“La giunta Fassino ha lasciato il bilancio del Comune in una situazione di squilibrio strutturale”. “Appendino stravolge ancora una volta la realtà dei fatti”. Dopo il botta e risposta sulla gestione di Piazza San Carlo la sera della finale di Champions League, nuovo scontro tra il sindaco di Torino Chiara Appendino e il predecessore Piero Fassino. Stavolta la miccia è la delibera della Corte dei Conti sul bilancio 2015 e sul previsionale 2016 del Comune di Torino (entrambi firmati dalla giunta Fassino) depositata il 12 giugno. La Corte, al termine della fase istruttoria, ha rilevato anche una “sovrastima delle entrate in passato” e “accertamenti di entrata rivelatisi non attendibili” che hanno causato un “peggioramento dell’anticipazione di tesoreria”. Tanto che non esclude l’extrema ratio: il ricorso all’art. 243 bis del Testo unico degli enti locali, vale a dire il pre dissesto. Scenario che aprirebbe la strada a misure lacrime e sangue per ripianare il disavanzo, con tagli della spesa e aumento delle tariffe.

Nel frattempo i magistrati contabili invitano l’amministrazione comunale a predisporre entro il 30 settembre un “articolato piano di interventi” in quanto il risultato positivo al 31 dicembre 2015 risulta essere “meramente contabile, in presenza di un fondo cassa pari a zero che, dopo l’applicazione di vincoli e accantonamenti diventa negativo“. Appendino, che a fine marzo ha approvato il preventivo 2017, ha colto la palla al balzo per accusare Fassino di aver “lasciato il bilancio del Comune in una situazione di squilibrio strutturale“. Così, ha scritto su facebook, “cade definitivamente il falso mito di aver lasciato a me e alla mia squadra una città con i conti in ordine. La realtà dei fatti si dimostra molto distante da quanto propagandato fino ad oggi” e “ora toccherà a noi l’onere di rimettere i conti in equilibrio”.

Fassino ha risposto a stretto giro sostenendo che la prima cittadina “stravolge ancora una volta la realtà dei fatti” e “continua a raccontare cose non vere e ad attribuire ad altri le proprie responsabilità”. Infatti “per mesi la Sindaca ha cercato di far credere che la Giunta Fassino avrebbe lasciato debiti fuori bilancio” mentre “nella relazione della Corte dei Conti non ve ne è traccia”. Appendino, secondo l’ex segretario Ds, “cerca di far dire alla Corte cose che in realtà essa non dice. La Corte riconosce, infatti, che nel 2014 si è conclusa un’attività straordinaria di riaccertamento dei crediti di difficile esigibilità e se ne è programmato il rientro per quota annuale in 30 anni, applicando correttamente la legge”. E ancora: “Appendino fa finta di non sapere che l’esposizione debitoria della città è inferiore a quella del 2011 di oltre 400 milioni e che gli stessi magistrati contabili hanno ritenuto ‘certamente apprezzabile il continuo miglioramento della gestione corrente‘ operato dalla giunta Fassino”, mentre “nell’ultimo anno è considerevolmente peggiorato l’andamento di cassa ed è aumentato il ricorso al debito”.

“L’ex sindaco Fassino”, ribatte Appendino, “dichiara che vorrei attribuire a lui le mie responsabilità, ma la Corte dei Conti si è espressa sul rendiconto 2015 e il preventivo 2016 predisposti dalla Giunta Fassino. In questo anno abbiamo ridotto le spese, alzato le entrate e cercato la maggiore efficienza possibile, mentre abbiamo un ex sindaco che non ha mai fatto scelte strutturali per non perdere il consenso ed ora si limita a scaricare le sue responsabilità”. “Inoltre – prosegue Appendino – nella relazione conclusiva della Corte, dei debiti di Gtt e InfraTo c’è traccia, eccome. Lo invito a rileggerla, infatti la Corte ci invita a provvedere a regolarli, anche per il pregresso. Infine, ricordo a Fassino che la Corte dei Conti stabilisce che ‘la spesa veniva plasmata su accertamenti di entrata rivelatisi non attendibili’ e che la Corte critica fortemente l’applicazione dell’avanzo di amministrazione al bilancio preventivo 2016 al fine di giungere alla quadratura. Non certo una città con i conti in ordine, come ha sempre sostenuto”. “Se la Corte, la quale evidenzia una situazione di disequilibrio strutturale, chiede di valutare l’eventuale ricorso all’art. 243bis del Tuel, è perché la tensione di cassa ‘si è originata in plurimi esercizi del passato’ e quindi deriva direttamente dagli esercizi precedenti – conclude Appendino – noi stiamo già lavorando per elaborare un piano pluriennale per mettere in sicurezza i conti nell’interesse esclusivo di Torino”.

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