In cima alla lista delle mafie emergenti – come anticipato in esclusiva dal primo numero Fq MillenniuM, il mensile del Fatto Quotidiano – c’è la piovra albanese. “I sodalizi albanesi sono particolarmente attivi nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione. Tali evidenze giudiziarie mostrano una ben radicata, e quindi allarmante, cointeressenza con elementi riconducibili ad importanti cosche, soprattutto ‘ndranghetiste, nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti, delle armi e nella tratta di esseri umani”, scrivono i magistrati della Dna nella loro relazione. Un passaggio che conferma come quella di Tirana sia diventata ormai la piovra più pericolosa del Vecchio Continente, grazie al filo diretto con i calabresi. D’altra parte la struttura interna della mafia albanese è molto simile alle ‘ndrine: ad ogni clan corrisponde di solito una famiglia di sangue. In questo modo l’organizzazione è protetta da un’omertà difficilmente violabile: la stessa caratteristica che è storicamente il punto di forza della ‘ndrangheta.
La criminalità albanese ha acquisito il controllo della rotta balcanica”
“La sinergia criminale tra calabresi e albanesi – spiega quindi la relazione – mostra tutta la sua potenzialità se si considera che la criminalità albanese ha ormai acquisito il controllo della rotta balcanica, via privilegiata di transito verso l’Europa occidentale e di ingresso di ogni sorta di merce illecita, tra cui armi ed esplosivi”. Ma non solo. Perché da qualche tempo gli investigatori di via Giulia si sono accorti di una novità: gli albanesi hanno conquistato i due estremi dell’Atlantico, dal Sudamerica, da dove partono i carichi da centinaia di chili di cocaina colombiana, ai porti del Vecchio Continente, dove il prodotto viene distribuito ai compratori. “In particolare – continuano gli analisti della Dna – nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tali gruppi criminali sono riusciti a stabilire propri referenti di fiducia in Spagna, nei Paesi del nord Europa (Olanda, Belgio, Germania) e del Sud America, riuscendo ad assicurarsi un ruolo da protagonisti nella gestione di tali traffici delittuosi, secondo una specifica strategia che gli consente di gestire agevolmente l’acquisto, il trasferimento, la custodia e la vendita di notevoli quantitativi di cocaina proveniente direttamente dai predetti Paesi”. Un’attività – quella della gestione logistica della traffico di cocaina su scala mondiale – in cui Tirana ha ormai sostituito i calabresi. “Non sappiamo se gli albanesi gestiscano l’invio della cocaina di comune accordo con la ‘ndrangheta o se stiano cercando di sostituirla: in questo senso, potremmo trovarci presto di fronte ad una possibile guerra”, raccontava un investigatore italiano a Fq MillenniuM.
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Gli albanesi: la quarta mafia d'Europa - 2/6
In cima alla lista delle mafie emergenti – come anticipato in esclusiva dal primo numero Fq MillenniuM, il mensile del Fatto Quotidiano – c’è la piovra albanese. “I sodalizi albanesi sono particolarmente attivi nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti e nello sfruttamento della prostituzione. Tali evidenze giudiziarie mostrano una ben radicata, e quindi allarmante, cointeressenza con elementi riconducibili ad importanti cosche, soprattutto ‘ndranghetiste, nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti, delle armi e nella tratta di esseri umani”, scrivono i magistrati della Dna nella loro relazione. Un passaggio che conferma come quella di Tirana sia diventata ormai la piovra più pericolosa del Vecchio Continente, grazie al filo diretto con i calabresi. D’altra parte la struttura interna della mafia albanese è molto simile alle ‘ndrine: ad ogni clan corrisponde di solito una famiglia di sangue. In questo modo l’organizzazione è protetta da un’omertà difficilmente violabile: la stessa caratteristica che è storicamente il punto di forza della ‘ndrangheta.
“La sinergia criminale tra calabresi e albanesi – spiega quindi la relazione – mostra tutta la sua potenzialità se si considera che la criminalità albanese ha ormai acquisito il controllo della rotta balcanica, via privilegiata di transito verso l’Europa occidentale e di ingresso di ogni sorta di merce illecita, tra cui armi ed esplosivi”. Ma non solo. Perché da qualche tempo gli investigatori di via Giulia si sono accorti di una novità: gli albanesi hanno conquistato i due estremi dell’Atlantico, dal Sudamerica, da dove partono i carichi da centinaia di chili di cocaina colombiana, ai porti del Vecchio Continente, dove il prodotto viene distribuito ai compratori. “In particolare – continuano gli analisti della Dna – nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tali gruppi criminali sono riusciti a stabilire propri referenti di fiducia in Spagna, nei Paesi del nord Europa (Olanda, Belgio, Germania) e del Sud America, riuscendo ad assicurarsi un ruolo da protagonisti nella gestione di tali traffici delittuosi, secondo una specifica strategia che gli consente di gestire agevolmente l’acquisto, il trasferimento, la custodia e la vendita di notevoli quantitativi di cocaina proveniente direttamente dai predetti Paesi”. Un’attività – quella della gestione logistica della traffico di cocaina su scala mondiale – in cui Tirana ha ormai sostituito i calabresi. “Non sappiamo se gli albanesi gestiscano l’invio della cocaina di comune accordo con la ‘ndrangheta o se stiano cercando di sostituirla: in questo senso, potremmo trovarci presto di fronte ad una possibile guerra”, raccontava un investigatore italiano a Fq MillenniuM.
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