“I fratellini non c’entrano nulla con il morbillo, lo hanno avuto in un secondo momento”. Il professor Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo di Monza, dove giovedì è morto il bambino malato di leucemia che aveva contratto la malattia infettiva, è netto. Il problema, spiega il medico, è la mancanza dell’immunità di gregge. “Se viene meno – ha detto Biondi – le persone e i bambini più deboli possono pagare un prezzo più alto”.
Biondi si dice “devastato, non solo dal sentimento di sconfitta per aver perso il nostro piccolo paziente, ma anche perché è stata caricata una famiglia di un peso che è un dramma nel dramma. Provo un dolore grandissimo, fin da stamattina, quando ho aperto i giornali”. E’ stato scritto, infatti, che il bimbo di 6 anni sarebbe stato contagiato dai fratelli. “Semplicemente non è vero. La sua unica protezione – ribadisce il medico – sarebbe stata l’immunità di gregge“.
Ma i tassi di vaccinazione sono scesi in Italia, dove i casi di morbillo dal 1 gennaio sono più di 3000. Il 15 marzo i medici avevano avanzato il sospetto di una infezione da morbillo per il bambino. Una diagnosi confermata il giorno dopo. A quel punto il piccolo è stato trasferito in terapia intensiva per il peggioramento progressivo del quadro polmonare con necessità di assistenza respiratoria.
“È stato intubato e successivamente è iniziata l’assistenza mediante Ecmo per insufficienza cardiaca o respiratoria, proseguita fino alla data di oggi”, ha spiegato nella giornata di giovedì l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera. “Il piccolo era affetto da una leucemia linfoblastica acuta, malattia che oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi con forme simili”, aggiunge Gallera.
Con la leucemia il sistema immunitario del bambino era però molto debole. “Il morbillo è particolarmente insidioso”, ricorda il primario del San Gerardo, per chi ha una patologia grave come quella del bambino deceduto giovedì. L’unica protezione era, quindi, l’immunità di gregge.