Non solo i sindacati e i giuslavoristi. Non solo l’Ufficio parlamentare di bilancio, che ha parlato di “rischio di favorire comportamenti evasivi“. Anche il Colle teme che il contratto di prestazione occasionale previsto dalla manovrina in sostituzione dei vecchi voucher apra la strada ad abusi molto simili a quelli che si verificavano in passato con i buoni lavoro aboliti dal governo per evitare il referendum. Tanto che nei giorni scorsi, con una mossa irrituale, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha chiesto chiarimenti al governo. “Si è fatto carico delle preoccupazioni dei sindacati e dei diversi settori del mondo del lavoro”, annota l’agenzia Ansa. E giovedì sera, alla vigilia del giorno in cui la legge di conversione della manovra correttiva era attesa in Gazzetta ufficiale, Palazzo Chigi ha risposto con una nota in cui fa sapere di aver “provveduto a far pervenire al Quirinale un appunto sulla nuova disciplina, anche in relazione agli ordini del giorno approvati in materia dalla Camera dei Deputati”.
A causare le perplessità è un punto in particolare: il comma che, come denunciato dalla Cgil, consente al datore di lavoro di revocare entro tre giorni dalla prestazione la “chiamata” del lavoratore comunicata sul portale dell’Inps. Se non arrivano controlli, questo di fatto permette all’azienda di sostenere che il lavoro per qualche motivo non è stato fatto e “concludere in nero la transazione”, come sottolineato dall’Ufficio parlamentare di bilancio. L’appunto inviato al Colle dal governo affronta proprio questo problema, spiegando che l’Inps “emanerà entro il 30 giugno una circolare per illustrare le nuove procedure” e “varerà il 10 luglio la piattaforma telematica che non consentirà, a questo riguardo, l’insorgenza di abusi o di rapporti lavorativi irregolari“. Il consigliere economico del governo Marco Leonardi al Sole 24 Ore spiega che “si consentirà al lavoratore di accedere alla piattaforma online. In questo modo l’interessato potrà convalidare la prestazione, che quindi non potrà più essere revocata”.
Sabato la leader Cgil Susanna Camusso, al termine del corteo contro i “nuovi voucher”, ha fatto appello proprio a Mattarella perché intervenisse rispetto a quella che per il sindacato è “una esplicita violazione della Costituzione“. Camusso ha poi annunciato che la Cgil, che aveva raccolto le firme per il referendum per abolire i buoni lavoro (poi superato dalla decisione del governo), ricorrerà alla Corte costituzionale perché la reintroduzione dei voucher è uno “schiaffo alla democrazia”. E un gruppo di giuslavoristi, attraverso il sito del Fatto, ha chiesto al capo dello Stato di non firmare il decreto perché causerebbe “una lesione gravissima all’art. 75 della Carta Costituzionale e all’istituto referendario”.
“Non sappiamo cosa abbia chiesto il Quirinale, siamo di fronte a una delle tante stranezze”, ha commentato venerdì Camusso. “Non si sa chi ha il cerino in mano di questa cosa”. Quanto al ruolo dell’Istituto di previdenza, “come noto l’Inps è un importantissimo istituto del Paese, non un legislatore, quindi dovrebbe limitarsi all’attuazione delle leggi”.