Il disturbatore tv è accusato di aver avuto nel 2013 rapporti sessuali con tre minorenni in cambio di denaro e regali, utilizzati per superare le resistenze delle sue giovani vittime. Il pm aveva chiesto sei anni
Gabriele Paolini è stato condannato a cinque anni dal tribunale di Roma, a conclusione del un processo che lo vedeva imputato per i reati di produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale. La pm Claudia Terracina lo scorso febbraio aveva chiesto la condanna a sei anni. L’avvocato Massimiliano Kornmuller ha voluto precisare che dalla sentenza “è stata esclusa l’imputazione di induzione della prostituzione minorile“, di cui era stato accusato. “Ciò si evince dal dispositivo della condanna”, ha aggiunto.
Il disturbatore tv è accusato di aver avuto nel 2013 rapporti sessuali con tre minorenni in cambio di denaro e regali, utilizzati per superare le resistenze delle sue giovani vittime. Per questa vicenda, nel novembre del 2013, Paolini finì nel carcere di Regina Coeli ma dopo qualche mese tornò libero con l’obbligo di portare il braccialetto elettronico.
Secondo la Procura quattro italiani e uno romeno avrebbero subito le attenzioni dell’imputato. I cinque, secondo l’accusa, vennero adescati dall’uomo tramite internet e filmati in alcuni video fatti in un garage. Nell’ordinanza di arresto il gip scriveva che il disturbatore televisivo ha messo in atto nei confronti dei ragazzini un “insistente tentativo di persuasione, pur a fronte delle palesi resistenze oppostegli, con modalità espressive di reiterata e collaudata tecnica di induzione”.
Nel corso della requisitoria il pm aveva sottolineato come Paolini, per superare le resistenze delle sue giovani vittime, avesse corrisposto somme di denaro convincendoli anche a filmare i rapporti sessuali. Nei suoi confronti l’accuse sono di induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale. “Nelle sue richieste, il pm non ha tenuto conto che i tre ragazzi hanno sempre escluso la sussistenza dell’articolo 600 ter cioè quello di avere fatto prostituzione minorile. Loro non si sono mai prostituiti”, avevano dichiarato gli avvocati Lorenzo Lamarca e Massimiliano Kornmuller, difensori di Paolini. Quest’ultimo dopo l’arresto disse che con uno dei ragazzi era fidanzato. Dopo la sentenza, l’avvocato ha precisato: “”Le motivazioni non sono state depositate e pertanto non le conosciamo, quando le conosceremo faremo le nostre valutazioni”.