Lascia la moglie Carla e due figli. Calabrese, originario di un famiglia albanese della comunità arbëreshë del Cosentino, dove era nato il 30 maggio del 1933, è stato deputato per quattro legislature con il Pci e il Pds. Primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, nel 2013 era il candidato presidente della Repubblica del Movimento 5 Stelle. Moltissime le reazioni di cordoglio arrivate dal mondo politico, già pochi minuti dopo la diffusione della notizia della morte
Addio a Stefano Rodotà. Il giurista e politico è morto oggi – 23 giugno 2017 – a Roma: aveva 84 anni. Lascia la moglie Carla e due figli, tra questi Maria Laura, giornalista del Corriere della Sera, e l’amata nipotina Zoe. Calabrese, originario di un famiglia albanese della comunità arbëreshë del Cosentino, dove era nato il 30 maggio del 1933, è stato professore universitario, parlamentare, primo Garante per la protezione dei dati personali. La camera ardente sarà aperta domani alle 16 nella sala Aldo Moro di Montecitorio e resterà aperta anche domenica dalle 10 alle 19.
Rodotà venne eletto deputato per la prima volta nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal Pci di Achille Occhetto e successivamente, dopo il XX Congresso del partito comunista e la svolta della Bolognina, aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primo presidente del Consiglio nazionale, carica che ricoprirà fino al 1992. Nell’aprile dello stesso anno torna alla Camera dei deputati tra le file del Pds, viene eletto vicepresidente di Montecitorio e fa parte della nuova Commissione Bicamerale.
Presidente del Garante per la protezione dei dati personali tra il 1997 e 2005, nel 2013 ha sfiorato il Colle: era il candidato presidente della Repubblica del Movimento 5 Stelle, appena entrato per la prima volta in Parlamento. Al Quirinale fu votato anche dai parlamentari di Sinistra ecologia e libertà – e da qualche deputato del Pd – ma venne sconfitto da Giorgio Napolitano, eletto per la seconda volta.
Mattarella: “Ha sempre tutelato i più deboli” – Moltissime le reazioni di cordoglio arrivate dal mondo politico, già pochi minuti dopo la diffusione della notizia della morte dell’ex parlamentare. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio alla famiglia ricordando “le alte doti morali e l’impegno di giurista insigne, di docente universitario, di parlamentare appassionato e di prestigio e di rigoroso garante della Privacy”. “La sua lunga militanza civile al servizio della collettività – ricorda il capo dello Stato – è stata sempre contrassegnata dalla affermazione della promozione dei diritti e della tutela dei più deboli“. Tra i primi a ricordare il giurista sui social c’è il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni , che su twitter scrive: “Ricordo Stefano Rodotà grande giurista, intellettuale di rango, straordinario parlamentare. Una vita di battaglie per la libertà”.
Ricordo Stefano #Rodotà grande giurista, intellettuale di rango, straordinario parlamentare. Una vita di battaglie per la libertà
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 23 giugno 2017
Grasso: “Linguaggio semplice per temi complessi” – “Addio a Stefano Rodotà: insigne giurista, uomo delle Istituzioni, intellettuale che ha dato moltissimo al nostro Paese. Ho avuto tante volte l’occasione di incontrarlo e confrontarmi sul tema dei diritti, a lui particolarmente caro e al quale ha dedicato decenni di impegno: ne ricordo l’intelligenza vivace e la straordinaria capacità di affrontare con linguaggio semplice temi profondamente complessi. Ci mancherà”, è invece il messaggio scritto su facebook dal presidente del Senato, Pietro Grasso. “Con Rodotà perdiamo uno straordinario giurista, che si è battuto per il diritto di avere diritti anche nell’età digitale“, dice la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Il nostro Paese con lui perde un attento studioso delle istituzioni italiane e un attivo partecipante alla nostra vita politica. Il mio pensiero va alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene”, ha detto invece l’ex premier Romano Prodi.
Pioggia di tweet dal M5s – E a proposito di ex presidenti del consiglio, anche Enrico Letta ha dedicato al giurista un tweet: “Che brutta notizia. Profonda tristezza per la scomparsa di Stefano Rodotà”. Pioggia di tweet anche da parte dei parlamentari del M5s, tutti ritwittati dal profilo di Beppe Grillo, che lo candidarono e sostennero nella corsa al Quirinale nel 2013. Scrive Roberto Fico: “Grazie al professore Rodotà per le tante battaglie in nome della Costituzione e in difesa dei diritti delle persone e dei nostri beni comuni”. “Stefano, grazie….e speriamo che la tua lezione continui ad essere meditata da tanti”, dice invece il senatore Nicola Morra. E Danilo Toninelli: “Addio a un grande giurista, un grande uomo, che tanto ha dato all’Italia e che ha contribuito a salvarne la Costituzione”.
Pd: “Non sono mancate divisioni ma aveva idea di Paese moderno”. “Il Partito Democratico – è la nota diffusa dal Nazareno – esprime profondo cordoglio per la scomparsa del prof. Stefano Rodotà, giurista insigne, intelligenza acuta, sempre rivolta alle frontiere del futuro, nel campo dei diritti, delle tecnologie; uomo delle istituzioni con il quale non sono mancate divisioni, ma mai la consapevolezza della sua passione civile, della sua idea di un Paese più moderno e più giusto”. “Scompare uno dei più grandi giuristi italiani. E un uomo di sinistra attento e critico. Una grande perdita per tutti”, è il messaggio di Roberto Speranza, leader di Mdp. “Ci mancherà il suo pensiero coraggioso e originale. Il diritto, per i diritti negati”, twitta invece Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana. Dal centrodestra, invece, il primo messaggio arriva dal senatore Gaetano Quagliarello: “È stato uno degli interpreti più coerenti di un’idea della libertà fondata su diritti in grado di generarne sempre di nuovo. Questa concezione si è contrapposta a un’altra idea della libertà fondata sulla persona, sulla responsabilità, sulla tradizione. Chi ha militato da questa seconda parte lo ha avuto spesso come avversario, e oggi non può fare a meno di riconoscere la sua passione e onestà intellettuale”.