Se non è un record, fanno sapere dall’Anci, poco ci manca. Di sicuro, anche in una terra come la Romagna, pioniera delle pari opportunità, la storia politica di Coriano – diecimila anime sulle colline di Rimini – resta un’eccezione. In mancanza di statistiche ufficiali, forse unica. Qui, infatti, da quasi 25 anni comandano solo donne. E l’incantesimo non si spezza: domenica scorsa a riconfermarsi per il secondo mandato è stata Domenica Spinelli, che chiamano La Mimma. In una città in cui fino agli anni Ottanta il Pci vinceva con percentuali bulgare, la Spinelli di rosso ha giusto qualche tailleur. Eppure piace quasi a tutti. “Anche in mancanza di statistiche puntuali, questo rappresenta un caso più unico che raro nel panorama nazionale”, spiega Simona Lembi, che in Anci è presidente della commissione Pari Opportunità. “E’ importante: laddove le donne ricoprono incarichi di questo tipo si può creare un’abitudine, così è più facile emulare un esempio e poterlo trasmettere. E a Coriano qualcosa che nelle altri parti d’Italia risulta eccezionale diventa pratica quotidiana”.
Destra o sinistra, ma sempre donna
“A Coriano tanti anni fa sventolavano bandiere rosse, ma ormai – dicono i residenti – va di moda il rosa”. Almeno da quando Ivonne Crescentini, siamo nel gennaio 1993, spezzò il monopolio e s’impose come prima sindaca nella storia della città romagnola. Sindacalista della Cgil, classe 1949, governa Coriano per oltre dieci anni. “Ma all’inizio non fu per niente facile – ricorda – né in Comune né all’interno del partito (il Pds, ndr). Sa, al tempo c’era ancora un partito”, sottolinea col sorriso, togliendosi forse dalle scarpe qualche sassolino. “Io venivo dal sindacato, sempre dalla parte dei lavoratori e dei pensionati, non ero un’estranea per gli abitanti di Coriano. Però se non avessi avuto questo caratterino che mi ritrovo sarebbe stata molto più dura”.
Altre elezioni, 2004, altra vittoria di una donna. Stesso colore politico, tutt’altro imprinting. Luigina Matricardi non ha la stessa militanza, anche se guida una coalizione di centrosinistra: piace alla gente perché appare come la donna della porta accanto. Una arzdora romagnola, come direbbero da queste parti. “La piadina la so fare – ironizza – ma donna o uomo, conta saper amministrare”. Va avanti sei anni, poco più di un mandato, tra luci e ombre. Poi nella primavera del 2011, pressata dalla critiche e con un bilancio preoccupantemente in rosso, rassegna le dimissioni. Al suo posto arriva il commissario prefettizio e, quando da Roma il ministero dell’Interno invia la funzionaria Maria Virginia Rizzo (sorella minore di Sergio, il giornalista del Corriere), nessuno ci fa più molto caso.
Fino all’attuale sindaca, Mimma Spinelli che nel 2012 fa più scalpore perché – nella Stalingrado romagnola – guida la prima giunta di centrodestra, nonostante il vessillo della civica con cui si presenta alle elezioni. Non è neppure romagnola, sulla carta d’identità c’è scritto Sammichele di Bari. Ma per i curianès, a giudicare dalle urne, chissenefrega.
Wonder Woman e le veline
“Se in questo paese governano le donne da più di vent’anni non credo sia solo una coincidenza”, spiega Spinelli. “La forza di noi donne è quella di avere una visione più ampia, gli uomini in questo sono più schematici. Come nella gestione della famiglia, dove siamo costrette a occuparci di tutto, anche in politica abbiamo il vantaggio di saper guardare la realtà e quindi anche all’amministrazione di un Comune, a tutto tondo. Per carità, non chiamatemi wonder woman, però in questi anni ho dimostrato di saper sognare in grande”. Ma le donne, dicono, sanno essere molto più perfide degli uomini. Anche in politica. E specie, e soprattutto, verso altre donne. “Abbiamo un limite: non sappiamo fare squadra. Nel 2009, durante la mia parentesi berlusconiana, furono proprio le donne del Pd a bollarmi come velina. Poi molte di loro si sono ricredute e oggi mi sostengono. Quando marciamo compatte non ci ferma nessuno”.
Eppure ancora nel 2017 l’immagine del sindaco sui tacchi a spillo, che non rinuncia al look nemmeno per visitare un cantiere, continua a fare notizia. Nei bar e perfino sulla stampa locale. “Ma se attraverso questo si parla di Coriano io sono contenta, prima non ne parlava mai nessuno. Certo se un uomo sbaglia il tipo di cravatta nessuno se ne accorge, su noi donne si accendono subito i riflettori. Ma io ci gioco da sempre e di certo non rinuncio alla mia femminilità per qualche chiacchiera. I cittadini non mi hanno votato per il mio look, ma perché ho dimostrato di essere una donna tenace e coraggiosa, che ha saputo imporsi con carattere anche di fronte a scelte difficili”. In modo che nel 2017 non faccia più notizia che un sindaco sia uomo o donna ma se amministra bene o male. Coriano è già in vantaggio.