“Ma guardate che noi Burioni lo avevamo invitato, eccome. È lui che ha rifiutato e poi ha montato su tutto questo casino”. Nino Finauri non accetta che il suo festival culturale venga considerato una manifestazione antivaccinista. “È vero, abbiamo chiamato un medico che aveva espresso perplessità sulle vaccinazioni obbligatorie a tenere un dibattito. Ma eravamo intenzionati a sentire anche l’altra campana. Peccato che nessuno dei pro-vax abbia deciso di confrontarsi col nostro ospite. E a quel punto per il contraddittorio non c’è stato niente da fare”. E non c’è stato niente da fare neppure per il patrocinio che il consiglio regionale delle Marche aveva concesso a Ville e Castella, la rassegna estiva che si svolge in provincia di Pesaro e Urbino, e che è arrivata alla 21esima edizione. “Lo avevamo concesso prima di conoscere il programma nel dettaglio”, spiega Antonio Mastrovincenzo, presidente del consiglio regionale. E aggiunge: “Quando poi ci è stato fatto notare che per il 15 luglio era previsto un monologo di un medico antivaccinista, abbiamo immediatamente deciso di revocare il nostro riconoscimento ufficiale”. Via il patrocinio, dunque, ma resta il finanziamento. All’insaputa, evidentemente, dello stesso Mastrovincenzo, che nega risoluto: “Escludo che il mio Ufficio di presidenza abbia mai pensato di foraggiare questa manifestazione”. Non sarà stato l’Ufficio di presidenza, ma il bilancio della Regione Marche parla chiaro: a “Ville e Castella”, per l’edizione 2017, andranno 7500 euro.
Il caso è scoppiato il 15 giugno. E a innescare le polemiche è stato Roberto Burioni, paladino in difesa dei vaccini. Sulla sua pagina Facebook ha denunciato la “vergogna”. Il fatto, cioè, che nel festival Ville e Castella organizzato nella sua nativa Pesaro fosse in programma l’intervento di Dario Miedico, medico legale radiato dall’Ordine di Milano a maggio dopo aver sottoscritto una lettera che esprimeva perplessità sulle vaccinazioni pediatriche di massa. Burioni, ordinario di virologia e microbiologia all’università San Raffaele, se la prendeva da un lato con gli organizzatori della rassegna, rei di aver definito i vaccini “una controversa utopia“, e dall’altro con le istituzioni della sua regione. “È mai possibile che il consiglio regionale delle Marche” si chiedeva Burioni “conceda il suo patrocinio a una manifestazione nella quale viene chiamato a parlare un ex-medico sottoposto all’infamia della radiazione che è propugnatore di pericolossime bugie?”. Da lì si è innescata la polemica, che ha portato il presidente Mastrovincenzo, esponente del Pd, ad annunciare nel giro di poche la revoca del patrocinio alla manifestazione. “Non potevamo fare altrimenti – spiega al fattoquotidiano.it Mastrovincenzo – Dall’ottobre del 2015 siamo impegnati in un’opera di vaccinazione intensiva, lanciata dopo aver scoperto che la nostra Regione era agli ultimi posti per percentuale di copertura della popolazione infantile. Non avrei mai accettato di sponsorizzare un evento in cui un medico antivaccinista parlava senza contraddittorio“.
