Turbativa d'asta e falso sono le ipotesi d'accusa che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di otto persone: tra queste il responsabile comunale allo Sport Andrea Vannucci (vicino al tesoriere dem Francesco Bonifazi) e l'ex segretario del Pd di Rignano sull'Arno Franco Bonciani, amico personale del padre dell'ex premier
L’amico di Tiziano e Matteo Renzi, l’assessore fiorentino allo Sport assai vicino al deputato dem Francesco Bonifazi, la renzianissima dirigente comunale e altre cinque persone. Tutte indagate, a vario titolo, per turbativa d’asta e falso nell’assegnazione della gestione di piscine comunali di Firenze. L’inchiesta, condotta dalla procura del capoluogo toscano e dalla Guardia di finanza, ha voluto far chiarezza sugli affidamenti a privati di impianti sportivi e ha coinvolto personalità assai vicine al segretario del Pd e a suo padre. Il gip Angelo Antonio Pezzuti ha parlato di “rapporto collusivo” e “intesa” tra assessore, dirigenti comunali e imprenditori a capo delle società sportive cui andavano le gare con concessioni irregolari. L’indagine, come detto, ha coinvolto personalità che a Firenze sono considerate espressione del renzismo militante: si tratta dell’assessore allo Sport Andrea Vannucci, amico personale del deputato e tesoriere del Pd Francesco Bonifazi; della dirigente dello stesso assessorato Elena Toppino, scelta dall’allora sindaco Matteo Renzi e confermata nel ruolo dall’ex assessore allo Sport (ora sindaco Dario Nardella); dell’imprenditore Franco Bonciani, amico di lunga data di Matteo e Tiziano Renzi, nonché ex segretario del Partito democratico di Rignano sull’Arno, paese d’origine dell’ex premier.
Il gip ha anche ordinato alcune interdizioni dai pubblici uffici, chieste dai pm Giuseppina Mione e Filippo Focardi: un anno per Elena Toppino e 6 mesi per il funzionario comunale Loris Corti. Un anno di interdizione dall’esercizio dell’impresa, invece, per Franco Bonciani e Cipriano Catellacci. Nessuna misura per l’assessore Vannucci e gli altri indagati, ovvero il funzionario comunale Jacopo Vicini e i membri della commissione gare Emilio Carletti e Stefano Perla. Secondo il gip, le presunte collusioni per turbare le gare pubbliche coinvolgono sia il livello politico, rappresentato dall’assessore Vannucci, sia quello amministrativo che ne dipende, con Elena Toppino dirigente capo dell’assessorato allo sport nonché presidente della commissione gara e gli altri funzionari dello stesso assessorato. Il gip inoltre ha rilevato “la posizione di favore del Comune verso Franco Bonciani e Cipriano Catellacci”, quest’ultimo presidente di Firenze Pallanuoto asd, indebitata col Comune per 338mila euro circa. Su questo debito, sul piano di rientro e su una transazione tra la società sportiva di Catellacci e il Comune, il gip descrive l’”interesse di Andrea Vannucci” a favorire Catellacci al punto che l’assessore cerca uno sponsor per la Firenze Pallanuoto, in luogo di un altro che ha dato forfait, affinché la società si metta in regola e partecipi al bando per la gestione della piscina ‘Paganelli‘.
Le gare per cui è prefigurata la turbativa d’asta riguardano le piscine San Marcellino (2013) e Paganelli (2015) di Firenze. La loro gestione andò a società sportive riunite in associazione temporanea d’impresa (Ati) dove è stata evidenziata una marcata esposizione debitoria col Comune. Una condizione, questa, di esclusione certa dai bandi, che però gli indagati omettevano di rilevare, presentando domande di partecipazione assolutamente incomplete. Inoltre, per la piscina Paganelli, il modo di formazione del bando, il punteggio per il reimpiego del personale e la durata della concessione doppia rispetto al previsto sono clausole per il gip inserite come “frutto dell’accordo collusivo fra funzionari comunali e Catellacci”. Nonostante tali aspetti, il gip Pezzuti ravvisa che proprio il rapporto illecito instauratosi tra gli indagati (figure del Comune e privati) avrebbe turbato entrambe le gare favorendo l’Ati guidata da Firenze Pallanuoto di Cipriano Catellacci e a cui aderiva, tra le altre, anche la società Acquatica Ssd di Bonciani e la Centro Nuoto Cittadella.
