Il Movimento 5 stelle fuori da tutti (o quasi) i ballottaggi, il centrodestra che batte più colpi e dichiara il suo risveglio a livello nazionale da Genova a Taranto fino a Piacenza. La Sicilia grillina che incorona per la quinta volta Leoluca Orlando sindaco di Palermo e lo fa addirittura al primo turno. Sono queste le prime fotografie che arrivano dalle elezioni amministrative in un’Italia che, in uno dei primi weekend estivi, ha deciso di andare alle urne con pochissimo entusiasmo: l’affluenza nei 25 capoluoghi di Regione e di Provincia al voto è stata del 60 per cento, sette punti sotto rispetto alla volta precedente. Da nord a sud, la cronaca racconta territori che fanno storia a sé, anche se contemporaneamente lanciano segnali importanti ai partiti in vista delle prossime elezioni nazionali. Da una parte infatti c’è l’amarezza dei 5 stelle che non riescono ad arrivare al secondo turno in nessuno dei comuni su cui speravano almeno di giocarsela; dall’altra la soddisfazione di un centrodestra che, dove si presenta unito, porta a casa qualche soddisfazione. Genova è una delle città simbolo: il leghista Marco Bucci, sostenuto da Fi e affini e soprattutto sponsorizzato dal presidente della Liguria azzurro Giovanni Toti, sfida quasi alla pari il centrosinistra di Giovanni Crivello. Brutta serata per i 5 stelle che, nella città di Beppe Grillo, si sbriciolano tra liti interne e candidati alternativi tanto che il candidato ufficiale Luca Pirondini si ferma al 18 per cento. Palermo va come da copione: rivince addirittura al primo turno Orlando, senza che il M5s riesca a spuntarla là dove avrebbe potuto sbancare. Pesano l’inchiesta che ha portato a sospensioni di deputati nazionali, ma anche le faide interne che hanno indebolito il candidato Ugo Forello. Va male per i grillini anche a Taranto: la patria dell’Ilva era la terra di delusione dove speravano di raccogliere consensi. Ma, sempre stando alle prime proiezioni, arrivano quarti addirittura dietro Mario Cito e alla sua Lega d’azione meridionale (primo partito nel capoluogo ionico).
Il segnale, in vista delle prossime elezioni politiche, è anche e soprattutto a destra: il primo a gongolare è il leader della Lega Nord Matteo Salvini che a scrutinio ancora in corso è intervenuto in diretta tv per invocare l’unità del centrodestra, ma a “traino leghista”. La coalizione Fi, Carroccio e Fdi è in vantaggio in varie città: se la gioca a Genova, dove la destra non ha mai governato nella seconda repubblica; a Verona lo scontro è a tre con la presenza addirittura della compagna del sindaco uscente Flavio Tosi che compete con centrodestra e centrosinistra; a Padova il sindaco sceriffo Massimo Bitonci non ce la fa al primo turno, ma comunque si presenta al ballottaggio da vincitore. Ma la coalizione è in testa anche a Piacenza, Lucca, La Spezia, Rieti. Senza contare dove va al ballottaggio, come Lecce, L’Aquila e Monza. Tutti numeri che riaprono la partita nazionale, soprattutto nei giorni in cui il dibattito politico si sposta sulla famigerata riforma della legge elettorale: “Se stiamo ai numeri delle amministrative in tutta Italia”, ha detto il fedelissimo di Silvio Berlusconi Toti, “vedo che un centrodestra unito potrebbe arrivare in città molto difficili come Genova al 33-34% e quindi non così lontano da quel 40% che segna il premio di maggioranza per la lista che prenderà più voti con l’Italicum“. E quindi il messaggio all’ex Cavaliere contro “il proporzionale che non darebbe governabilità al Paese”. Se fino a oggi non lo aveva ascoltato, forse da domani mattina, risultati alla mano, potrebbe cambiare idea.
