Pur di non far vaccinare i loro figli, 130 famiglie sono pronte a fuggire dall’Italia e chiedere ‘asilo’ in Austria. In Alto Adige continua la mobilitazione contro l’obbligo delle vaccinazioni, dopo che mercoledì 7 giugno il Consiglio provinciale ha approvato una mozione che chiede “lo stralcio delle misure coercitive previste dal decreto sui vaccini”. Ora sono le famiglie altoatesine ad annunciare che, se la situazione non dovesse cambiare, sono pronte a rifugiarsi oltre confine pur di “non avvelenare i nostri bambini”.
“I genitori hanno già scritto al presidente italiano Mattarella, a quello austriaco Van der Bellen, come anche al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di Ginevra”, ha detto all’Ansa l’attivista no vax Reinhold Holzer, che guida la protesta. Holzer è un personaggio molto conosciuto tra i monti altoatesini. A Silandro gestisce con successo da oltre 30 anni un’azienda di bioarchitettura e bioedilizia, insieme ai suoi tre figli, rigorosamente non vaccinati. Holzer infatti non è nuovo alle fughe anti-vaccini. Già negli anni 90’ era scappato in Austria con tutta la famiglia perché la Cassazione gli aveva revocato la responsabilità genitoriale, proprio per non aver vaccinato i propri bambini.
Allora dovette intervenire il governatore e leader del Südtiroler Volkspartei, Luis Durnwalder, per chiudere la polemica e riportare la famiglia Holzer in Alto Adige. I tre figli comunque “scamparono ai vaccini”, come ricorda spesso il padre. Ora lo stesso vogliono fare più di un centinaio di famiglie. “Non chiede asilo solo chi scappa da una guerra, ma anche chi si vede privato dei diritti umani“, sostiene Holzer. Nella vicina Austria le vaccinazioni sono tutte raccomandate: nessun tipo di obbligo come quelli introdotti con il decreto voluto dal ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.
“Gli altoatesini – ha concluso Holzer – sono particolarmente sensibili ai temi della salute e dell’ambiente, perciò da noi il numero di bambini non vaccinati è particolarmente alto”. La provincia di Bolzano è in effetti quella dove ci si vaccina meno in tutta Italia. E non stupisce che a chiedere ora ‘ospitalità’ all’Austria siano soprattutto famiglie della val Venosta e della val Pusteria, cioè le zone più vicine al confine. Come riporta il quotidiano Alto Adige, sono i luoghi dove la copertura vaccinale è più bassa. Al paese venostano di Glorenza spetta per esempio il primato di zero vaccinazioni nei primi 24 mesi di vita. Mentre a Laces, nella media Venosta, su 58 bambini con meno di due anni, solamente 17 sono stati vaccinati contro morbillo, rosolia e parotite.