A sorpresa nel comune siciliano non ci sarà il ballottaggio: l'ex primo cittadino, indagato per corruzione e traffico di influenze nell'inchiesta Mare monstrum, non ha rispettato la scadenza delle 14 per la presentazione della sua squadra ed è fuori dalla corsa. Ma l'avversario del Pd per essere eletto dovrà avere almeno il 25 per cento dei consensi con un'affluenza del 50 più uno degli aventi diritto
Il colpo a sorpresa per tentare l’impresa finale: ritirarsi senza però che nessuno vinca. Il candidato sindaco a Trapani Mimmo Fazio, indagato per corruzione e traffico di influenze nell’inchiesta Mare monstrum, non ha presentato in tempo la lista degli assessori (il limite era oggi alle 14) e quindi decade. Resta così in corsa solo l’avversario del Pd Pietro Savona che, per essere eletto però, avrà bisogno di almeno il 25 per cento dei consensi con un’affluenza almeno del 50 per cento più uno degli aventi diritto: un traguardo molto complicato, considerato che il candidato sarà uno solo. In caso contrario si andrà verso il commissariamento dell’amministrazione. Da ieri sera Fazio ha spento il telefono e non risulta rintracciabile.
Martedì scorso proprio Fazio aveva invitato gli elettori a non votarlo e aveva annunciato che in caso di elezione si sarebbe ritirato. Aveva deciso di correre lo stesso per il ballottaggio per evitare di far subentrare il terzo classificato, ovvero il nemico di Forza Italia e imputato per concorso esterno alla mafia Antonio D’Alì. In contemporanea si era dimesso da deputato regionale. A Trapani gli iscritti nelle liste elettorali sono 60.023 e per essere eletto Savona dovrà ottenere 15.006 preferenze. Al primo turno il candidato del Pd ottenne 8.714 voti, quando alle urne si recarono 35.377 elettori, il 58,94%. Savona raccolse il 26,27%, contro il 31,79% di Fazio. In caso di mancata elezione del sindaco, il Consiglio comunale resterebbe in carica e cambierebbe soltanto il sistema di attribuzione dei seggi: non più il 60% ai candidati della coalizione vincente e il restante 40% all’altra, ma la suddivisione secondo il sistema proporzionale puro. L’amministrazione, invece, sarebbe guidata da un commissario.
Il candidato dem Savona si è detto “amareggiato”: “Quella di Fazio è una vendetta contro D’Alì”, ha detto all’agenzia Adnkronos, “e la sua ex coalizione di centrodestra e l’invito ai trapanesi di D’Alì per non andare a votare non è altro che un atto di scelleratezza, compiuto per togliersi un sassolino dalla scarpa. Trapani deve guardare avanti”. E ha continuato: “In questi giorni abbiamo assistito a una serie di atti che dimostrano solo il disprezzo per la democrazia. Se Fazio avesse davvero voluto ritirarsi per i suoi problemi giudiziari avrebbe potuto farlo prima, dando agli altri tre candidati la possibilità di correre e a Trapani delle elezioni normali. Il suo è solo un atto di vendetta contro D’Alì che si trasforma in un danno alla città”.
Diversa invece la versione del ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha detto di avere “rispetto” per la scelta di Fazio. “Ho avuto grande rispetto per la decisione dell’avvocato Girolamo Fazio di ritirare la propria candidatura”, ha detto, “credo che sia stata molto rispettosa delle istituzioni e molto dignitosa. Vedremo cosa diranno i trapanesi, se vorranno votare in maggioranza il candidato sindaco rimasto”. In realtà Fazio non si è ritirato, ma ha fatto in modo di decadere per lasciare la competizione con un solo candidato.