Vaccini obbligatori “ma con alcuni correttivi” e una procedura semplificata “per non creare problemi ai genitori” all’iscrizione a scuola: è l’annuncio in audizione al Senato di Antonio Saitta, coordinatore degli assessori regionali alla Sanità. Quella dei vaccini, ha sottolineato Saitta, è la “tipica materia di competenza dello Stato” e avverte: “A livello regionale non può esserci una situazione di federalismo vaccinale, le epidemie non hanno confini”. All’audizione hanno partecipato anche l’assessore alla Sanità della Provincia autonoma di Bolzano, Martha Stocker, e quello della Regione Veneto, Luca Coletto, che ha ribadito di essere favorevole alle vaccinazioni ma “su base volontaria, come fanno i tre quarti dei Paesi europei” e non coercitiva.

Il decreto, firmato dal capo dello Stato, prevedeva che al momento dell’iscrizione a scuola il genitore può anche presentare una autocertificazione o la ricevuta della prenotazione alla Asl. La “circolare unica applicativa” chiesta da Saitta fa un ulteriore passo verso i genitori, aggiungendo che “il bambino possa essere iscritto a scuola, e poi sarà la Asl a contattare le famiglie per effettuare le vaccinazioni necessarie”. A questo proposito, Saitta ha chiarito che “in fase di conversione del decreto si può immaginare che il prossimo anno scolastico, 2017-18, sia dedicato a mettere in regola i bambini per la frequenza ai nidi e alle scuole materne. L’anno successivo potrebbe invece essere finalizzato alla messa in regola dei bambini alla scuola dell’obbligo“.

Saitta ha ribadito l’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione scolastica, anche perché “gran parte delle Regioni hanno già adottato provvedimenti legislativi regionali” in tal senso. Tuttavia mette in guardia dal “federalismo regionale” sui vaccini, su cui occorre una legislazione unica “di competenza dello Stato”. Nel corso dell’audizione sono stati affrontati anche aspetti organizzativi e difficoltà operative, come ad esempio “la necessaria diluizione nel tempo dell’obbligo vaccinale per tutti i bambini”.

Più critica la posizione del Veneto: l’assessore Coletto ha detto che la Regione “è a favore delle vaccinazioni, che hanno salvato tantissime vite, ma critichiamo le imposizioni, in particolare l’obbligo di dodici vaccini insieme, oltre a non trovare la copertura finanziaria in questo decreto”. Il Veneto ha già impugnato il decreto davanti alla Consulta. Per l’assessore è fondamentale “la comunicazione scientifica rivolta alle famiglie, al fine di avere un dialogo diretto con la popolazione”. Secondo l’assessore Coletto “le vaccinazioni coercitive allontanano le persone dai vaccini”.

Il voto sui requisiti costituzionali di necessità e urgenza del decreto vaccini, previsto per oggi, è stato rimandato alla prossima seduta, prevista alle 11 di martedì 20 giugno.

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