Palermo – Leoluca Orlando è sindaco per la quinta volta. Il primo cittadino uscente chiude la partita senza lasciare spazio a nessuno degli avversari. Secondo le prime proiezioni Emg per La7, arriva addirittura al 44,4 per cento. La soglia minima per essere eletti al primo turno è, secondo la legge elettorale siciliana, appunto il 40 per cento e, a scrutinio ancora in corso, Orlando sembra non avere particolari preoccupazioni. Si fermano dietro di lui: Fabrizio Ferrandelli (centrodestra) al 32,7%, Ugo Forello (M5S) al 16,9%. Palermo è una delle occasioni perse per i 5 stelle, che hanno sofferto negli ultimi mesi per lotte interne e indagini. Da segnalare anche qui, come secondo la tendenza di tutta Italia, un calo significativo dell’affluenza: ha votato il 52,6% degli elettori, mentre nel 2012 era andato alle urne il 63,19%. “Da palermitano”, ha commentato il grillino Forello, “prima ancora che da candidato M5s mi rammarica molto il dato dell’astensionismo. E’ andato a votare poco più del 50 per cento dei palermitani, questo evidenzia la disaffezione e disillusione dei palermitani nei confronti della politica”.
Parma – Nella città che fu la Stalingrado 5 stelle nel 2012, l’uscente ed ex grillino Pizzarotti non ce la fa al primo turno, ma arriva comunque in testa al 35,6 %. Al ballottaggio dovrà vedersela con il candidato civico sostenuto dal centrosinistra Paolo Scarpa (dato intorno al 29,6 per cento). Terza tra il 18 e 22 per cento c’è la leghista Laura Cavandoli. Quest’ultima comunque registra una percentuale significativa in Emilia, anche grazie al sostegno delle forze di centrodestra che proprio su Parma hanno puntato molto. Lo stesso leader del Carroccio Matteo Salvini è stato più volte a Parma nei mesi scorsi e qui ha voluto organizzare il congresso della Lega Nord.
Genova – La sfida al ballottaggio nella città di Beppe Grillo sarà tra il centrodestra e il centrosinistra. Da una parte il candidato di sinistra Gianni Crivello che, secondo le proiezioni, arriva al 34,8% dall’altra il leghista Marco Bucci al 35,3%. Terzo il grillino Luca Pirondini (M5s). Molto bassa l’affluenza in città, con un dato che si ferma sotto il 50 per cento. “Questo deve stimolare una riflessione sul perché la maggioranza dei cittadini ha preferito non andare a votare per nessuno”, ha detto il segretario locale dem Alessandro Terrile. “E’ stata una campagna elettorale anche difficile, il distacco verso la politica è evidente”.
Taranto – La città dell’Ilva manda al ballottaggio, in base alla II proiezione di Istituto Piepoli per Rai, la candidata del centrodestra Stefania Baldassarri (23%) e l’avversario del centrosinistra Rinaldo Melucci (Pd, Psi, Centristi, liste civiche) al 16%, Mario Cito (Lega d’Azione meridionale) al 13% e Francesco Nevoli (M5s) al 12%.
Trapani – Lo scontro è tra il senatore Antonino D’Alì sostenuto da Forza Italia, Psi, Per la grande città; il deputato regionale ed ex sindaco Mimmo Fazio con ‘Lista per Fazio, ‘Uniti per il futuro’, ‘Progetto per Trapani’, ‘Trapani tuà, ‘Io ci sono’. Marcello Maltese candidato del Movimento 5 stelle sarebbe distanziato di qualche punto percentuale. A Trapani la campagna elettorale è stata sconvolta da due inchieste giudiziarie che hanno coinvolto D’Alì e Fazio, un tempo assieme nel Pdl e ora avversari. Per D’Alì la Dda di Palermo ha chiesto l’obbligo di soggiorno, con il tribunale che notificò il provvedimento al senatore a ridosso della scadenza dei termini per la presentazione delle liste elettorali. I pm ritengono D’Alì “socialmente pericoloso”. La richiesta sarà esaminata, a luglio, dal tribunale di Trapani. D’Alì a caldo aveva sospeso la campagna elettorale per poi riprenderla su impulso del suo partito, Forza Italia. Fazio invece è stato arrestato per corruzione e poi rimesso in libertà dopo la revoca dei domiciliari. E’ coinvolto nell’inchiesta della Procura di Palermo che ha portato all’arresto dell’armatore della Liberty Ettore Morace per corruzione, indagine che ha coinvolto altri politici. I 5stelle hanno cercato di approfittarne, tant’è che s’è mosso il leader Beppe Grillo in prima persona, facendo tappa a Trapani a chiusura della campagna elettorale.
