Intervistato da Repubblica Tv l'ex premier ha parlato praticamente di tutto: dall'inchiesta della procura di Roma, suo argomento preferito da qualche settimana, al Movimento 5 Stelle e ovviamente alle possibili alleanze del Pd: "Sono disponibile a parlare con Pisapia e Boldini. No all'Unione di Prodi che magari vince ma poi non governa. Grandi intese con Forza Italia? Possono accadere comunque"
Il caso Consip? “Siamo partiti da una mega tangente che nessuno sa dov’è e siamo arrivati a qualcuno che fabbrica prove false”. Le accuse di violazione di segreto contro il ministro Luca Lotti? “Sono assolutamente certo del suo comportamento“. La sconfitta del Pd a Rignano, dove è stato rieletto sindaco l’ex dem Daniele Lorenzini, testimone dell’inchiesta sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione? “”Mi trova uno che neghi l’equazione tra le vicende Consip e il fatto che abbiamo perso a Rignano”. Lo stop di Beppe Grillo ai campi rom? “Credo che siano le classiche dichiarazioni di presa in giro degli italiani”. Il futuro del centrosinistra? “Sono disponibile a dialogare con Giuliano Pisapia purché non si realizzi un’Unione bis che da Dini a Mastella e Turigliatto forse vince ma poi non governa”. È un Matteo Renzi a ruota libera quello intervistato da Repubblica Tv.
L’ex premier ha parlato praticamente di tutto: dall’inchiesta Consip, suo argomento preferito da qualche settimana, alle alleanze del Pd fino ovviamente al Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo. Proprio oggi con un post sul blog i 5 Stelle hanno annunciato che a Roma l’unica strada da seguire è “smantellare i campi rom e creare le condizioni affinché l’emergenza non si ripresenti fra qualche anno”. “Credo che siano le classiche dichiarazioni di Grillo a presa in giro degli italiani. Io a Firenze l’ho smontato un campo rom. Bisogna saper distinguere tra chi delinque e chi vuole andare a scuola. Io l’ho fatto, Grillo in questo momento ha un problema: si sta accorgendo che la realtà è più complicata del blog e la politica più difficile dell’algoritmo”, ha detto il segretario del Pd intervistato dal quotidiano diretto da Mario Calabresi.
Poi Renzi ha dedicato buona parte della sua intervista per parlare dell’inchiesta Consip, dove sono al momento indagati il ministro Luca Lotti per violazione di segreto, e il padre dell’ex premier, Tiziano, per traffico d’influenze. Il numero uno del Nazareno non ha commentato in alcun modo l’inchiesta a carico di Renzi senior, mentre si è detto “assolutamente certo del comportamento di Lotti. Se lui dice: ho visto queste persone mostrando le agende in Aula e in Parlamento. Poi possiamo stare ore a discuterne”. Un garantismo a corrente alternata quello dell’ex premier: da un lato è certo dell’innocenza dell’indagato Lotti, dall’altro è assolutamente sicuro della colpevolezza degli altri indagati, il capitano del Noe. Gianpaolo Scafarto, accusato di falso, e il vicecomandante Alessandro Sessa, accusato di depistaggio. “Siamo partiti da una mega tangente che nessuno sa dov’è e siamo arrivati a qualcuno che fabbrica prove false. Se fosse vero che qualcuno ha fabbricato prove false contro il presidente del Consiglio, come si chiama? Dopodiché io ho avuto un atteggiamento molto serio, chiedo che si vada fino in fondo e non passerò un solo momento senza chiedere che su Consip esca fuori la verità”, ha tuonato Renzi ai microfoni di Repubblica Tv.
