THE HABIT OF BEAUTY (I NOSTRI PASSI) di Mirko Pincelli. Con Vincenzo Amato, Francesca Neri, Noel Clarke. Italia 2016. Durata 90’. Voto 3/5 (DT)
Quando l’undicenne figlio di Ernesto ed Elena muore in un incidente d’auto in Trentino, con l’uomo alla guida e la moglie a fianco, i due, devastati dalla perdita, si separano. Tre anni più tardi, a Londra, Ernesto prova a rilanciare la sua carriera di fotografo puntando sul giovane Ian, carcerato con famiglia disastrata che lo sta attendendo indifferente a casa scontata la breve pena. L’obiettivo dell’uomo è preparare una mostra di foto che deve necessariamente coinvolgere Elena con cui non parla da anni. Raggiunto il suo scopo Ernesto si dilegua, lasciando a Ian il tesoro di un futuro che non avrebbe mai potuto avere. C’è poco da cercare il pelo nell’uovo, The habit of beauty è un onestissimo film art house low budget che mescola velleità formali da cinema indipendente e sfondo urbano da realismo spinto. Pincelli, ed Enrico Tessarin allo script, magari non eccellono nel sovrabbondare di parole e dialoghi, ma l’apertura a ventaglio tra protagonisti e co-protagonisti non lascia indietro alcunchè e cuce ogni possibile falla narrativa. Curioso che un’opera in cui sembra far da padrona l’angoscia esistenziale si inquadrino e si evochino in continuazione tracce di pacificazione psico-fisica. Efficace e per nulla provinciale l’innesto “estero” (quasi la totalità del film) dell’ambientazione londinese che sarebbe piaciuta a Ken Loach. Regia sempre un tantino schizzinosa alla ricerca dell’angolazione meno usuale, e taglio al montaggio con anticipo sincopato tanto da creare un ritmo andante con brio.