Non sarò rinviato a giudizio. I fatti li conoscete e li ho descritti qui in una precedente puntata del blog. Ieri si è tenuta l’udienza preliminare mi contestavano la correttezza di un incarico per la riorganizzazione dell’azienda pubblica dei rifiuti di Messina.
All’esito dell’interrogatorio mio e di Alessio Ciacci, anche lui indagato, il pm ha formulato la sua richiesta di non luogo a procedere per insussistenza del fatto. L’udienza, proseguita con le conclusioni delle difese, ha visto il giudice pronunciarsi per entrambi con un verdetto inequivocabile di non luogo a procedere per insussistenza del fatto, confermando così l’impianto difensivo e quanto riconsiderato dall’Ufficio di Procura.
Non sarò rinviato a giudizio. La vicenda si è così conclusa e possiamo dirci estranei a tutti gli addebiti ipotizzati inizialmente.
Ero sicuro che una sentenza favorevole e giusta avrebbe posto fine a questa storia, ma temevo che sarebbe giunta fra anni. Per un amministratore pubblico, anche solo il fumus di contestazioni del genere può costituire un pregiudizio rilevante.
E’ apprezzabile che ci abbiano ripensato, ma restano i danni personali. Purtroppo il mio nome è stato associato ad una indagine che non doveva partire e, come sempre, la piena assoluzione non avrà il risalto mediatico che hanno avuto le accuse.
Quanto accaduto in questo ultimo anno, mi è pesato molto in termini di serenità, di tempo e di nuovo spese legali, ma quando si lavora per la trasparenza, l’efficienza nella pubblica amministrazione, specie in un settore come quello dei rifiuti, si trovano tanti ostacoli sul cammino.
Anche la Giustizia può essere usata in modo strumentale. Basti dire che l’esposto alla base di tutto partì da un consigliere comunale passato prima del Partito democratico poi di Forza Italia, poi altri, coinvolto nella inchiesta Gettonopoli e legato politicamente all’ex sindaco pregiudicato Francantoino Genovese. Oggi sappiamo che quelle accuse erano destituite di fondamento ma la domanda rimane: perché gli fu dato credito? E perché sono state usate mediaticamente?
Era proprio surreale che il lavoro svolto a Messina, che ha comportato aumenti di efficienza, risparmi per milioni di euro, ottenimento di finanziamenti a fondo perduto per centinaia di migliaia di euro per la raccolta differenziata, interruzioni di sprechi e possibili ruberie (ne ho parlato in una puntata del blog), dovesse poi vedermi sui banchi degli imputati.
Come già commentavo alla notizia dell’avvio indagini questa nuova esperienza giudiziaria conferma l’urgenza di continuare a lavorare nelle aziende pubbliche per diffondere l’etica, l’efficienza la sostenibilità nonostante le ripercussioni personali che si rischiano.
Voglio ringraziare i miei legali, Lucia Lipari e Pasquale Costantino, i funzionari pubblici che abbiamo incontrato oggi, le persone e i lettori del blog che hanno continuato ad avere fiducia nel mio operato.