PARIGI PUO’ ATTENDERE di Eleanor Coppola. Con Diane Lane, Alec Baldwin, Arnaud Viard. Usa 2016. Durata: ’92. Voto: 2/5 (DT)

La moglie di un produttore hollywoodiano in partenza da Cannes ha male a un orecchio, così rifiuta il jet privato con cui dovrebbe andare assieme al marito a Budapest, per recarsi in macchina con il co-produttore francese fino a Parigi, meta finale dove arriverà successivamente anche il marito. L’on the road sul Peugeot 504 cabrio si spezzetterà fin da subito in mille tappe eno-gastronomiche e architettonico-turistiche, congegnate dall’attempato ma fascinoso autista che ha qualche mira sulla signora. Tra un “provi questi dolci” e un “assaggi questo formaggio”, bicchieri di Chateauneuf-du-Pape, fragoline fresche, lavanda viola nei campi e acquedotti celebri, il vuoto irritante minimalismo da cineasti per forza della famiglia Coppola sprofonda nel più classico sguardo da americano in solluchero per cibo e scorci europei. E non basta ricordare che Eleanor ha 80 anni e la figlia Sofia 45: entrambe respirano nello stesso milieu creativo (e un tantino annoiato) della California radical wine chic scambiandosi idiosincrasie giovanilistiche pop (gli scatti di dettagli casuali in digitale tutti perfettini), una inconcludente sessualità alla Lost in Translation, e l’idea che tutto ciò che passi davanti al naso profumi di “arte”. Trigliceridi a mille, fegato spappolato e quel “facciamo come fossimo nel dipinto di Monet (o Cezanne)” dopo il quale scatta l’istantanea del vero dipinto che fa gridare all’infantilismo conclamato.