“Legalità” è una parola abusata in Italia, almeno quanto “populismo” o “legge elettorale”. Peccato che tutte e tre si riferiscano a concetti fantasma, nella realtà. Lasciando le altre alle analisi dei sagaci twittaroli dei grandi giornali, concentriamoci sulla prima, legalità, che sarebbe alla base di una civile convivenza. Come è evidente da qualche anno, la fantomatica parola è stata riportata all’attenzione generale da un movimento di cittadini organizzati da un ex comico che fa tremare tutti gli altri partiti italiani. Spesso declinata in “ho-ne-stà“, catalizza in questa forma le ironie di chi si sente tremare la poltrona sotto le terga.
Da quando è tornata di moda, tuttavia, di legalità si riempiono la bocca tutte le forze politiche che negli ultimi 30 anni la avevano dimenticata. Un piccolo consesso di grillini qualche giorno fa a Roma ha avuto l’ardire di ricordare tutte le malefatte compiute dalla “casta” ai danni degli italiani. Sul palco, anzi dietro a due piccoli tavolini, il presidente emerito della Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, le deputate Roberta Lombardi e Giulia Sarti, l’avvocato Fulvio Sarzana e un dirigente sindacale della Agenzia delle Dogane, Miguel Martina.
Sono state ricordate notizie già abbondantemente diffuse in passato, ma che riescono ogni volta a fare indignare per la loro palese ingiustizia sociale. Come il succinto elenco dei vitalizi che tutti noi continueremo a pagare non solo agli attuali percipienti, ma anche ai loro eredi di ogni ordine e grado: Paolo Cirino Pomicino (5.231 € al mese); Gianni De Michelis (5.174 € al mese); Arnaldo Forlani (5.691 € al mese), solo per citarne alcuni (elenco qui). Per non parlare di quelli delle decine e decine di consiglieri regionali con similari trattamenti economici. Esempi di illegalità legale, per usare un ossimoro impensabile in una democrazia autentica.
La legalità è stata quotidianamente calpestata persino dai presidenti della Repubblica, come ricorda Imposimato: Napolitano che si fa rieleggere per la seconda volta a dispetto della stessa Costituzione e le tante leggi incostituzionali che tutti i presidenti, da Scalfaro in poi (qualche eccezione con Ciampi), hanno fatto passare senza alzare un sopracciglio e, soprattutto, senza esercitare il loro diritto di rinvio alle Camere.
La natura dittatoriale dell’illegalità diffusa si manifesta non soltanto nelle dazioni di danaro o di favori o di nomine, ma anche attraverso il conflitto di interessi che porta al condizionamento stesso delle elezioni. Chi ricorda oggi che una legge del 1957 negava l’eleggibilità ai concessionari pubblici? E cosa era Silvio Berlusconi nel ’94 con tre concessioni nazionali di trasmissione televisiva? Eppure, quella legge non è stata mai fatta applicare dai governi dall’ingresso in Parlamento di Berlusconi, chissà perché. Nel 2013, i parlamentari Pd Zanda e Mucchetti presentarono un disegno di legge per modificare quella legge in modo risibile.
È stata quella solo una di quelle che Imposimato chiama “leggi criminogene” varate dal nostro Parlamento. Solo per Berlusconi, l’elenco è sterminato, eccolo. L’ex Cavaliere pregiudicato è un caso di scuola, ma nei decenni sono stati molti i politici o gli stessi magistrati ad operare in pieno conflitto di interesse. Un capitolo importante in questo quadro lo rivestono le cosiddette “consulenze”. Molte di queste negli ultimi decenni riportano ad un’unica casa madre: Goldman Sachs.
La Banca d’affari statunitense annovera tra i suoi “consulenti” Prodi, Monti, Barroso (quello che volle la Tap in Puglia). Una testimonianza chiave del grave vulnus democratico ai danni del nostro Paese viene proprio da Cirino Pomicino (qui l’intervista): “I poteri forti, nel 2011 avevano bisogno che nel nostro Paese ci fossero un Parlamento debole e un governo stracciato, in modo da fare entrare un uomo della Goldman Sachs a Palazzo Chigi”. Come può essere imparziale un “consulente” di una banca d’affari? (Costituzione, articolo 97).
Qualcuno forse ancora ricorda che Monti il 3 gennaio 2012 dirottò 2 miliardi e 567 milioni di euro del bilancio dello Stato ad un’altra banca d’affari americana, la Morgan Stanley, in un totale buio informativo. Era il 10% della manovra finanziaria. Questione di speculazione in derivati. Luca Piana, nel suo libro La voragine, rivela che tra il 2011 e il 2015 abbiamo pagato derivati per 23,5 miliardi e fino al 2021 si attendono ulteriori perdite per 24 miliardi.
Questi derivati ce li vendono le stesse banche che avrebbero visto con entusiasmo lo stravolgimento costituzionale messo a punto dal dinamico duo, Renzi-Boschi. Hanno trovato 20 miliardi per salvare Mps e compagnia in 24 ore. Sono soldi nostri, non di chi ha inguaiato le suddette banche non restituendo quanto avuto in prestito: De Benedetti, Mezzaroma e tutti questi altri. Parliamo ancora di corruzione, di conflitto di interesse, di diseguaglianza?
Un giurista francese della prima metà dell’800, Alexis de Tocqueville, aveva già capito tutto: “La diseguaglianza si riversò nelle leggi; essa divenne un diritto dopo essere divenuta un fatto.”