Ma è proprio sulla mancanza di un confronto che si scaglia Nino Finauri, organizzatore storico e anima, insieme a Paolo Frigerio, di Ville e Castella. “Il primo invito che noi abbiamo fatto, tramite una mail, è stato proprio a Burioni. Lui ci ha risposto dicendo che non avrebbe mai accettato di parlare con dei cialtroni, perché avrebbe significato legittimarli. A quel punto cosa avremmo dovuto fare?”. Trovare un sostituto a Burioni è stato impossibile, si lamenta Finauri. “Magari è solo una coincidenza, ma dopo la risposta negativa di Burioni si sono tirati indietro tutti quelli che abbiamo contattato per ribattere a Miedico”. Eppure, ciò che fa discutere al di là della mancanza di un contraddittorio, è quella definizione – “controversa utopia” – applicata ai vaccini. Si giustifica Finauri: “Ma è solo una mezza frase di un dépliant. Il titolo dell’incontro è, semplicemente, ‘Vaccini, leggi, condizionamenti e industria farmaceutica. Proviamo a parlarne senza pregiudizi’. Ed è un titolo indicativo delle nostre reali intenzioni”. Che sono, a sentire Finauri, quelle di stimolare il dibattito: “Un confronto civile e rispettoso: è questo che avevamo in mente”. Insomma, “invitare un antivaccinista non necessariamente significa condividere le sue idee”.
Ne è convinto anche Federico Talè, consigliere regionale delle Marche, anche lui in forza al Pd, che conosce bene festival e organizzatori. È stato proprio lui a propiziare il patrocinio. “So bene – dice – che Finauri e Frigerio sono persone anticonformiste e talvolta spericolate. Ma so anche l’onestà intellettuale che li contraddistingue. Ville e Castella è un’iniziativa meritevole, che peraltro richiama anche un discreto pubblico. E questo proprio perché spesso ama essere provocatoria“. Nel 2016, ad esempio, uno degli ospiti fu Claudio Trupiano, seguace convinto della Nuova Medicina Germanica. Si confrontò con un oncologo e un psicosociologo, e sostenne le teorie di Ryke Geerd Hamer. “Certo, la Nuova Medicina Germanica – ammette Talè – si fonda su tesi non meno controverse di quelle esposte dagli antivaccinisti“. Hamer è un medico tedesco, peraltro avvezzo a uscite antisemite, radiato dall’ordine di medici da oltre trent’anni, per via della “grave perdita del senso della realtà”, e che in particolare convince i suoi pazienti a non curare i tumori con la chemioterapia ma con modalità alternative come – per esempio – impacchi di ricotta e decotti di ortica. In Italia l’ultima vittima riconducibile alle teorie di Hamer è una 18enne di Padova.
Eppure nel 2016 il Consiglio regionale delle Marche non si fece problemi a concedere il suo patrocinio al festival. “Ovvio che no e non ci sarebbe stato nessun problema a lasciarlo anche quest’anno, secondo me”. Talè non nasconde la propria contrarietà per la decisione assunta da Mastrovincenzo e dal Pd marchigiano. “Diciamoci la verità: qui tutto il problema è sorto perché Burioni una mattina ha deciso di alzare la voce e protestare, in una fase in cui l’argomento è particolarmente delicato, anche a livello politico”. E non a caso c’è chi parla di pressioni giunte direttamente da Roma per far sì che la vicenda si risolvesse subito. “Non posso confermarlo – si schermisce Talè – Ma non posso neppure smentirlo. Diciamo che c’è stato l’interessamento di qualche nostro parlamentare marchigiano”. E i parlamentari marchigiani sono quasi tutti renziani, a partire dalla vicecapogruppo alla Camera Alessia Morani. Mastrovincenzo nega: “Le pressioni da Roma non esistono. Ve l’ho detto, è stato un atto di coerenza con le nostre politiche sanitarie. E prima di decidere ho comunque consultato i miei consiglieri”. Nega pure, Mastrovincenzo, che il Consiglio regionale abbia sovvenzionato in alcun modo Ville e Castella. “Si trattava di un patrocinio non oneroso. Se poi a bilancio ci siano finanziamenti di altro genere, lo ignoro”. E infatti ci sono, in realtà. Si tratta di 7500 euro concessi come “contributo straordinario all’Associazione Ville e Castella”. Ci sono e per ora restano.
