Il rilancio sul campionato è indispensabile per mantenere intatta la struttura giornalistica e la maggior parte degli abbonati. Durante un incontro tra l'ad Leonardi e i dipendenti sono arrivate rassicurazioni. Quanto sarà consistente la puntata lo si capirà quando la Lega e il suo advisor Infront metteranno a punto il nuovo bando dopo la prima asta fallita
Ora che la Champions League è sfuggita, bisogna dare l’assalto alla Serie A. Mediaset non può permettersi di svuotare di contenuti Premium, la pay-per-view del gruppo. E al netto dell’accordo con le major del cinema, il calcio resta la prima attrazione per il pubblico. Un milione e ottocentomila abbonati, tanti ne contano a Cologno Monzese. Vanno difesi dalle avances che nei prossimi mesi inizieranno a piovere da Sky, che dal 2018 avrà in mano tutte le coppe europee. Ecco, quindi, il mirino puntato sul pallone di casa nostra. A questo punto indispensabile, anche per mantenere intatta la struttura giornalistica.
Premium ha intenzione di prendere tutta la Serie A. Almeno queste sono le intenzioni che l’amministratore delegato Marco Leonardi avrebbe manifestato ai dipendenti della pay in un incontro avvenuto venerdì. Non si batte in ritirata, anzi il rilancio è pronto. Quanto sarà consistente lo si capirà quando la Lega Serie A e il suo advisor Infront metteranno a punto il nuovo bando dopo la prima asta fallita, proprio a causa dell’assenza di Mediaset che aveva contestato il bando.
Un modo per prendere tempo, aspettando proprio l’asta della Champions e i colloqui – si racconta – sempre più fitti con Vivendi per provare a ricomporre la situazione diventata tesa proprio a causa della vendita-non-vendita di Premium. Il primo obiettivo è fallito. La più importante competizione europea per club passerà alla concorrenza dal settembre 2018: l’Uefa ha preferito Sky per la base degli abbonati (4,7 milioni contro 1,8) che ingolosisce gli investitori pubblicitari, viste le offerte assai simili presentate dai due broadcaster. Anche se, raccontano altre fonti, in realtà l’offerta della tv di Rupert Murdoch sarebbe stata superiore di 60 milioni rispetto a quella presentata dal Biscione. Una ricostruzione smentita da Sky. In ogni caso, per l’ennesima volta, Mediaset cambia strategia in attesa di firmare la pace con Vincent Bolloré.
Da ‘zero follie’ e ‘scelte oculate’, si passa alla necessità di investire per tenere in vita Premium, che continua a pesare sui bilanci di Mediaset. Tradotto: i 720 milioni che erano pronti per la Champions verranno dirottati in buona parte sul campionato. Con il vecchio bando, quei soldi sarebbero stati più che sufficienti per portarsi a casa tutta la Serie A. Ora bisogna vedere come la Lega e Infront decideranno di ricostruire i pacchetti, puntando sempre a quel miliardo fissato come obiettivo minimo. Se ne parlerà (almeno) a settembre.
L’alternativa nel caso dovesse fallire l’acquisizione di tutta la Serie A? Il Piano finanziario al 2020 presentato negli scorsi mesi parlava di una Premium sostenibile con 600mila abbonati e una spesa media che scenderebbe da 24 a 8 euro. La strada sarebbe quella, con la possibilità di ‘aprire’ la piattaforma trasformandola in una sorta di Airbnb per chi acquista i diritti ma non ha un canale per trasmetterli. Solo che in questo scenario resterebbe un punto interrogativo: i giornalisti sportivi di Premium. Subito dopo aver perso la Champions, l’azienda è ripartita da loro, rassicurandoli. I diritti tv della Serie A servono innanzitutto a chi dovrà commentarla.