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Disuguaglianze, la versione dell’Istat: “Il rapporto? Esercizi, non dati statistici. E non è un giudizio sul governo Renzi”

Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica dell'istituto, spiega che il report sulla redistribuzione del reddito si basa su un "modello zeppo di ipotesi tecniche". E fornisce solo simulazioni. "Se poi i dati vengono letti come bilancio sull'attività di un governo, questa è un'interpretazione". L'inserimento tra le misure considerate della "nuova quattordicesima", che deve ancora partire? "Entro domani mattina potremmo scorporarla"

“Sono esercizi che vanno interpretati… Capisco l’attenzione ai decimali e ai dettagli, ma si tratta di un modello di microsimulazione zeppo di ipotesi tecniche. Un modello, non una statistica ex post”. Così Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, spiega i contenuti del rapporto sulla redistribuzione del reddito in Italia. Un rapporto che si concentra sulle politiche messe in campo dal governo Renzi e, grazie all’omissione di confronti poco lusinghieri e alla retrodatazione degli effetti di una misura non ancora entrata in vigore, certifica il loro effetto positivo nel ridurre le disuguaglianze di reddito.

Domanda. Come mai il rapporto non fa un confronto con il passato, da cui emergerebbe che negli anni scorsi l’impatto delle politiche pubbliche sulla disuguaglianza è stato superiore rispetto a quanto avvenuto nel 2016?
Risposta. Questa è la prima uscita di un report ad hoc sulla redistribuzione. Il confronto lo faremo nei prossimi anni: partendo da questo benchmark faremo un monitoraggio costante quando l’impianto sarà stabilizzato.

D. L’istituto ha stimato l’impatto delle “principali politiche redistributive del periodo 2014-2016”: bonus di 80 euro, Sostegno di inclusione attiva e aumento della quattordicesima per i pensionati. L’impressione è che sia una valutazione sul governo Renzi
R. No, Istat non fa valutazioni sui governi e sull’efficacia delle loro politiche. Abbiamo semplicemente scelto i provvedimenti recenti di maggiore impatto, riportando alcune analisi preparate in passato in occasione di audizioni parlamentari. Se poi i dati vengono letti come bilancio sull’attività di un governo, questa è un’interpretazione.

D. L’aumento della quattordicesima per i pensionati, però, sarà operativo solo da luglio. Come mai è compreso tra le misure di cui stimate gli effetti sulla disuguaglianza nel 2016?
R. Questo rientra nell’attività di stima, è un esercizio teorico…facciamo vedere l’impatto di un complesso di provvedimenti anticipandone l’effetto. Abbiamo ritenuto utile presentare l’impatto sui redditi 2016, già disponibili. Si tratta proprio di simulazioni, non di informazione statistica.

D. Ma nel primo paragrafo del rapporto si legge che nel 2016, grazie all’intervento pubblico, l’indice di Gini è sceso a 30,1 punti. E le vostre tabelle mostrano che al netto di bonus 80 euro, sostegno di inclusione attiva e “nuova quattordicesima” si sarebbe attestato a 30,4. Quindi quell’effetto viene incorporato nei dati. Senza specificare quanta parte viene attribuita alla quattordicesima.
R. Si tratta di esercizi, di un modello zeppo di ipotesi che stiamo sfruttando anche a fini informativi. Ma non è contabilità nazionale, non è una statistica. Lo riteniamo interessante anche per restituire un quadro informativo, anche in alcuni altri Paesi come la Francia lo fanno… però va preso per quello che è. Quanto all’effetto della quattordicesima, questa è una sollecitazione utile. Possiamo scorporarlo, non escludo che possiamo farlo a breve e rilanciare il documento con questo contenuto.