Joyce Carol Oates è una delle più importanti e prolifiche scrittrici statunitensi contemporanee, autrice di oltre quaranta romanzi, 28 raccolte di racconti, una decina di opere teatrali, 16 volumi di saggi, dieci raccolte di poesie, nonché libri per bambini e alcune raccolte di articoli apparsi su quotidiani e riviste. Di recente, Il saggiatore ha iniziato a pubblicare i testi che compongono Epopea americana (Wonderland Quartet), una quadrilogia capace di ripercorrere un’epoca intensa e travagliata, caratterizzata da profondi mutamenti sociali e politici e di far rivivere ai lettori la straordinaria avventura a stelle e strisce del Ventesimo secolo.

I primi due volumi, Il giardino delle delizie (traduzione di Francesca Crescentini) e I ricchi (traduzione di Grazia Bosetti, Valeria Gorla, Camilla Pieretti, Sara Reggiani), sono usciti in contemporanea e come stile ricordano, per certi aspetti, Trilobiti, la straordinaria opera unica di Breece D’J Pancake (reputato da Joyce Carol Oates, molto più anziana di lui, come il miglior esordiente del Novecento), spietatezze umane in odor di Breat Easton Ellis e le profondità femminili di Joan Didion. Ne Il giardino delle delizie ci troviamo tra i braccianti dell’Arkansas, vivisezioniamo le loro fatiche quotidiane. Facciamo la conoscenza di Clara, la figlia di due contadini, che passa la sua esistenza in un’America rurale violenta e maschilista da cui sogna di evadere e, quando finalmente riuscirà a fuggire, inizierà per lei un periplo in compagnia di uomini autodistruttivi e arrivisti che faranno definitivamente naufragare la sua necessità di scollarsi di dosso il sentore di provincialismo e chiusura emotiva, mostrandole un’infinita terra desolata, abitata da persone impietose e sordide.

I ricchi è un affresco gotico e spietato del “sogno americano”, raccontato dal grosso e solitario Richard, figlio di Tashya, scrittrice di successo della società Wasp. Un labirinto di incomprensioni e di silenzi, un occhio inusuale che vede la superficialità dei party nelle ville dai giardini perfetti, l’angoscia dei tradimenti, il decadimento morale dietro la facciata progressista pubblicizzata dai vari Kennedy. Una storia di ossessioni, rancori e odio. La soluzione a ogni male escogitata da un ragazzino ombroso che rivolta il complesso di Edipo, stravolgendolo in una serie di azioni confuse ma che possono essere lette come un manifesto degli accadimenti politici che hanno reso l’America la nazione che è diventata oggi. In entrambi i romanzi, quello che colpisce è la capacità di rendere originali storie quotidianamente semplici, in superficie. Di sondare le pericolosità di un sistema sociale ed economico pieno di paradossi e controsensi.

I ricchi

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