Polemica sul "Ville e Castella" di Pesaro e Urbino. Il presidente del consiglio regionale: "Era un monologo dei no-vax e abbiamo revocato il riconoscimento". Il confronto era senza contraddittorio perché gli interlocutori hanno rifiutato tutti. Eppure nel 2016 il patrocinio fu lasciato nonostante la presenza di un seguace di Hamer (ex medico secondo cui la chemio non serve)
“Ma guardate che noi Burioni lo avevamo invitato, eccome. È lui che ha rifiutato e poi ha montato su tutto questo casino”. Nino Finauri non accetta che il suo festival culturale venga considerato una manifestazione antivaccinista. “È vero, abbiamo chiamato un medico che aveva espresso perplessità sulle vaccinazioni obbligatorie a tenere un dibattito. Ma eravamo intenzionati a sentire anche l’altra campana. Peccato che nessuno dei pro-vax abbia deciso di confrontarsi col nostro ospite. E a quel punto per il contraddittorio non c’è stato niente da fare”. E non c’è stato niente da fare neppure per il patrocinio che il consiglio regionale delle Marche aveva concesso a Ville e Castella, la rassegna estiva che si svolge in provincia di Pesaro e Urbino, e che è arrivata alla 21esima edizione. “Lo avevamo concesso prima di conoscere il programma nel dettaglio”, spiega Antonio Mastrovincenzo, presidente del consiglio regionale. E aggiunge: “Quando poi ci è stato fatto notare che per il 15 luglio era previsto un monologo di un medico antivaccinista, abbiamo immediatamente deciso di revocare il nostro riconoscimento ufficiale”. Via il patrocinio, dunque, ma resta il finanziamento. All’insaputa, evidentemente, dello stesso Mastrovincenzo, che nega risoluto: “Escludo che il mio Ufficio di presidenza abbia mai pensato di foraggiare questa manifestazione”. Non sarà stato l’Ufficio di presidenza, ma il bilancio della Regione Marche parla chiaro: a “Ville e Castella”, per l’edizione 2017, andranno 7500 euro.
Il caso è scoppiato il 15 giugno. E a innescare le polemiche è stato Roberto Burioni, paladino in difesa dei vaccini. Sulla sua pagina Facebook ha denunciato la “vergogna”. Il fatto, cioè, che nel festival Ville e Castella organizzato nella sua nativa Pesaro fosse in programma l’intervento di Dario Miedico, medico legale radiato dall’Ordine di Milano a maggio dopo aver sottoscritto una lettera che esprimeva perplessità sulle vaccinazioni pediatriche di massa. Burioni, ordinario di virologia e microbiologia all’università San Raffaele, se la prendeva da un lato con gli organizzatori della rassegna, rei di aver definito i vaccini “una controversa utopia“, e dall’altro con le istituzioni della sua regione. “È mai possibile che il consiglio regionale delle Marche” si chiedeva Burioni “conceda il suo patrocinio a una manifestazione nella quale viene chiamato a parlare un ex-medico sottoposto all’infamia della radiazione che è propugnatore di pericolossime bugie?”. Da lì si è innescata la polemica, che ha portato il presidente Mastrovincenzo, esponente del Pd, ad annunciare nel giro di poche la revoca del patrocinio alla manifestazione. “Non potevamo fare altrimenti – spiega al fattoquotidiano.it Mastrovincenzo – Dall’ottobre del 2015 siamo impegnati in un’opera di vaccinazione intensiva, lanciata dopo aver scoperto che la nostra Regione era agli ultimi posti per percentuale di copertura della popolazione infantile. Non avrei mai accettato di sponsorizzare un evento in cui un medico antivaccinista parlava senza contraddittorio“.
