Matteo Renzi torna a parlare del caso Consip. E ancora una volta lo fa ancora una volta attaccando Il Fatto Quotidiano. Il motivo? Un articolo che racconta del voto del Plenum del Csm che ha bocciato all’unanimità la norma del governo Renzi per obbligare gli investigatori della polizia giudiziaria a raccontare le indagini ai superiori, pur essendo alle dipendenze dei pm. Una norma (articolo 18 del decreto 177 del 2016) inserita sottobanco nella riforma della Guardia forestale, che è stata accorpata all’Arma dei carabinieri.
“Ci possono far fuori con voti veri, ma non con prove false. Secondo Il Fatto il Csm si esprime per bocciare il sottoscritto. Noi continuiamo ad aspettare che il Csm ci faccia sapere che provvedimenti prende contro gli uffici giudiziari responsabili di fughe di notizie o addirittura che concorrono alla produzione di prove false“, attacca l’ex premier nella sua rassegna stampa Ore Nove dal Nazareno.
La delibera della Sesta commissione del Csm su quella norma del governo Renzi evidenzia il rischio che l’obbligo favorisca fughe di notizie istituzionali, essendo i capi degli investigatori collegati all’esecutivo: la polizia dipende dal ministero dell’Interno, i carabinieri da quello della Difesa, la Finanza da quello dell’Economia. Il testo, anticipato nei giorni scorsi, sottolinea il pericolo che le informative siano “portate a conoscenza di soggetti esterni all’indagine, in rapporto di dipendenza organica dalle articolazioni del potere esecutivo”.