Soglia psicologica? Forse. Ma il traguardo dei 100 milioni di auto vendute al mondo nel 2020, indicato da un’indagine dell’Osservatorio Auto Findomestic 2017, è soprattutto e squisitamente commerciale. Una vittoria dei costruttori insomma, da qualsiasi lato la si guardi. Non c’è scandalo emissioni, e negli ultimi tempi ne abbiamo visti diversi, che tenga: anche a giudicare dai 91 milioni di auto che hanno trovato un proprietario lo scorso anno (compresi i veicoli commerciali leggeri), le quattro ruote rimangono e rimarranno un punto di riferimento, coi loro pregi e i loro difetti.
Vuoi per necessità, l’88% del campione utilizzato per la ricerca (8.500 persone in 15 paesi) lo ritiene al pari uno strumento indispensabile e un qualcosa che dà libertà, ma anche per il semplice piacere di stringere un volante tra le mani (84%). In Italia, in particolare, l’auto è seconda solo alla casa come valore per oltre un automobilista su tre, mentre il 18% la ritiene un simbolo di affermazione sociale. Ecco perché il 38% degli intervistati nel nostro Paese è pronto a spendere di più per comprare una bella auto e la preferisce a “km zero”. Temi che, contrariamente a quanto si possa pensare, sono tutt’altro che superati, nonostante crescano forme di utilizzo alternative alla proprietà, come car sharing e noleggio a lungo termine.
E se il legame con la tradizione di “possesso”, almeno per quanto riguarda gli automobilisti nostrani, è ancora saldo, pian piano si fanno largo nella mente dei consumatori altre tendenze che accompagneranno la mobilità futura: su tutte, l’elettrificazione della trazione. Di qui al 2030, che sembra una data da film di fantascienza e invece è “solo” tra poco più di 12 anni, il 39% degli intervistati ritiene che la tecnologia più diffusa sarà quella ibrida seguita dall’elettrico puro (17%), mentre la cara vecchia benzina e soprattutto il gasolio soffriranno parecchio (11% e 10%).
Ma se i consumatori potessero scegliere, e ovviamente si spera che questo accada sempre, come la vorrebbero la propria auto? Quasi due intervistati su tre non hanno dubbi: sicura, innanzitutto. Poi capace di interagire e aiutare chi è alla guida (44%) ma anche, altro segno dei tempi, dotata di connettività (24%). E pensare che un tempo si guardava soprattutto alle prestazioni: oggi le cerca solo il 15% degli automobilisti italiani, mentre solo per uno su cinque di età compresa tra 18 e 34 anni sono indispensabili. Insomma, neanche ai giovani piace più tanto andare forte.