Per il segretario del Pd, poi, anche la sconfitta del suo partito a Rignano – città che gli ha dato i natali dove abita Tiziano Renzi – è da imputare all’inchiesta sulla centrale acquisti sulla pubblica amministrazione. “Mi trova uno che neghi l’equazione tra le vicende Consip e il fatto che abbiamo perso a Rignano. Negli ultimi sei mesi chi non è stato su Marte ha visto questo scandalo costante. A Rignano sull’Arno abbiamo visto i voti alle primarie. Quando mi sono candidato abbiamo visto i voti che ho preso. Su Rignano pesa una vicenda grossa come una casa, che incide su quel comune. Il sindaco eletto era stato individuato dal Pd prima che venisse fuori questo scandalo Consip”, attacca l’ex premier. Nel cittadina di Renzi senior, infatti, è stato rinconfermato come sindaco l’uscente Daniele Lorenzini, leader della lista civica Insieme per Rignano ed ex candidato del Pd. Ha sconfitto la candidata dem Eva Uccella. Amico fraterno di Tiziano Renzi (e medico di famiglia), il sindaco di Rignano sull’Arno è sempre stato sostenuto dal padre dell’ex premier. Finché non ha parlato. È stato convocato (non è indagato) come persona informata sui fatti per chiarire cosa si sarebbero detti il generale Emanuele Saltalamacchia e il padre dell’ex premier in una cena ad ottobre scorso a casa di Renzi senior. Secondo i Pm, il generale avrebbe messo in guardia Tiziano dicendogli di non parlare con Alfredo Romeo, l’imprenditore al centro dell’inchiesta Consip. Lorenzini si ricorda solo: “Non parlare con certa gente”. Ha quindi deciso di non ricandidarsi sotto al simbolo de Pd prima che scoppiasse la “bomba” Consip. Da allora a Rignano le acque sono agitate anche per lui e a nulla, pare, è valso il tentativo di calmarle con l’invio di ministri e big di partito.
“Disponibile a parlare con Pisapia. No a Unione di Prodi” – Quindi, esauriti i temi giudiziari, il segretario del Pd ha finalmente parlato di politica. Dopo le amministrative, ovviamente, il primo punto in agenda è rappresentato dalle eventuali alleanze del Pd. “Non si può immaginare centrosinistra senza il Pd. Il Pd è il centrosinistra ed è pronto ad allargarsi a liste civiche, associazionismo: sono i contenuti a definire le alleanze. Questa roba di centrosinistra può arrivare al 40%”, ha spiegato il numero uno del Nazareno aprendo all’ex sindaco di Milano e alla presidente della Camera. “A sinistra c’è uno schieramento che è il centrosinistra europeo, sono disponibilissimo a dialogare con Pisapia, con la Boldrini”. Porte chiuse invece ai partiti a sinistra del Pd e ad uno schema che ricalchi il centrosinistra dell’Ulivo. “Il Pd è casa di Prodi e Veltroni. Capisco la posizione di Veltroni sul proporzionale e la condivido nel merito ma l’accordo lo rifarei. Quanto a Prodi, tutti condividiamo di tenere insieme il centrosinistra. Ma per un campo condiviso è importante che ci siano altri e che si sia seri: Prodi è stato mandato a casa due volte dalla sinistra. Ben venga rafforzare il centrosinistra purché non si realizzi un’Unione bis che da Dini a Mastella e Turigliatto forse vince ma poi non governa”.
“No a Sinistra, può tornare patto con B” – Per la verità, però, a far cadere il secondo governo Prodi nel 2008 furono i moderati dell’Udeur di Mastella e non la sinistra. Renzi, però, approfitta del falso doppio precedente storico per chiudere oggi le porte a Sinistra Italiana. “C’è una sinistra che è fiera di essere mera testimonianza. Se vogliono mandare a casa il Jobs Act fate voi l’alleanza con loro. Con Fratoianni l’alleanza non la faccio, perché su Jobs Act e investimenti la pensiamo in modo opposto. Sono i contenuti a definire le alleanze”. L’ex premier, invece, è sembrato più possibilista ad una nuova edizione del patto del Nazareno e alle larghe intese con Forza Italia. “La grande coalizione con Berlusconi non è l’opzione mia, non è di Berlusconi, non lo è di nessuno. Le grandi intese arrivano, se arrivano, quando c’è lo stallo. Questo potrà accadere comunque, non raccontiamo balle agli italiani. È normale che se uno non ha i numeri in Parlamento li deve trovare. Il sistema legato al proporzionale va esattamente in questa direzione, gli accordi li fai in Parlamento. Se fosse entrato in vigore il sistema tedesco col 40% rischi di prendere la maggioranza assoluta”.