L’offerta era prevista, almeno tra gli addetti ai lavori. “Impossibile che Mediaset non offra”, si diceva. Il testa a testa con Sky, favorita della vigilia, se lo aspettavano davvero in pochi, invece. Contro ogni previsione è invece proprio così: il gruppo di Rupert Murdoch e il network della famiglia Berlusconi si stanno contendendo la vittoria dell’asta per la trasmissione della Champions League nel triennio 2018-21: le proposte economiche presentate all’Uefa, che si è presa del tempo per decidere, sono economicamente quasi sovrapponibili, come anticipato da Radiocor.
Si parla di circa 600 milioni di euro per avere l’esclusiva nella trasmissione delle quattro squadre italiane che dal 2018/19 avranno diritto di giocare la più importante coppa europea di calcio. La certezza di avere un poker di club – a differenza di quanto avvenuto in questi anni – ha probabilmente spinto Mediaset a stravolgere la sua strategia. Dopo l’all-in di Piersilvio Berlusconi che nel 2014 aveva puntato tutto sulla Champions per tentare di strappare abbonati a Sky, quindi, la linea del Biscione non è poi cambiata radicalmente.
A differenza di quanto accaduto nelle ultime due stagioni, infatti, la presenza di 4 squadre nella fase a gironi garantisce un bacino di utenza che in questi anni si è assottigliato parecchio a causa della presenza di appena due club e all’assenza di Inter e Milan, che con la Juventus hanno il bacino maggiore di tifosi. E Cologno Monzese ha potuto verificare grazie alla Juve che, se una squadra italiana riesce ad arrivare in fondo, la trasmissione in chiaro garantisce ascolti record e ricavi pubblicitari importanti.
Da qui, l’addio al “basso profilo”. Possibile anche grazie al temporeggiamento nell’assegnazione dei diritti della Serie A, dai quali Mediaset si è temporaneamente sfilata invocando una modifica del bando. E facendo così saltare l’asta. Perché il nuovo testo sia pronto bisognerà attendere almeno fino a settembre. Mentre le nuove offerte andranno imbustate con ogni probabilità poco prima della fine dell’anno. C’è tempo, quindi. E il Biscione ha potuto concentrare le proprie cartucce sulla Champions, mentre continua a dialogare con Vivendi per ricomporre il grande freddo seguito alla scontro sulla (mancata) vendita di Premium che ha affondato i conti del Biscione. Vincent Bolloré e la famiglia Berlusconi potrebbero trovare trovare la pace proprio grazie al calcio di casa nostra, ma i tempi non erano ancora maturi negli scorsi giorni.
In quest’ottica vanno lette le proteste di Sky, che per il massimo campionato aveva imbustato 494 milioni di euro e ha lamentato l’assenza degli altri, grazie ai quali – fanno di conto gli uomini di Murdoch – la Lega avrebbe raggiunto i propri obiettivi. Non se n’è fatto nulla e ora la battaglia si è spostata in Europa, lì dove tutto era iniziato con lo ‘scippo’ di Piersilvio Berlusconi a Murdoch. Quando l’armistizio sembrava cosa obbligata, la battaglia è invece ricominciata.