IO DANZERO’ di Stéphanie Di Giusto. Con Soko, Gaspard Ulliel, Lily-Rose Depp, Melanie Thierry. Francia 2016. Durata: 108’. Voto 3,5/5 (AMP)
Sarebbe stata una cineasta magistrale, e naturalmente sperimentale, Loïe Fuller, performer avanguardista fra le avanguardie di quella Belle Epoque verso cui siamo tutti debitori. Americana di nascita ma parigina di adozione, stravolse la percezione del mondo della danza attraverso l’invenzione di un modello “multimediale” di performance, fatto di vorticosi movimenti roteanti sotto immensi tessuti bianchi illuminati da fari isterici e cromatici guidati da “non meno di 25 tecnici”. Libertà, scienza e tecnologia andavano così mescolandosi grazie alla genialità creativa di questa ragazza, piuttosto umile di origini, e chiaramente autodidatta. La Fuller fu adorata al suo tempo, specie dai grandi artisti suoi contemporanei, ma il Tempo stesso l’ha deposta in un oblio immeritato. La fotografa e designer Stéphanie Di Giusto ha fatto propria la materia mettendo a punto un esordio in regia che probabilmente sarebbe piaciuto a Loïe: giocando su radicali mutamenti fra chiari e scuri (anche umorali dei personaggi) e soprattutto sul movimento come categoria estetico/narrativa del film, la Di Giusto sembra riproporre la sinestesia espressiva quale inconfondibile cifra della Fuller, ma anche la rapida “mutevolezza” di un’epoca che fece del progresso il proprio mantra. Struggente, motivata e prodigiosa l’interpretazione della performer franco-polacca Soko dentro a un’opera che resta impressa negli occhi e nel cuore.