Cronaca
Vaccini, festival invita il medico radiato: Burioni rifiuta il dibattito e protesta. E la Regione Marche toglie il patrocinio
Polemica sul "Ville e Castella" di Pesaro e Urbino. Il presidente del consiglio regionale: "Era un monologo dei no-vax e abbiamo revocato il riconoscimento". Il confronto era senza contraddittorio perché gli interlocutori hanno rifiutato tutti. Eppure nel 2016 il patrocinio fu lasciato nonostante la presenza di un seguace di Hamer (ex medico secondo cui la chemio non serve)
“Ma guardate che noi Burioni lo avevamo invitato, eccome. È lui che ha rifiutato e poi ha montato su tutto questo casino”. Nino Finauri non accetta che il suo festival culturale venga considerato una manifestazione antivaccinista. “È vero, abbiamo chiamato un medico che aveva espresso perplessità sulle vaccinazioni obbligatorie a tenere un dibattito. Ma eravamo intenzionati a sentire anche l’altra campana. Peccato che nessuno dei pro-vax abbia deciso di confrontarsi col nostro ospite. E a quel punto per il contraddittorio non c’è stato niente da fare”. E non c’è stato niente da fare neppure per il patrocinio che il consiglio regionale delle Marche aveva concesso a Ville e Castella, la rassegna estiva che si svolge in provincia di Pesaro e Urbino, e che è arrivata alla 21esima edizione. “Lo avevamo concesso prima di conoscere il programma nel dettaglio”, spiega Antonio Mastrovincenzo, presidente del consiglio regionale. E aggiunge: “Quando poi ci è stato fatto notare che per il 15 luglio era previsto un monologo di un medico antivaccinista, abbiamo immediatamente deciso di revocare il nostro riconoscimento ufficiale”. Via il patrocinio, dunque, ma resta il finanziamento. All’insaputa, evidentemente, dello stesso Mastrovincenzo, che nega risoluto: “Escludo che il mio Ufficio di presidenza abbia mai pensato di foraggiare questa manifestazione”. Non sarà stato l’Ufficio di presidenza, ma il bilancio della Regione Marche parla chiaro: a “Ville e Castella”, per l’edizione 2017, andranno 7500 euro.
Il caso è scoppiato il 15 giugno. E a innescare le polemiche è stato Roberto Burioni, paladino in difesa dei vaccini. Sulla sua pagina Facebook ha denunciato la “vergogna”. Il fatto, cioè, che nel festival Ville e Castella organizzato nella sua nativa Pesaro fosse in programma l’intervento di Dario Miedico, medico legale radiato dall’Ordine di Milano a maggio dopo aver sottoscritto una lettera che esprimeva perplessità sulle vaccinazioni pediatriche di massa. Burioni, ordinario di virologia e microbiologia all’università San Raffaele, se la prendeva da un lato con gli organizzatori della rassegna, rei di aver definito i vaccini “una controversa utopia“, e dall’altro con le istituzioni della sua regione. “È mai possibile che il consiglio regionale delle Marche” si chiedeva Burioni “conceda il suo patrocinio a una manifestazione nella quale viene chiamato a parlare un ex-medico sottoposto all’infamia della radiazione che è propugnatore di pericolossime bugie?”. Da lì si è innescata la polemica, che ha portato il presidente Mastrovincenzo, esponente del Pd, ad annunciare nel giro di poche la revoca del patrocinio alla manifestazione. “Non potevamo fare altrimenti – spiega al fattoquotidiano.it Mastrovincenzo – Dall’ottobre del 2015 siamo impegnati in un’opera di vaccinazione intensiva, lanciata dopo aver scoperto che la nostra Regione era agli ultimi posti per percentuale di copertura della popolazione infantile. Non avrei mai accettato di sponsorizzare un evento in cui un medico antivaccinista parlava senza contraddittorio“.