Ivo Mej
Caporedattore Coffee Break La7
Palazzi & Potere - 25 Giugno 2017
Illegalità legalizzata e altre malefatte della casta. Ovvero fesso chi ‘Legge’
“Legalità” è una parola abusata in Italia, almeno quanto “populismo” o “legge elettorale”. Peccato che tutte e tre si riferiscano a concetti fantasma, nella realtà. Lasciando le altre alle analisi dei sagaci twittaroli dei grandi giornali, concentriamoci sulla prima, legalità, che sarebbe alla base di una civile convivenza. Come è evidente da qualche anno, la fantomatica parola è stata riportata all’attenzione generale da un movimento di cittadini organizzati da un ex comico che fa tremare tutti gli altri partiti italiani. Spesso declinata in “ho-ne-stà“, catalizza in questa forma le ironie di chi si sente tremare la poltrona sotto le terga.
Da quando è tornata di moda, tuttavia, di legalità si riempiono la bocca tutte le forze politiche che negli ultimi 30 anni la avevano dimenticata. Un piccolo consesso di grillini qualche giorno fa a Roma ha avuto l’ardire di ricordare tutte le malefatte compiute dalla “casta” ai danni degli italiani. Sul palco, anzi dietro a due piccoli tavolini, il presidente emerito della Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, le deputate Roberta Lombardi e Giulia Sarti, l’avvocato Fulvio Sarzana e un dirigente sindacale della Agenzia delle Dogane, Miguel Martina.
Sono state ricordate notizie già abbondantemente diffuse in passato, ma che riescono ogni volta a fare indignare per la loro palese ingiustizia sociale. Come il succinto elenco dei vitalizi che tutti noi continueremo a pagare non solo agli attuali percipienti, ma anche ai loro eredi di ogni ordine e grado: Paolo Cirino Pomicino (5.231 € al mese); Gianni De Michelis (5.174 € al mese); Arnaldo Forlani (5.691 € al mese), solo per citarne alcuni (elenco qui). Per non parlare di quelli delle decine e decine di consiglieri regionali con similari trattamenti economici. Esempi di illegalità legale, per usare un ossimoro impensabile in una democrazia autentica.
La legalità è stata quotidianamente calpestata persino dai presidenti della Repubblica, come ricorda Imposimato: Napolitano che si fa rieleggere per la seconda volta a dispetto della stessa Costituzione e le tante leggi incostituzionali che tutti i presidenti, da Scalfaro in poi (qualche eccezione con Ciampi), hanno fatto passare senza alzare un sopracciglio e, soprattutto, senza esercitare il loro diritto di rinvio alle Camere.
La natura dittatoriale dell’illegalità diffusa si manifesta non soltanto nelle dazioni di danaro o di favori o di nomine, ma anche attraverso il conflitto di interessi che porta al condizionamento stesso delle elezioni. Chi ricorda oggi che una legge del 1957 negava l’eleggibilità ai concessionari pubblici? E cosa era Silvio Berlusconi nel ’94 con tre concessioni nazionali di trasmissione televisiva? Eppure, quella legge non è stata mai fatta applicare dai governi dall’ingresso in Parlamento di Berlusconi, chissà perché. Nel 2013, i parlamentari Pd Zanda e Mucchetti presentarono un disegno di legge per modificare quella legge in modo risibile.
È stata quella solo una di quelle che Imposimato chiama “leggi criminogene” varate dal nostro Parlamento. Solo per Berlusconi, l’elenco è sterminato, eccolo. L’ex Cavaliere pregiudicato è un caso di scuola, ma nei decenni sono stati molti i politici o gli stessi magistrati ad operare in pieno conflitto di interesse. Un capitolo importante in questo quadro lo rivestono le cosiddette “consulenze”. Molte di queste negli ultimi decenni riportano ad un’unica casa madre: Goldman Sachs.
La Banca d’affari statunitense annovera tra i suoi “consulenti” Prodi, Monti, Barroso (quello che volle la Tap in Puglia). Una testimonianza chiave del grave vulnus democratico ai danni del nostro Paese viene proprio da Cirino Pomicino (qui l’intervista): “I poteri forti, nel 2011 avevano bisogno che nel nostro Paese ci fossero un Parlamento debole e un governo stracciato, in modo da fare entrare un uomo della Goldman Sachs a Palazzo Chigi”. Come può essere imparziale un “consulente” di una banca d’affari? (Costituzione, articolo 97).
Qualcuno forse ancora ricorda che Monti il 3 gennaio 2012 dirottò 2 miliardi e 567 milioni di euro del bilancio dello Stato ad un’altra banca d’affari americana, la Morgan Stanley, in un totale buio informativo. Era il 10% della manovra finanziaria. Questione di speculazione in derivati. Luca Piana, nel suo libro La voragine, rivela che tra il 2011 e il 2015 abbiamo pagato derivati per 23,5 miliardi e fino al 2021 si attendono ulteriori perdite per 24 miliardi.
Questi derivati ce li vendono le stesse banche che avrebbero visto con entusiasmo lo stravolgimento costituzionale messo a punto dal dinamico duo, Renzi-Boschi. Hanno trovato 20 miliardi per salvare Mps e compagnia in 24 ore. Sono soldi nostri, non di chi ha inguaiato le suddette banche non restituendo quanto avuto in prestito: De Benedetti, Mezzaroma e tutti questi altri. Parliamo ancora di corruzione, di conflitto di interesse, di diseguaglianza?
Un giurista francese della prima metà dell’800, Alexis de Tocqueville, aveva già capito tutto: “La diseguaglianza si riversò nelle leggi; essa divenne un diritto dopo essere divenuta un fatto.”
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".