza nelle zone colpite dal terremoto – in ultimo ad Amatrice in cui ci sono ancora volontari – dove la vita di molti bambini è stata segnata dal ripetersi di questa catastrofe naturale. Un impegno che è andato ben oltre i confini nazionali visto che l’Associazione ha instaurato importanti partnership con Missing Children Europe, INHOPE e il Centro internazionale per i bambini scomparsi e sfruttati.

“La nostra è una storia basata sull’ascolto e sulle risposte che nel tempo abbiamo messo in campo sotto forma di progetti concreti, racconta il Professor Ernesto Caffo, fondatore e presidente dell’Associazione. Attraverso l’ascolto Telefono Azzurro ha fatto conoscere i bisogni di bambini e adolescenti, raccogliendo le loro voci attraverso il telefono prima, e poi via via attraverso tutti gli strumenti e i canali che in questi tre decenni la tecnologia ci ha messo a disposizione. Sempre attenti a parlare la lingua dei più piccoli, a essere presenti lì dove loro sono, dove dialogano, dove imparano e dove crescono. Una presenza – conclude Caffo – sempre più capillare e costante, resa possibile dal grande lavoro svolto dai gruppi territoriali dei nostri volontari, che hanno reso grande la storia di questi trent’anni. Lavoreremo ogni giorno affinché nei prossimi trenta venga costruito sempre più un mondo a misura di bambini e di adolescenti.”

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