Due piccole pesti, un marito, una carriera da giornalista, una vita caoticamente perfetta in quel di Milano fin quando, nel 2010, due sassolini si sono insediati nel corpo di Francesca Del Rosso e hanno reso tutto più difficile. Seppur abbia sempre indossato il mantello di Wondy foderato con metri di resilienza, sei mesi fa, la missione non è andata a buon fine e la giornalista che raccontò con ironia e coraggio le sue chemioavventure in un blog su Vanity Fair, per poi racchiudere tutto nel libro “Wondy – Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro”, è venuta a mancare. Ha, però, lasciato il testimone al marito Alessandro Milan, giornalista di Radio24, che ha fondato l’associazione Wondy sono io con Francesca Ravelli e Alessandra Tedesco.
“Resilienza è una parola che va raccontata, diffusa, che voglio portare nel mondo in tutti i modi che conosco e che mi verranno in mente” recita il manifesto dell’associazione. Quale miglior modo se non tramite il marito che, dopo aver scritto la lettera di commiato che ha commosso l’Italia intera, ha ben pensato di istituire Wondy sono io per promuovere la cultura della resilienza, legata alla malattia e al dolore ma anche a fenomeni universali come la lotta alle mafie e alle guerre.
Una serie di attività ed eventi a sostegno dell’associazione è stata avviata dalla mostra fotografica itinerante In viaggio con Wondy, inaugurata il 21 maggio Al Tempio d’Oro, locale milanese di cui Francesca era assidua frequentatrice tanto da avere un cocktail personalizzato.
Diciassette tavole che partono dalla giornata in Valsassina, in cui Francesca scoprì i due sassolini al seno, per poi lasciare spazio alle foto degli innumerevoli viaggi tra cui Minorca, Cuba, Hong Kong ma soprattutto l’ultimo in famiglia, nell’agosto 2016, in Malesia. Esplorazioni del mondo che si alternano con il faticoso viaggio nella malattia alleviato da un set fotografico improvvisato nel momento della rasatura dei capelli, vivaci parrucche rivelatesi occasione di gioco in famiglia, una festa a tema per i suoi quarant’anni. Istantanee che conducono in un viaggio emozionale intriso della resilienza della giornalista milanese, che traspare pure nei pensieri accanto agli scatti.
A lato delle tavole anche alcuni testi che tracciano le tappe della malattia: la reazione rabbiosa di Francesca si contrappone sempre alla tenacia di Wondy. “Dai suoi pensieri si comprende bene come Francesca sia stata attaccata alla vita, festeggiando ogni attimo, tuffandosi in mille progetti” afferma Milan soffermandosi sull’ultima tavola che immortala il viaggio alle Maldive con i figli, lo scorso Natale, subito dopo la scomparsa della Wondy nazionale.“Pochi giorni dopo il funerale, mia figlia mi ha detto «non viaggerò mai più senza mamma» e ho reagito subito prenotando la nuova meta”. Così come avrebbe voluto Francesca che li ha accompagnati spiritualmente e continuerà a farlo ogni giorno, anche nelle prossime tappe della mostra fotografica, che ha già registrato tante richieste tra cui Monza, Biella, Sciacca, Matera, per concludersi il 5 marzo 2018 al Teatro Manzoni di Milano. Qui, una giuria presieduta da Roberto Saviano e composta da giornalisti e scrittori, tra cui Ferruccio de Bortoli, Luca Dini e Chiara Gamberale, proclamerà il vincitore del Premio Wondy. Un premio dedicato alla letteratura di resilienza, aperto a romanzi, narrative non-fiction e memoir pubblicate per la prima volta fra l’1 settembre 2016 e il 31 agosto 2017. Un’occasione per diffondere la lettura come strumento per approfondire tematiche sociali e comprendere la realtà. Per riuscire a “vedere in un momento difficile il bicchiere mezzo pieno. Magari di mojito”.