Il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle sul blog torna ad attaccare il direttore de La Repubblica. Il nuovo terreno di scontro è la rettifica inviata al quotidiano e la risposta di Calabresi: "Ho chiesto fact checking pubblico, si è dileguato con le sue fonti inesistenti o inconsistenti, che non possono essere usate come clave mediatiche per indirizzare il pensiero degli italiani", dice Casaleggio
“Un’operazione politica bieca quanto evidente”. La polemica tra i Cinque Stelle e il quotidiano La Repubblica per l’articolo sull’incontro tra Matteo Salvini e Davide Casaleggio è tutt’altro che finita. A rianimarla è proprio il figlio del fondatore del M5s con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo intitolato “Arroganza e codardia del Metodo Repubblica” nel quale annuncia “una denuncia civile” e “un esposto all’ordine dei giornalisti” nei confronti del direttore Mario Calabresi.
È il numero uno del quotidiano romano l’obiettivo di Casaleggio: “Non accetto che dopo aver inviato la rettifica il direttore Calabresi mi dia del bugiardo sulla base di presunte “fonti certe”. Ho chiesto pubblicamente al direttore Calabresi di dire il giorno e l’ora di questo presunto incontro. Se ci fossero davvero state “fonti certe” non ci sarebbe stato certo difficile pubblicare questo dettaglio – scrive – Il direttore ha avuto paura. È passata quasi una settimana e Calabresi si è ammutolito, le fonti certe sono scomparse rendendo chiaro a tutti il “Metodo Repubblica”: pubblicare notizie false in prima pagina, citare presunte fonti certe, tirarsi indietro davanti a un fact checking pubblico e lasciare il dubbio nelle persone che un fatto possa essere vero anche se non lo è”.
Il riferimento è alla notizia pubblicata da La Repubblica il 15 giugno, nel quale si raccontava di un primo faccia a faccia tra il leader della Lega Nord e lo stesso Casaleggio. Secondo il giornale del gruppo Espresso, l’incontro è avvenuto al culmine della discussione per l’intesa a 4 sulla legge elettorale. Una riunione segreta voluta da Salvini in vista di un eventuale fronte anti-inciucio, nell’ipotesi che dopo il voto si formi una maggioranza Pd-Forza Italia. È tutto falso, avevano subito detto i Cinquestelle con una nota definendo “fantomatico” l’incontro e la notizia “priva di fondamento”. La replica del giornalista era stata immediata: “In un Paese normale i politici non si nascondono dietro false smentite: confermiamo incontro Casaleggio-Salvini. Abbiamo fonti certe”. Poi aveva risposto a Di Maio: “Se è convinto che abbiamo detto il falso quereli Repubblica e una volta in Tribunale tireremo fuori le fonti e dimostreremo che abbiamo ragione noi”.
Adesso, dopo la richiesta di rettifica e la contro-risposta di Calabresi, Casaleggio è tornato sull’argomento: “Non avrei nessun problema a confermare un incontro se lo avessi fatto con chiunque, ma in questo caso questo era falso ed era mio dovere ristabilire la verità. Quello che è successo dopo ha dell’incredibile”, attacca il leader del Movimento Cinque Stelle. “Posso capire che un giornale più o meno volontariamente, più o meno indirizzato dal suo proprietario, possa sbagliare, ma poi dovrebbe ammettere l’errore e correggere – continua nel post – Non è accettabile questo modo di fare informazione. Fonti inesistenti o inconsistenti non possono essere usate come clave mediatiche per indirizzare il pensiero degli italiani”.
Poi definisce l’articolo come una “operazione politica” che risulterebbe “bieca quanto evidente”, ‘montata’ per “far credere alle persone che esista un’alleanza del Movimento 5 Stelle con la Lega Nord. Questo è falso. Quello che mi conforta è che i primi ad aver capito che il Metodo Repubblica non è finalizzato a un’informazione libera sono i lettori, che Repubblica perde al ritmo di 15-20.000 all’anno”. Casaleggio spiega, infine, di aver invitato Calabresi a un “fact checking pubblico”, davanti al quale, sostiene, “si è dileguato con le sue fonti”. Per questo “non mi rimane (come lui ha richiesto) che denunciarlo civilmente per tutelare la mia onorabilità – conclude – e fare un esposto all’ordine dei giornalisti che spero prenda le distanze da un giornalismo che pubblica falsi in prima pagina e diffama chi chiede una rettifica”.