Ma è proprio sulla mancanza di un confronto che si scaglia Nino Finauri, organizzatore storico e anima, insieme a Paolo Frigerio, di Ville e Castella. “Il primo invito che noi abbiamo fatto, tramite una mail, è stato proprio a Burioni. Lui ci ha risposto dicendo che non avrebbe mai accettato di parlare con dei cialtroni, perché avrebbe significato legittimarli. A quel punto cosa avremmo dovuto fare?”. Trovare un sostituto a Burioni è stato impossibile, si lamenta Finauri. “Magari è solo una coincidenza, ma dopo la risposta negativa di Burioni si sono tirati indietro tutti quelli che abbiamo contattato per ribattere a Miedico”. Eppure, ciò che fa discutere al di là della mancanza di un contraddittorio, è quella definizione – “controversa utopia” – applicata ai vaccini. Si giustifica Finauri: “Ma è solo una mezza frase di un dépliant. Il titolo dell’incontro è, semplicemente, ‘Vaccini, leggi, condizionamenti e industria farmaceutica. Proviamo a parlarne senza pregiudizi’. Ed è un titolo indicativo delle nostre reali intenzioni”. Che sono, a sentire Finauri, quelle di stimolare il dibattito: “Un confronto civile e rispettoso: è questo che avevamo in mente”. Insomma, “invitare un antivaccinista non necessariamente significa condividere le sue idee”.
Ne è convinto anche Federico Talè, consigliere regionale delle Marche, anche lui in forza al Pd, che conosce bene festival e organizzatori. È stato proprio lui a propiziare il patrocinio. “So bene – dice – che Finauri e Frigerio sono persone anticonformiste e talvolta spericolate. Ma so anche l’onestà intellettuale che li contraddistingue. Ville e Castella è un’iniziativa meritevole, che peraltro richiama anche un discreto pubblico. E questo proprio perché spesso ama essere provocatoria“. Nel 2016, ad esempio, uno degli ospiti fu Claudio Trupiano, seguace convinto della Nuova Medicina Germanica. Si confrontò con un oncologo e un psicosociologo, e sostenne le teorie di Ryke Geerd Hamer. “Certo, la Nuova Medicina Germanica – ammette Talè – si fonda su tesi non meno controverse di quelle esposte dagli antivaccinisti“. Hamer è un medico tedesco, peraltro avvezzo a uscite antisemite, radiato dall’ordine di medici da oltre trent’anni, per via della “grave perdita del senso della realtà”, e che in particolare convince i suoi pazienti a non curare i tumori con la chemioterapia ma con modalità alternative come – per esempio – impacchi di ricotta e decotti di ortica. In Italia l’ultima vittima riconducibile alle teorie di Hamer è una 18enne di Padova.
Eppure nel 2016 il Consiglio regionale delle Marche non si fece problemi a concedere il suo patrocinio al festival. “Ovvio che no e non ci sarebbe stato nessun problema a lasciarlo anche quest’anno, secondo me”. Talè non nasconde la propria contrarietà per la decisione assunta da Mastrovincenzo e dal Pd marchigiano. “Diciamoci la verità: qui tutto il problema è sorto perché Burioni una mattina ha deciso di alzare la voce e protestare, in una fase in cui l’argomento è particolarmente delicato, anche a livello politico”. E non a caso c’è chi parla di pressioni giunte direttamente da Roma per far sì che la vicenda si risolvesse subito. “Non posso confermarlo – si schermisce Talè – Ma non posso neppure smentirlo. Diciamo che c’è stato l’interessamento di qualche nostro parlamentare marchigiano”. E i parlamentari marchigiani sono quasi tutti renziani, a partire dalla vicecapogruppo alla Camera Alessia Morani. Mastrovincenzo nega: “Le pressioni da Roma non esistono. Ve l’ho detto, è stato un atto di coerenza con le nostre politiche sanitarie. E prima di decidere ho comunque consultato i miei consiglieri”. Nega pure, Mastrovincenzo, che il Consiglio regionale abbia sovvenzionato in alcun modo Ville e Castella. “Si trattava di un patrocinio non oneroso. Se poi a bilancio ci siano finanziamenti di altro genere, lo ignoro”. E infatti ci sono, in realtà. Si tratta di 7500 euro concessi come “contributo straordinario all’Associazione Ville e Castella”. Ci sono e per ora restano.
