‘Ndrangheta e corruzione. L’intervento del procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, al convegno nazionale di Magistratura Democratica a Reggio Calabria, traccia uno spaccato inquietante e attuale di come le mafie “silenti” e “mercatiste” stanno condizionando il Paese non più guidato dalla politica ma dall’economia. “C’è una verticalizzazione progressiva dei processi di decisione di spesa – spiega Scarpinato -. Pensiamo alla Consip (appalti di miliardi e mezzo che prima erano frammentati in centinaia di micro appalti) o all’erogazione dei fondi europei. Per capire cosa sta succedendo bisogna guardare il nord, dove le componenti più evolute delle organizzazioni mafiose offrono beni e servizi illegali. Domanda e offerta che non è alimentata solo dalle persone normali, ma anche dagli operatori economici che stanno sul territorio i quali chiedono alle mafie servizi illegali che consentono di abbattere i costi di produzione”. In questo contesto, la norma del “416 ter è post datata, da prima Repubblica – aggiunge il magistrato -. Prima era la politica che governava l’economia. Oggi abbiamo una politica che deve solo eseguire le direttive della Commissione europea e della Banca europea. L’accesso alle cabine di regia dove si decidono i grandi affari è riservato soltanto ad élite delle nomenclature politiche ed élite delle aristocrazie mafiose, network di potere di cui fanno parte esponenti di mondi diversi”.