Situazione ingarbugliata, che però sembra non preoccupare più di tanto Palazzo Vecchio e il sindaco Dario Nardella. “Piena fiducia nella magistratura: siamo fiduciosi che gli indagati sapranno dimostrare la loro innocenza” ha fatto sapere il Comune di Firenze. Ancora più in là è andato il primo cittadino Nardella. Il successore di Matteo Renzi ha sottolineato che “per noi vale il detto di Giorgio la Pira: ‘male non fare paura non avere’. Confido, altrettanto, che sia l’assessore Vannucci che i tecnici coinvolti del Comune potranno dimostrare di avere operato e applicato leggi e regole nell’esclusivo interesse pubblico” ha aggiunto Nardella. Commentando poi la richiesta di una commissione di indagine sulla vicenda avanzata dal capogruppo di Sinistra italiana in Consiglio comunale Tommaso Grassi, Nardella ha sottolineato che “ogni occasione è buona per buttarla in politica, e che sia facile lo sfruttamento politico dell’operato della magistratura. Non è il nostro stile: per noi vale il lavoro dei magistrati”.
Quello di Sinistra italiana, tuttavia, non è l’unico attacco a cui Nardella deve rispondere. Il capogruppo in Palazzo Vecchio di Fdi Francesco Torselli, infatti, ha presentato un esposto in procura e con una nota ha spiegato di aver depositato “documentazione contenente notizie ed atti raccolti nell’esercizio della mia funzione di consigliere comunale. Materiale che, a mio parere, potrebbe essere utile alle indagini“. “Nell’estate del 2014 – ha raccontato Torselli – il sindaco Nardella revocò la concessione della piscina ‘Nannini’ di Bellariva alla società Fiorentina Nuoto, assegnando l’impianto ad una Ati che, stando a quanto dichiarato dall’amministrazione comunale, avrebbe raggruppato tutti i soggetti interessati alla piscina. In realtà – ha sottolineato Torselli – alcuni soggetti, nonostante si fossero detti interessati, furono esclusi e gli stessi ci contattarono chiedendoci un aiuto per far emergere il presunto torto subito“. Torselli è andato anche oltre e ha raccontato il prosieguo della vicenda: “Presentammo all’assessore Vannucci alcune interrogazioni – ha concluso il capogruppo di Fratelli d’Italia – ma poi nessuno si fece più sentire e la cosa finì lì. Oggi, apprendiamo che le società escluse dall’Ati per la gestione di Bellariva, sarebbero le stesse che l’amministrazione comunale avrebbe favorito, pochi mesi dopo, per ottenere la concessione di un altro impianto cittadino. Non abbiamo gli elementi per giudicare se i due fatti siano effettivamente legati tra loro – ha detto – ma se così fosse, saremmo addirittura di fronte ad una sorta di ‘compensazione’ e la situazione risulterebbe decisamente più grave”.
Da destra, inoltre, anche Forza Italia pretende chiarimenti alla giunta Nardella. “Chiederemo che lunedì prossimo durante la seduta del Consiglio comunale di Firenze, la Giunta faccia una comunicazione in aula, riferisca di tutte le notizie in suo possesso, e faccia il punto sull’assegnazione delle piscine” hanno fatto sapere in una nota i consiglieri del Gruppo Forza Italia al Comune di Firenze, Jacopo Cellai, Mario Razzanelli, Mario Tenerani e Luca Tani. “Anche in base all’esito della comunicazione della Giunta in aula – hanno proseguito – valuteremo la richiesta di una commissione di indagine. Chiediamo sin da ora all’Amministrazione comunale di occuparsi della situazione degli impianti in questione, che devono proseguire la loro attività. Il Comune deve garantire lavoratori e fruitori degli impianti“.