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Milano, 11 mar. (Adnkronos) - "Io e mio marito abbiamo saputo la notizia oggi guardando il Tg1. Non abbiamo e non vogliamo dire niente". Così Rita Preda, insieme al marito Giuseppe, commentano le novità a 18 anni dal delitto della figlia Chiara, uccisa a Garlasco, per cui è stato condannato in via definitiva l'allora fidanzato Alberto Stasi. Oggi l'attenzione della Procura di Pavia torna a concentrarsi su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, nuovamente indagato dopo l'archiviazione decisa otto anni fa.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - "A nome del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprimo solidarietà a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, per le ignobili e vergognose offese che le sono state rivolte da Soloviev. Insulti gratuiti e intrisi di propaganda ideologica, diffusi attraverso la tv di Stato, che condanniamo fermamente”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 11 mar. (Adnkronos) - Fratelli d'Italia resta stabile rispetto all'ultima rilevazione dello scorso 25 febbraio e si attesta al 30,5%, seguito dal Pd al 23 %, che cala dello 0,5%. È quanto emerge dall'ultimo sondaggio dell'Istituto Noto sondaggi per 'Porta a Porta' sulle intenzioni di voto degli italiani. Il Movimento 5 Stelle, invece, perde l'1% e va all'11,5%. Forza Italia all'8,5% guadagna mezzo punto (+0,5%) come la Lega che va al 9% (+0,5%).
Alleanza Verdi e Sinistra sale al 6 (+0,5%), come Azione al 3% (+0,5%). Italia viva resta al 2,5% mentre Più Europa al 2% guadagna lo 0,5%. Stabili Noi moderati al 2%.
In generale il centrodestra sale di un punto (+1%) e va al 50% mentre il centrosinistra ne guadagna mezzo e va al 31 % (+0,5%). Il 'campo largo' resterebbe al 48%. Gli astenuti-indecisi, infine, si attesterebbero al 45% (erano al 46,2% nella scorsa rilevazione).
Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Sono state recentemente pubblicate, e sono in corso di traduzione in lingua cinese, su specifica richiesta della Società cinese di chirurgia cardiotoracica, le linee guida e raccomandazioni sulla gestione farmacologica perioperatoria di pazienti adulti candidati all’intervento di cardiochirurgia. A redarle una task force, istituita dall’Associazione europea di chirurgia cardio-toracica (European Association of Cardio-Thoracic Surgeons) e coordinata da Bianca Rocca, farmacologo clinico e professore ordinario all’Università Lum ‘Giuseppe Degennaro’ e Anders Jeppsson, cardiochirurgo direttore del dipartimento di chirurgia cardiotoracica e professore all'Università di Gothenburg.
La task force - spiega in una nota l’ateneo italiano - è composta da un gruppo di esperti multidisciplinari costituito da cardiochirurghi, anestesisti, cardiologi, infettivologi, intensivisti provenienti dalle più prestigiose università europee. La cardiochirurgia dell’adulto è essenziale per ridurre la mortalità e la morbilità nei pazienti con malattie cardiache acute o croniche, il trattamento farmacologico e le profilassi perioperatorie sono interventi chiave per garantire un successo duraturo della cardiochirurgia, per migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre i costi sanitari. Le linee guida sono documenti basati sulla valutazione critica e aggiornata di tutte le evidenze terapeutiche disponibili in un ambito specifico, e sono strumenti cruciali a supporto del processo decisionale dei medici per identificare le strategie terapeutiche più efficaci, coinvolgendo, spesso, organizzazioni di infermieri e associazioni di pazienti.
