Il 24 giugno 1947, esattamente 70 anni fa, il pilota civile americano Kenneth Arnold, mentre volava nei pressi del Monte Rainier nello stato di Washington avvistò una formazione di 9 oggetti volanti in fila indiana che sembravano saltellare come piattini sull’acqua. Oltre alla elevata velocità, quegli oggetti avevano una forma particolare, semicircolare come il “tacco di una scarpa”. Ma per i giornalisti dell’epoca, attirò di più la versione di “piattini volanti”. Quella colorita definizione di “flying saucer” era destinata successivamente a diventare famosa trasformandosi poi in “flying disc”, da piattino volante a disco volante.
Solo tra il 1952 – 1953 con il Project blue book, diventerà Ufo cioè “Unidentified flying object” o “Unknown flying object“, ovvero oggetto volante non identificato, un acronimo più adatto per i militari. La notizia dell’avvistamento non fu subito presa in seria considerazione, fino a quando pochi giorni dopo, alcuni piloti militari avvistarono anche loro degli oggetti volanti comparabili con quelli avvistati da Kenneth Arnold. Durante il mese di luglio e per tutta l’estate furono moltissimi gli avvistamenti segnalati in ogni parte del territorio degli Stati Uniti, e cosa poco nota, furono scattate molte fotografie proprio da piloti militari con le famose Gun Machine Camera. Furono moltissime le cronache di avvistamenti e segnalazioni di tali oggetti pubblicate nelle pagine locali di molti quotidiani. Così, anche grazie ai media, era nata l’ufologia.
Sebbene nelle antiche cronache latine e medioevali troviamo fenomeni celesti molto curiosi, dalle descrizioni simili e assimilabili alle moderne segnalazioni di fenomeni Ufo e, sebbene durante la seconda guerra mondiale, ci siano i cosiddetti “Foo Fighters” che volavano impunemente in mezzo alle formazioni degli alleati o dell’asse, tuttavia l’avvistamento del 24 giugno 1947 è considerato convenzionalmente come il “primo”. A distanza di 70 anni il fenomeno Ufo continua ad appassionare. Come ebbe a dire un decennio fa l’allora presidente dell’Unione giornalisti aerospaziali italiani, il compianto Cesare Falessi “gli Ufo? Certo che esistono! Se per assurdo così non fosse, il vero scoop sarebbe scoprire in virtù di quale incredibile prodigio una questione inesistente continua a rimbalzare tuttora sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, a distanza di sei decenni. Questo fatto – storicamente, sociologicamente e giornalisticamente incontestabile – costituisce da solo l’evidenza più logica della esistenza del fenomeno”.
Ora, a dieci anni dalla scomparsa di Falessi, dopo che tale fenomeno è stato a lungo negato dalle autorità, si scopre che invece le varie agenzie governative, non ultima la Cia, investigarono meticolosamente e con un ingente budget a disposizione. A conferma di ciò, c’è da poco stato il rilascio di ben 800mila dossier con oltre un milione di pagine a testimonianza dell’interesse per tali manifestazioni tecnologiche inconsuete. Come disse il presidente degli Stati Truman, in una conferenza stampa televisiva atta a tranquillizzare l’opinione pubblica americana dopo il famoso sorvolo nel 1952 di alcuni oggetti sopra la Casa Bianca, “se mai tali oggetti fossero reali, non sarebbero stati costruiti da nessuna nazione della Terra”.
E mentre c’è chi ha trasformato tale ricerca in atti di fanatismo religioso minando la credibilità stessa del fenomeno al pari di scettici che non hanno mai letto dossier di fonte militare, trasformando il tutto in cattive interpretazioni di percezione o allucinazioni, dimenticando che persino noti astronomi d fama mondiale come Clyde Tombaugh scopritore di Plutone, nonché piloti militari, scienziati e premi Nobel sono stati testimoni di avvistamenti di oggetti la cui natura tecnologica e intelligente esula dalle nostre capacità costruttive.
Non si giustificherebbe l’uso di tecnologie di razzi alla Von Braun, aggiornati per andare nello spazio. Come pure non si spiegherebbe il mancato uso commerciale per un ritorno economico o addirittura l’attività in teatri di guerra di tali “ordigni” che se terrestri, avrebbero rovesciato le sorti di qualsiasi conflitto. Ma a settant’anni dall’avvistamento di Kenneth Arnold, rimane ancora il ragionevole dubbio e il mistero che tali oggetti ci lasciano, sia come manifestazione tecnologica sia come fenomeno sociologico che investe l’intera umanità.
Evidentemente la vastità dell’universo e le nuove scoperte, ci avvicinano a nuove prospettive e conoscenze paragonabili alla rivoluzione copernicana che scardinò l’idea che la Terra fosse al centro dell’universo. Forse lo studio e la verifica della realtà degli oggetti volanti non identificati, fenomeno oggettivamente non misurabile convenzionalmente, nonostante tracciati radar, filmati militari, etc, sconfesserebbe il modus operandi di scettici che senza aver mai studiato carte e documenti lapidariamente hanno liquidato la questione come inesistente, come lo fu per le meteoriti che, solamente nel 1794, dopo la caduta di molti esemplari a Siena furono accettate come fenomeno reale, nonostante oltre 5000 anni di osservazioni astronomiche. E piaccia o no, a 70 anni da quell’evento siamo ancora qui a dibattere e discutere di Ufo, grazie anche a quel primo avvistamento nel giugno del ’47.
Il Centro ufologico nazionale (di cui sono direttore), con oltre 50 anni di storia all’attivo, continua nella ricerca e nella divulgazione. Per l’occasione, il 24 giugno a Roma, si terrà il Convegno nazionale “straordinario” di ufologia sul tema “Ufo: a 70 anni dal primo avvistamento di Kenneth Arnold” presso la “Sala Congressi Villa Maria” (Largo G. Berchet 4). QUI la locandina; QUI Programma del convegno straordinario.