La 38enne, travolta durante la fuga, aveva avuto un "arresto cardiaco da schiacciamento". Quando i medici hanno provato a diminuire i farmaci per capire la reazione del suo fisico, il quadro clinico si è aggravato
Aveva riportato un “gravissimo danno cerebrale” e la notizia si aspettava da tutta la giornata. E alle 21.56 è diventata ufficiale: è morta Erika Pioletti, la 38enne ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino dallo scorso 3 giugno, quando è stata colta da un infarto da schiacciamento nella calca di piazza San Carlo. I genitori hanno espresso la volontà di donare gli organi. Lo rende noto l’Ospedale San Giovanni Bosco, precisando che “poiché sono in corso indagini da parte della Procura della Repubblica non può rilasciare nessuna dichiarazione”. Gli esami effettuati negli ultimi giorni definivano “pessima” la prognosi della giovane originaria di Beura Cardezza, località della Val d’Ossola.
La giovane, impiegata in uno studio di commercialisti a Domodossola, due sabati fa, era caduta durante la fuga dalla piazza di Torino, che aveva provocato oltre 1.500 feriti. Travolta dalla folla era finita addosso a un muro, rimanendo schiacciata a tal punto da riportare un “arresto cardiaco da compressione della cassa toracica”. Il suo cuore si è fermato per diversi minuti e quando sono arrivati i soccorsi la donna aveva ormai riportato gravissimi danni neurologici, a quanto pare irreversibili.
Una volta ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni Bosco, è stata sedata. Ma quando i medici hanno diminuito le dosi dei farmaci per capire come la donna avrebbe reagito, il quadro clinico è peggiorato. Da lì, la scelta di indurre di nuovo il “coma farmacologico”. Negli scorsi giorni, diversi esami – tra cui un encefalogramma – hanno confermato alterazioni neurologiche. Ora l’ultima conferma: “Gravissimo danno cerebrale, si aspetta il decesso in un brevissimo periodo temporale, al momento non quantificabile”.
La sindaca di Torino Chiara Appendino, che in questi giorni è sempre rimasta in contatto con i famigliari della donna, ha ribadito loro la vicinanza della città. Prosegue intanto l’inchiesta della procura che sta lavorando su due fronti: l’iter amministrativo e l’evento che ha scatenato il panico e la fuga dei 30mila tifosi arrivati in piazza San Carlo.