Un contuso, un espulso (poi ‘graziato’), urla e spintoni in aula. A palazzo Madama la Lega nord si schiera contro, anche fisicamente, all’incardinamento del ddl sulla cittadinanza contenente lo ius soli. Il presidente del gruppo Gian Marco Centinaio finisce a chiedere alla buvette una busta con cubetti di ghiaccio da mettere sulla mano sinistra per essersi ‘aggrappato’ ai banchi del governo, resistendo alla presa degli assistenti parlamentari. Con lui, anche i senatori Crosio, Tosato e Consiglio si erano spinti fino alle poltrone dell’esecutivo, ma è stato il capogruppo a farne le spese maggiori, anche se sdrammatizza, piegato sul bancone: “In sette son venuti a prendermi…”. In precedenza, il senatore Raffaele Volpi, vedendo che il presidente Grasso aveva dato la parola al relatore Salvatore Torrisi, anziché a Roberto Calderoli, aveva indirizzato un paio di ‘vaffa‘ alla presidenza. Grasso lo ha richiamato e pronunciato la formula dell”espulsione‘, salvo poi ‘graziarlo’ (il senatore, inizialmente, nonostante l’espulsione si era rifiutato di uscire così da provocare la sospensione dei lavori). Nel frattempo, i leghisti esponevano cartelli con le scritte: “No ius soli“, “Prima gli italiani“, “Stop immigrazione“.