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Turchia, tensioni al Gay Pride: 22 arresti e proiettili di gomma contro i manifestanti. “Costretti ad ascoltare versi del Corano”

Tensione e violenze dopo il divieto di manifestare per i diritti omosessuali a Istanbul. Diversi video mostrano anche l'utilizzo di idranti contro i militanti all'altezza di Istiklal Street, da dove il corteo sarebbe dovuto partire, impedendo così la marcia verso piazza Taksim. Per il terzo anno consecutivo, le autorità turche negano ai comitati l'organizzazione della marcia

Hanno sfidato il diritto a manifestare imposto da Recep Erdogan e la risposta sono stati proiettili di gomma, lacrimogeni e arresti. Il Gay Pride organizzato a Istanbul è stato represso con la violenza dalle autorità turche: almeno 22 i manifestanti arrestati, secondo quanto riferiscono i comitati organizzatori. Che affermano anche, attraverso i social, che i fermati sono sono stati costretti ad ascoltare versi del Corano nelle auto della polizia. Per il terzo anno consecutivo, quindi, il corteo per rivendicare i diritti Lgbt è stato soffocato dalla Turchia, che lo aveva vietato ufficialmente per “motivi di ordine pubblico”, visto che l’omosessualità non è un reato.

Eppure i manifestanti – in un Paese dove l’omofobia è ancora assai diffusa – avevano annunciato che si sarebbero comunque ritrovati nelle vie attorno a Istiklal Street, da dove il corteo sarebbe dovuto partire sfilando verso piazza Taksim. Ma quando i militanti hanno iniziato ad affluire verso il punto di ritrovo, hanno trovato gli agenti schierati in assetto antisomossa, pronti a disperderli. Ci hanno provato con gli idranti e poi con i gas lacrimogeni dopo aver fermato per tutto il corso della giornata chiunque girasse con bandiere arcobaleno o t-shirt che rivendicano i diritti omosessuali.

Ventidue, secondo diverse fonti, gli arrestati e a un uomo è stato chiesto di togliere una maglietta del Pride. Momenti di tensione si sono registrati anche per la presenza di gruppi di giovani ultranazionalisti che avrebbero cercato di picchiare i manifestanti, innescando tafferugli. Tra i fermati, infatti, vi sarebbero infatti almeno 6 contestatori.

Secondo le autorità turche, il corteo – che si tiene o si dovrebbe tenere nella capitale dal 2003 – non era autorizzato, poiché il comitato Istanbul Pride non avrebbe presentato la domanda e il governatore avrebbe saputo dell’evento attraverso i social. La ricostruzione degli uffici governativi è stata smentita dagli organizzatori: “Abbiamo inoltrato la richiesta lo scorso 5 giugno indicando luogo, data e orario della marcia”, hanno detto.