"Le linee guida forniscono raccomandazioni su tutti i trattamenti farmacologici prima, durante e dopo l’intervento – afferma la professoressa Rocca – Alcuni esempi sono la gestione di farmaci che regolano la pressione arteriosa, il glucosio nel sangue, che prevengono le complicanze trombotiche (antitrombotici), di antibiotici per prevenire le infezioni nel periodo immediatamente prima e in corso di chirurgia. Dopo l’intervento, la ripresa o l’inizio di nuovi farmaci è essenziale per prevenire infarti o ictus, controllare il ritmo del cuore, ridurre i fattori di rischio cardiovascolare e la mortalità, tutti interventi farmacologici che migliorano la prognosi a lungo termine. Inoltre, queste linee guida enfatizzano la centralità dei pazienti per i quali la cardiochirurgia è sempre un’esperienza cruciale, associata spesso a una maggiore consapevolezza della malattia, che rappresenta anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita mediante aderenza ai farmaci prescritti, e modifiche dello stile di vita". Il lavoro della task force ha offerto a tutta la comunità medico-scientifica nazionale ed internazionale informazioni accessibili, essenziali a medici, chirurghi, e più in generale a tutte le figure professionali coinvolte nella cura di questi pazienti, mediante una valutazione critica delle evidenze, in un contesto multidisciplinare, altamente competente, produttivo e interattivo, identificando anche delle lacune di conoscenza che aprono la strada alla ricerca futura.
Roma, 11 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Sono gli ultimi giorni per presentare le proprie candidature, alle prossime elezioni Rsu, un appuntamento fondamentale per tutto il personale della scuola. Perché, oltre a votare l'Rsu che andrà a cambiare, andrà a 'scrivere', con il dirigente scolastico i prossimi contratti di istituto per il prossimo triennio, il voto che viene dato al candidato viene dato alla lista sindacale in cui si presenta, anche se non è necessario esservi iscritti. E così alla fine di queste elezioni si andrà a misurare il grado di rappresentatività di ogni sindacato, che è quel dato utile che serve poi per la firma dei contratti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. (Video)
"Basti pensare -continua Pacifico- che in questo momento nel pubblico impiego si è firmato solo il contratto per i dipendenti dei ministeri, cioè delle funzioni centrali, mentre gli altri contratti sulla sanità e sulle funzioni locali, quindi Regioni e Comuni, non sono stati firmati perché non si è raggiunto il 51% dei sindacati che sono d'accordo a questa firma", sottolinea.
E il dirigente sindacale spiega che lancia l'appello "perché noi vogliamo portare avanti le istanze del mondo della scuola, vogliamo portare avanti alcune battaglie fondamentali". "Quali? Certamente un'indennità di sede disagiata, che in questo momento potrebbe essere approvata dal Parlamento per chi lavora nelle comunità montane, ma in generale per tutti coloro che lavorano in sede e disagiate o comunque lontani dal proprio domicilio. Quindi un'indennità di trasferta", sottolinea.
E il sindacalista aggiunge: "Ancora ripristinare il primo gradino stipendiale che esisteva fino a qualche anno fa nella fascia 3-8, i primi assunti che oggi devono aspettare 9 anni per poter entrare di ruolo. I buoni pasto, è una cosa per noi fondamentale, che è l'unico personale che viene escluso, è questo".
"Poi certamente vogliamo il riconoscimento del 'burnout', abbiamo raccolto 120.000 firme per andare in pensione anche come il personale delle forze armate e dell'esercito e per avere il riscatto gratuito o agevolato degli anni di laurea. Sono degli appelli che lanciamo alla politica, vogliamo che questo 'burnout' sia riconosciuto, vogliamo avere la stessa dignità dell'altro personale", prosegue.
"Ci siamo accorti che, purtroppo, negli ultimi anni -spiega ancora Pacifico- il personale della scuola guadagna di meno del personale dei ministeri. Quando prima guadagnava di più, ora guadagna 6.000 euro in meno. Non ne capiamo il motivo, vogliamo fare le nostre battaglie, certamente per migliorare tutto il personale scolastico e quindi valorizzare tutti, dagli insegnanti di sostegno al personale Ata, che molto spesso è dimenticato", conclude.
