Il mea culpa della Chiesa d’Inghilterra accompagna la pubblicazione di Abuse of Faith, un rapporto indipendente su Peter Ball, vescovo condannato nel 2015. "Una lettura straziante"
“La Chiesa ha cospirato e mistificato anziché cercare di aiutare coloro che erano abbastanza coraggiosi da denunciare. È stato un comportamento scioccante e ingiustificabile“. L’arcivescovo di Canterbury Justin Welby con queste parole ha ammesso l’insabbiamento degli abusi sessuali su bambini commessi in passato da Peter Ball, ex vescovo di Lewes. Il mea culpa del primate della chiesa d’Inghilterra accompagna la pubblicazione di Abuse of Faith, un rapporto indipendente sul caso Ball, che Welby ha definito “una lettura straziante“.
Ball, riporta il sito del Guardian, è stato condannato a 32 mesi di carcere nel 2015 per abusi sessuali su 18 giovani uomini fra i 17 e i 25 anni sotto la sua guida spirituale, commessi fra il 1977 e il 1992. Lo scorso febbraio è stato rilasciato, dopo aver scontato 16 mesi: il porporato, molto amico del principe Carlo, ha 85 anni. Fra le figure ai vertici della Chiesa maggiormente coinvolte c’è il predecessore di Justin Welby, l’ex arcivescovo di Canterbury George Carey, che aveva difeso a spada tratta l’innocenza di Ball nonostante le numerose denunce da parte delle sue vittime. Carey si è ritirato nel 2002.
“Ai sopravvissuti che hanno condiviso la loro storia, assicurando Ball alla giustizia, ancora una volta offro le mie scuse senza riserve” ha detto l’arcivescovo Welby. “Non ci sono scuse per la violenza sistematica perpetrata da Ball negli anni”.