I ministri della Giustizia dell’Ue hanno dato luce verde al testo che regolerà la collaborazione tra le nazioni che per ora hanno deciso di partecipare, sebbene le porte siano aperte a future adesioni. Sono rimasti fuori Olanda, Polonia, Ungheria, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Svezia e Malta
Quattro anni di discussione e solo venti Paesi europei hanno concordato di creare una procura europea contro le frodi economiche nell’Unione europea. I ministri della Giustizia dell’Ue hanno dato il via libero al testo che regolerà la collaborazione tra le nazioni che per ora hanno deciso di partecipare, sebbene le porte siano aperte a future adesioni. Sono rimasti fuori Olanda, Polonia, Ungheria, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Svezia e Malta. L’accordo dovrà ora essere approvato dal Parlamento europeo. Una volta istituita, la Procura indipendente dell’Ue sarà dotata dei poteri di indagare e perseguire i reati a danno del bilancio dell’Unione, quali corruzione o frodi relative ai fondi oppure frodi Iva a livello transfrontaliero.
La sede del nuovo ufficio, che secondo le previsioni sarà operativo dal 2020, sarà a Lussemburgo. In assenza di unanimità, i Paesi del blocco hanno deciso di basarsi sulla cooperazione rafforzata per permettere agli Stati interessati di portare avanti l’iniziativa. “Oggi è una data molto importante, un buon giorno per la giustizia europea e un brutto giorno per i delinquenti. Dopo quattro anni abbiamo raggiunto un accordo”, ha commentato la commissaria europea Vera Jourova. Ha anche chiarito che la Commissione non intende escludere dall’assegnazione dei fondi europei i Paesi che non aderiranno, smentendo quanto riportato di recente in proposito da alcuni media. La nuova procura europea avrà l’autorità, sotto certe condizioni, di indagare e portare in tribunale i sospettati di reati di frode e di azioni contrarie agli interessi economici europei, facilitando la collaborazione tra le autorità nazionali ed europee. L’accordo dovrà ora essere approvato dal Parlamento europeo.
Anche se l’Ufficio del procuratore europeo non si occuperà di questioni direttamente connesse col terrorismo, tuttavia “è un primo passo” – spiega il Guardasigilli – perché indirettamente si occuperà di frodi contro l’Ue. Sappiamo che molte organizzazioni criminali agiscono in questo campo e sappiamo che il Trattato di Lisbona prevedeva la possibilità di andare verso una struttura che avesse piene competenze nell’ambito della criminalità organizzata e del terrorismo. Come sappiamo che spesso le istituzioni europee sono partite con competenze più limitate e via via hanno saputo espandere il loro ruolo. Mi auguro che questo sia uno di quei casi, anche perché noi abbiamo davvero bisogno di un soggetto che sappia rispondere come Europa a chi ci attacca come europei“.