Ad imperversare in tutto il Paese non ci sono solo gli affari della ndrangheta, della camorra, di Cosa nostra. Al contrario, invece, nel 2017 l'Italia si è trasformata in un'importatrice di associazioni criminali straniere: non solo Mafie Export ma per la prima volta anche Mafie Import. A raccontarlo è l'ultima relazione della Direzione nazionale Antimafia, che passa in rassegna i numeri: in Italia ogni quattro indagati per 416 bis, almeno uno è straniero
Le gang sudamericane e i cinesi a Nord, i nigeriani e i russi nel Centro-Sud, gli albanesi lungo tutto lo Stivale. Gestiscono il narcotraffico, la tratta degli esseri umani, la prostituzione, infettano l’economia con il riciclaggio di denaro sporco. E nel frattempo si associano ai calabresi e ai campani, siglano patti di non belligeranza con i siciliani, lavorano insieme ai pugliesi. Non ci sono solo i tentacoli delle mafie made in Italy a fare il bello e il cattivo tempo da Torino a Palermo. Non ci sono solo gli affari della ‘ndrangheta, della camorra, di Cosa nostra ad imperversare dalla Lombardia alla Sicilia. Al contrario, invece, nel 2017 l’Italia si è trasformata in un’importatrice di associazioni criminali straniere: non solo Mafie Export ma per la prima volta anche Mafie Import. A raccontare lo sbarco delle economie criminali forestiere è l’ultima relazione della Direzione nazionale Antimafia, presentata dal procuratore Franco Roberti.