Milano, 11 mar. (Adnkronos) - E' una nuova consulenza, affidata a un tedesco esperto in genetica, che potrebbe riaprire il caso sul delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco e per cui omicidio è stato condannato a 16 anni in via definitiva l'allora fidanzato Alberto Stasi, che a breve finirà di scontare la sua pena nel carcere milanese di Bollate. Proprio i risultati di questa nuova tecnica per estrarre ed analizzare il Dna potrebbe consentire di tornare a indagare (come già fatto nel 2016) su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, raggiunto da un avviso di garanzia con l'accusa di omicidio in concorso con ignoti o lo stesso Stasi.
Le risultanze avrebbero riacceso le speranze della difesa di Stasi e oggi si arriva a questa 'riapertura'. Nel marzo del 2017 il gip di Pavia Fabio Lambertucci, archiviò l'inchiesta su Andrea Sempio, oggi 37 anni, accusato del delitto di via Pascoli. Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta del pm Mario Venditti, aveva respinto la richiesta della madre di Stasi di riaprire il caso per alcune dichiarazioni e circostanze "sospette", a dire della difesa del condannato, messe in atto dall'amico del fratello della vittima. Secondo gli allora legali di Stasi sulle unghie della vittima ci sarebbe stata una traccia genetica riconducibile a Sempio. Il gip "evitando di interrogarsi sul rispetto dei principi di riservatezza" per reperire il Dna di Sempio - estratto da una bottiglietta d'acqua, una tazzina da caffè e un cucchiaino sottratti da un bar da un investigatore privato - concordava con il pubblico ministero nel considerare come "radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto oggi dalla difesa Stasi".
Il pm 'smontava' le presunte incongruenze di Sempio relative al giorno dell'omicidio, così come l'ipotesi che lui - amico del fratello e che frequentava la villetta a due piani - si fosse invaghito di Chiara. "In conclusione, se è (non condivisibile ma) umanamente comprensibile l'intento di fare di tutto per difendersi da una gravissima accusa, anche dopo l'esaurimento dei possibili gradi di giudizio ordinario, nel caso di specie - sottolineava il gip di Pavia - ci si deve tuttavia arrestare di fronte all'inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa di Stasi" per trovare un colpevole alternativo all'omicidio di Chiara Poggi. "Escluso - scrive il gip nelle dieci pagine del decreto di archiviazione - qualunque valore" della consulenza genetica realizzata dalla difesa, "non residuano elementi indiziari a carico di Sempio".
Roma, 11 mar (Adnkronos) - 'Lasciateci votare' e 'Abbiamo fretta di votare'. Con questi slogan alcuni tra i promotori dei referendum si sono ritrovati davanti alla Camera dei deputati per chiedere, tra le altre cose, il voto per i fuori sede, l'election day e una corretta informazione sugli appuntamenti referendari su cittadinanza e lavoro di questa primavera.
"Chiediamo al governo di favorire la partecipazione ai prossimi referendum con l'election day insieme alle amministrative, consentendo il voto a studenti e lavoratori fuori sede", ha spiegato il segretario di +Europa Riccardo Magi che, con Maurizio Landini, ha promosso un presidio in vista dell'incontro a palazzo Chigi. "Bisogna garantire l'informazione, a partire dalla Rai, su questo appuntamento fondamentale per la partecipazione e per la democrazia", ha sottolineato Magi.
Il segretario di +Europa, con i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, il segretario del Psi Vincenzo Maraio a altri promotori si è unito alle associazioni studentesche che, a Montecitorio, hanno manifestato per il referendum. "Votare vuol dire garantire la qualità della democrazia, noi siamo al fianco di chi vuole esprimere questo diritto e, come Avs, abbiamo preparato il sito votofuorisede.it. Ci si può registrare e diventare rappresentante di lista", ha spiegato Fratoianni. "I fuori sede sono cinque milioni, è anti democratico non consentire loro di votare. Per questo abbiamo lanciato questa campagna", ha detto Bonelli.