L’Aquila – L’Aquila vede il ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra. In base alla seconda proiezione Ipr-Piepoli per la Rai, nel capoluogo abruzzese il candidato sindaco Americo Di Benedetto (centrosinistra), poco prima dell’una di notte, è dato al 45%, Pierluigi Biondi (centrodestra) al 37%, Carla Cimaroni (sinistra) al 7%, Fabrizio Righetti (M5s) al 5%. Buona l’affluenza con il 67,77%. L’affluenza qui è stata del 67,77%, alle precedenti elezioni comunali l’affluenza era stata del 72,38%.
Verona – Una manciata di voti divide i candidati sindaco di Verona Federico Sboarina (Lega), Orietta Salemi (Pd) e Patrizia Bisinella (Lista Tosi). Secondo il ministero degli Interni, al momento sono state scrutinate 35 sezioni su 268 e Sboarina è in testa con 3.581 voti (27,93%) seguito da Salemi con 3.144 voti (24,52%) e da Bisinella con 3.056 voti (23,84%). La situazione, quindi, non è ancora delineata in modo netto, con la compagna di Tosi che potrebbe soffiare il ballottaggio alla democratica.
Padova – Non torna subito in sella a Padova Massimo Bitonci, il sindaco ‘sceriffò della Lega disarcionato nel novembre 2016 da sua stessa maggioranza, che guida la sfida per Palazzo Moroni ma dovrà affrontare il secondo turno (con ogni probabilità) con il candidato del Pd, l’imprenditore Sergio Giordani. Le prime proiezioni vedono Bitonci al 37% dei voti, e Giordani al 27%. Il risultato più eclatante, è però quello del prof universitario Arturo Lorenzoni, che con la sua ‘Coalizione civicà è accreditato di un 24%.
Affluenza in calo – Si sono chiusi alle 23 i seggi nei 1.004 Comuni chiamati al voto per elezioni amministrative. Hanno ora inizio le operazioni di spoglio. Quando sono noti i dati relativi a oltre 300 comuni sugli 849 i cui dati sono raccolti dal Viminale, l’affluenza alle urne per le elezioni comunali, rilevata alle 23 di oggi – orario di chiusura dei seggi – va attestandosi poco sopra il 61%. Alle precedenti omologhe, alle ore 23, la percentuale era stata del 68%. Il dato non tiene conto dei comuni del Friuli Venezia Giulia e della Sicilia, gestiti direttamente dalle due Regioni e non dal Viminale. Alle 19 la partecipazione al voto era data in crescita al 42,35% (negli 849 Comuni italiani rendicontati dal Viminale, escludendo quelli delle Regioni a statuto speciale Trentino Alto Adige e Sicilia). In occasione delle ultime amministrative, nel 2012, alla stessa ora, aveva votato il 37,7% degli aventi diritto, ma allora si votava in due giorni ed era possibile votare fino alle 15 di lunedì. Alle 19 l’affluenza era al 46%, invece, nella tornata elettorale delle Amministrative 2016: allora si votava in un giorno solo: tra i Comuni coinvolti c’erano anche Roma, Milano, Torino e Bologna ed era un turno più avvertito dai partiti avendo più peso a livello nazionale.