Ma è proprio sulla mancanza di un confronto che si scaglia Nino Finauri, organizzatore storico e anima, insieme a Paolo Frigerio, di Ville e Castella. “Il primo invito che noi abbiamo fatto, tramite una mail, è stato proprio a Burioni. Lui ci ha risposto dicendo che non avrebbe mai accettato di parlare con dei cialtroni, perché avrebbe significato legittimarli. A quel punto cosa avremmo dovuto fare?”. Trovare un sostituto a Burioni è stato impossibile, si lamenta Finauri. “Magari è solo una coincidenza, ma dopo la risposta negativa di Burioni si sono tirati indietro tutti quelli che abbiamo contattato per ribattere a Miedico”. Eppure, ciò che fa discutere al di là della mancanza di un contraddittorio, è quella definizione – “controversa utopia” – applicata ai vaccini. Si giustifica Finauri: “Ma è solo una mezza frase di un dépliant. Il titolo dell’incontro è, semplicemente, ‘Vaccini, leggi, condizionamenti e industria farmaceutica. Proviamo a parlarne senza pregiudizi’. Ed è un titolo indicativo delle nostre reali intenzioni”. Che sono, a sentire Finauri, quelle di stimolare il dibattito: “Un confronto civile e rispettoso: è questo che avevamo in mente”. Insomma, “invitare un antivaccinista non necessariamente significa condividere le sue idee”.
Ne è convinto anche Federico Talè, consigliere regionale delle Marche, anche lui in forza al Pd, che conosce bene festival e organizzatori. È stato proprio lui a propiziare il patrocinio. “So bene – dice – che Finauri e Frigerio sono persone anticonformiste e talvolta spericolate. Ma so anche l’onestà intellettuale che li contraddistingue. Ville e Castella è un’iniziativa meritevole, che peraltro richiama anche un discreto pubblico. E questo proprio perché spesso ama essere provocatoria“. Nel 2016, ad esempio, uno degli ospiti fu Claudio Trupiano, seguace convinto della Nuova Medicina Germanica. Si confrontò con un oncologo e un psicosociologo, e sostenne le teorie di Ryke Geerd Hamer. “Certo, la Nuova Medicina Germanica – ammette Talè – si fonda su tesi non meno controverse di quelle esposte dagli antivaccinisti“. Hamer è un medico tedesco, peraltro avvezzo a uscite antisemite, radiato dall’ordine di medici da oltre trent’anni, per via della “grave perdita del senso della realtà”, e che in particolare convince i suoi pazienti a non curare i tumori con la chemioterapia ma con modalità alternative come – per esempio – impacchi di ricotta e decotti di ortica. In Italia l’ultima vittima riconducibile alle teorie di Hamer è una 18enne di Padova.
Eppure nel 2016 il Consiglio regionale delle Marche non si fece problemi a concedere il suo patrocinio al festival. “Ovvio che no e non ci sarebbe stato nessun problema a lasciarlo anche quest’anno, secondo me”. Talè non nasconde la propria contrarietà per la decisione assunta da Mastrovincenzo e dal Pd marchigiano. “Diciamoci la verità: qui tutto il problema è sorto perché Burioni una mattina ha deciso di alzare la voce e protestare, in una fase in cui l’argomento è particolarmente delicato, anche a livello politico”. E non a caso c’è chi parla di pressioni giunte direttamente da Roma per far sì che la vicenda si risolvesse subito. “Non posso confermarlo – si schermisce Talè – Ma non posso neppure smentirlo. Diciamo che c’è stato l’interessamento di qualche nostro parlamentare marchigiano”. E i parlamentari marchigiani sono quasi tutti renziani, a partire dalla vicecapogruppo alla Camera Alessia Morani. Mastrovincenzo nega: “Le pressioni da Roma non esistono. Ve l’ho detto, è stato un atto di coerenza con le nostre politiche sanitarie. E prima di decidere ho comunque consultato i miei consiglieri”. Nega pure, Mastrovincenzo, che il Consiglio regionale abbia sovvenzionato in alcun modo Ville e Castella. “Si trattava di un patrocinio non oneroso. Se poi a bilancio ci siano finanziamenti di altro genere, lo ignoro”. E infatti ci sono, in realtà. Si tratta di 7500 euro concessi come “contributo straordinario all’Associazione Ville e Castella”. Ci sono e per ora restano.