Buttiamole pure, almeno metaforicamente e solo per qualche minuto, le chiavi del tradizionale “ordigno” metallico a quattro ruote che ci trasporta ogni giorno con lentezza, fatica e stress: gettiamoci in pieno in un’immersione nel futuro prossimo della mobilità, dove pregiatissimi veicoli per cielo ed acqua – principalmente – si incaricheranno di farci arrivare a destinazione nel minor tempo possibile e con il massimo relax.
Fate notare che se ne è già parlato? Senza dubbio, ma il fatto è che ormai non passa mese senza che si torni sull’argomento con novità ed evoluzioni sul tema. A pensarci, è un po’ come la corsa alla connessione iper-veloce su dispositivi portatili, che attira molto di più che non la fibra disponibile in casa e negli uffici. Chi rinuncerebbe alla massima velocità di informazione/intrattenimento/ottimizzazione del tempo, specie in mobilità?
Si comincia dall’aria, dunque, poiché giusto questa settimana l’occasione dell’annuale e prestigioso Paris Air Show – Salone per velivoli di prestigio ed importanza mondiali – sarà l’occasione ghiotta di Airbus per svelare una parte dei tanti sforzi di sviluppo che vengono riposti nei veicoli multirotore a decollo verticale (VTOL) pensati per la mobilità civile del futuro, un settore tra i più effervescenti del momento. Guida autonoma, naturalmente, così come decollo verticale – dai tetti dei palazzi, al pari degli elicotteri – combinati alla motorizzazione elettrica per una gestione degli spostamenti totalmente indipendente dalle eventuali capacità di guida del trasportato.
Evoluzione delle batterie, tempi di ricarica, elettronica di gestione sono tutti rami di sviluppo collaterali che stanno producendo enormi sforzi (grazie ad investimenti proporzionali) per accaparrarsi le quote più significative di questa nuova mobilità non appena sarà disponibile. Si tratta economicamente di settori che richiedono investimenti e tecnologie notevoli, ma sono visti come una sorta di nuovo “Eldorado” della civiltà moderna.
Un esempio pratico di questo servizio futuro, lo offre la stessa Airbus a proposito del suo modello Vahana di prossima introduzione, che sarà raccontato a Parigi: in luogo di oltre un’ora di traffico per percorrere una settantina di km verso l’appuntamento di lavoro in centro, l’apparecchio volante vi trasporterà autonomamente a destinazione in appena 18 minuti per 77 dollari (85 euro circa), tempi ma soprattutto prezzo impensabili anche nella civiltà dell’elicottero a cherosene.
Riprova? Secondo diverse agenzie internazionali di analisi industriale e finanziaria, non meno di 10 compagnie sono pronte e lanciare veicoli volanti per il trasporto individuale entro il 2022, di cui la gran parte basata negli USA dove investimenti e legislazione sono ideali per promuovere questo nuovo filone di “business”. Non mancano tuttavia partecipanti di altri paesi: Francia (Airbus in testa), Gran Bretagna, Germania dove di recente ha volato il prototipo di un’auto volante a tecnologia VTOL elettrica, poi Giappone, Russia, Slovacchia, Israele. Dietro tutto questo ci sono ulteriori servizi, naturalmente: turismo aereo, sorveglianza aerea, consegna aerea di materiali urgenti, taxi aerei, leasing aziendali di veicoli volanti, insieme a molto altro ancora che verrà… con la fantasia e la tecnologia per poterla applicare.
La stessa che, ad esempio, dà vita alla compagnia SeaBubbles, una startup che intende seguire le orme di Uber e dei suoi servizi in campo nautico. Dove prevede di impiegare, anche qui, veicoli particolarmente veloci con tecnologia hydrofoil (volano sull’acqua grazie ad ali immerse che sostentano il veicolo), propulsione elettrica, immancabile guida autonoma: città sull’acqua o con acqua sono il terreno ideale per l’applicazione di questi veicoli alternativi a quelli volanti.
Le quattro ruote classiche… da asfalto, insomma, vanno sempre più strette, apparendo quasi fuori moda anche trasportate in campo elettrico ed autonomo, poiché aria (soprattutto) ed acqua, teoricamente, offrono le migliori opportunità per spostarsi e spostare merce nel minor tempo e con il minor costo. Ma sarà davvero così, il futuro che ci attende già tra una manciata d’anni?