Chi indaga ipotizza che tutta l’operazione abbia consentito a Giovanni Iermano, sostenuto dal Pdl, di "ottenere la presidenza della Commissione edilizia di Lignano Sabbiadoro, deputata soprattutto alla stesura e variazione del Piano regolatore urbanistico"
Corsie preferenziali per la concessione della residenza in un comune del Friuli, la cittadina balneare di Lignano Sabbiadoro, a 400 cittadini campani. In cambio, la promessa di votare per l’allora vicesindaco. La vicenda è oggetto di un’indagine di cui dà conto la Relazione annuale della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, presentata giovedì al Senato. Una “migrazione organizzata”, racconta il Messaggero Veneto, avvenuta durante la campagna elettorale del 2012 finita con la vittoria del sindaco Silvano Delzotto, oggi consigliere comunale di Forza Italia, di cui era vice Giovanni Iermano. “Anch’esso di origine napoletana”, come si legge nel capitolo della relazione dedicato al distretto di Trieste, curato dal consigliere Giovanni Russo.
“La sofisticata e complessa operazione spostava circa 400 preferenze che andavano a vantaggio dell’allora vice-sindaco, anch’esso di origine napoletana e poi risultato primo fra gli eletti in Consiglio comunale”, annota Russo. “Per accelerare le pratiche dei richiedenti la residenza a Lignano”, peraltro, “si mobilitava il comandante della Polizia municipale“. E “l’uso politico” di tutta l’operazione ha consentito al vicesindaco di “ottenere la presidenza della Commissione edilizia di Lignano Sabbiadoro, deputata soprattutto alla stesura e variazione del Piano regolatore urbanistico“. “Stupisce – continua la Dna – come tutto ciò sia potuto accadere senza che destasse allarme nelle istituzioni locali. Ciò rende lecito il sospetto che anche nel territorio del distretto triestino insistano zone di omertà amministrativa“.
La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha commentato le notizie sull’inchiesta, coordinata dal procuratore di Trieste Carlo Mastelloni, dicendo che “è chiaro che non siamo immuni dal contagio delle organizzazioni criminali e dunque chiediamo che contromisure sempre più efficaci siano prese dagli organi preposti alla prevenzione e alla repressione”. Per Serracchiani “sono finiti i tempi in cui si preferiva parlare della nostra regione come di un’oasi felice, e questo è bene perché gli anticorpi alla malavita si costruiscono con l’informazione e la consapevolezza civica”.